Psicologia

Parli troppo? Ecco spiegati i 7 motivi

Parlare troppo può mettere a rischio il nostro equilibrio sociale. Ecco cosa fare

Perché alcune persone parlano troppo? Parlare più del dovuto non è solo una questione di stile: psicologi e analisti lo collegano a 7 tratti caratteriali ben definiti. Scoprili tutti qui — e impara come riequilibrare le conversazioni, diventando un interlocutore più efficace e accogliente.

1. Chi parla troppo cerca conferme continue

Storie e vittorie personali sono usate come “esche” per attirare attenzione. È la cosiddetta “narcisismo conversazionale”. Se tendi a sovrapporre racconti prima che gli altri finiscano, forse stai cercando quel “clic” di approvazione sociale.

Come intervenire: dopo aver condiviso qualcosa, aspetta 2–3 secondi. Lascia lo spazio agli altri per partecipare.

2. Voglia di dominare il dialogo

Alcune personalità usano le parole come uno strumento di potere. Negli scenari competitivi – riunioni, dibattiti, perfino giochi – occupare spazio vocale dà una sensazione di controllo. Ma può generare resistenza anziché ammirazione .

Correzione: poni domande, invita gli altri a intervenire. Il dialogo diventa una collaborazione, non una gara.

3. Nervosismo nascosto dai riempitivi

Un flusso costante di “ehm”, “cioè”, “sai” spesso non è parlato, ma un modo per mascherare l’ansia. Parole riempitive “tengono aperta la connessione”, ma infastidiscono chi ascolta.

Suggerimento: sostituisci questi riempitivi con pause di due secondi. Appariranno lunghissime a te, ma agli altri sembreranno naturali.

4. Estroversione eccessiva

Chi è altamente estroverso percepisce una stimolazione dal parlare tanto. Lo scambio diventa sbilanciato: più parole = più energia, ma anche meno attenzione verso gli altri.

Rimedio: bilancia le uscite verbali con: “E tu cosa ne pensi?”, aprendo lo spazio all’interlocutore.

5. Pensare ad alta voce

Parlare è usato per organizzare idee (strategia a volte utile), però può trasformarsi in monologo ingombrante.

Soluzione: se hai molte idee da esporre, annotale su carta o digitale prima.  L’ascolto sarà più curato.

6. Esibizionismo da esperto

Spiegazioni lunghe servono a mostrare competenza: più parli, più dimostri “status” .

Consiglio: usa la regola del sale. Un pizzico di approfondimento, giusto lo stretto necessario.

7. Scarsa empatia per quello che dicono gli altri

Ignorare micro-segnali — sguardi, respiri, gesti — è segno di scarso ascolto. Questo comportamento danneggia relazioni, performance lavorativa e intesa emotiva .

Esercizio: concludi ogni intervento con una frase aperta, tipo “E tu?” o “Cosa ne pensi?”, lasciando un silenzio di invito.

Perché è importante seguire questi consigli?

Questi piccoli accorgimenti possono incidere in modo sensibile sulla qualità delle relazioni, perché:

  • Migliorano relazioni e rapporti: ascoltare attiva empatia e fiducia reciproca.
  • Aiutano a pensare meglio: dandoti tempo per riflettere, riduci bias e conclusioni affrettate.
  • Riducono stress: una conversazione scorrevole armonizza anche il ritmo emotivo del cervello.

Come diventare un comunicatore equilibrato

Ecco passo, passo come diventare una persona che sa parlare, ma che sa anche ascoltare.

  • Ascolto attivo: parafrasa ciò che hai capito (“Quindi tu dici che…”).
  • Domande aperte: stimolano il dialogo (“Come ti senti rispetto a…”).
  • Risposta calma: evita filler, privilegia pause ragionate.
  • Feedback e silenzio: un cenno o un “uh-huh” bastano a mostrare attenzione.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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