
Gli occhiali del futuro sostituiranno gli smartphone? La ricerca hi-tech nel settore è viva e prolifica, e che il campo sia fertile, o quanto meno promettente, lo testimoniano scelte di mercato come quella della multinazionale italo-francese EssilorLuxottica che da tempo promette il lancio di un accessorio alla moda in grado di integrare soluzioni per l’udito (completamente invisibili) e la vista. Molti investimenti anche da parte di Ray Ban, Apple e Imiki.
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Cosa sono i dispositivi assistivi?
I dispositivi assistivi sono tecnologie realizzate ad hoc per migliorare o mantenere l’autonomia e la qualità della vita di persone con disabilità o limiti fisici e cognitivi. Gesti che per chi vede e sente bene sono scontati, come leggere un libro prima di dormire, distinguere il colore del maglione che si indossa, scoprire una nuova ricetta o conversare con un amico, possono diventare ostacoli insormontabili per chi convive con deficit visivi o uditivi e sono resi possibili proprio da questi dispositivi.
Il numero di persone che in Italia potrebbe beneficiare di dispositivi come quelli citati non è affatto trascurabile: secondo l’Istat, nel 2019 il 18,6% della popolazione aveva problemi visivi di varia entità, con percentuali più alte tra gli anziani. C’è poi un sommerso di persone inconsapevoli della propria ipovisione, perché magari la perdita delle capacità visive è stata lenta oppure perché sottovalutano i sintomi considerandoli semplicemente un segno dell’età.
Occhiali del futuro: la mini-telecamera per la spesa
Un esempio emblematico è OrCam, un prodotto di punta nel settore visivo. «Si tratta di una piccola telecamera che si aggancia magneticamente a qualsiasi occhiale», spiega Andrea Amaglio, amministratore delegato di Vision Dept, un’azienda italiana specializzata in soluzioni per disabilità visive fondata nel 2016. «È in grado di leggere un testo scritto, come un libro o un cartellone pubblicitario, tramite sintesi vocale, e lo fa con una velocità impressionante: un foglio A4 viene letto in circa quattro secondi».
Il dispositivo funziona anche senza connessione internet per cui può diventare un supporto fondamentale sia a casa che fuori nello svolgere le azioni più disparate. «Pensiamo alle sfide quotidiane: ordinare da mangiare, identificare un volto noto, distinguere uno yogurt alla fragola da uno alla pesca. OrCam riconosce i prodotti e memorizza i volti delle persone conosciute (che sono stati precedentemente associati a un nome dall’utilizzatore della videocamera) semplificando così azioni essenziali».
Gli occhiali che descrivono i paesaggi
Anche gli Envision Glasses di Google offrono un esempio delle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Integrata nell’asta degli occhiali, la videocamera non solo legge i testi ma li interpreta anche, rispondendo alle domande di chi li indossa. «Può analizzare per esempio una bolletta e al termine della lettura rispondere a quesiti sul costo o sulla scadenza», fa sapere l’esperto. «In questo modo anche chi ha un deficit visivo può avere un approccio al contenuto testuale comparabile a quello di una persona vedente, che cerca in modo specifico le informazioni rilevanti». Come OrCam, anche gli Envision Glasses funzionano offline per compiti base come la lettura di testi e il riconoscimento di colori, banconote o volti. Tuttavia, per funzioni più avanzate, come descrivere l’ambiente circostante, è necessaria una connessione internet.
Per superare gli ostacoli
Sia OrCam che gli Envision Glasses sono prodotti maturi e disponibili sul mercato, specificatamente pensati per persone con disabilità. Ce ne sono naturalmente molti altri ancora in fase di sviluppo, come Biped, progettato dall’omonima start-up di Losanna, un sistema con telecamere multiple, da posizionare sulla spalla di uno zaino, sempre integrato con intelligenza artificiale, in grado di individuare gli ostacoli che una persona ha di fronte mentre si muove nello spazio. «Capiamo facilmente quanto possa essere prezioso un ausilio del genere per le persone che si spostano in città a volte caotiche, tra la folla, le macchine, le biciclette e i monopattini», nota Amaglio. In caso di pericolo di collisione il dispositivo ti avverte, vibrando o con un suono emesso dagli auricolari ad esso collegati. Schiacciando il bottone dell’intelligenza artificiale di Biped, invece, si attiva la modalità che descrive la scena circostante.
Accessibili agli anziani
Secondo Sabato De Rosa, l’innovazione nel campo dei dispositivi indossabili per non vedenti ha intrapreso la strada giusta, offrendo ottime soluzioni anche per coloro che non hanno dimestichezza con la tecnologia. «Le persone non vedenti o ipovedenti – a causa di un glaucoma, della degenerazione maculare legata all’età o di altre condizioni – sono numerose, specialmente tra i più anziani», commenta l’esperto. «In questa popolazione ho notato un ottimo riscontro rispetto ai dispositivi indossabili ad alta tecnologia».
Auricolari intelligenti
«Anche i dispositivi auricolari di ultima generazione stanno avendo una grande evoluzione», commenta De Rosa. A differenza di quello degli occhiali, il settore degli auricolari assistivi è già consolidato e offre una vasta gamma di dispositivi, con tecnologie sempre più avanzate e design discreti. Prodotti come quelli proposti da Amplifon, Phonak o Starkey sono un esempio emblematico: piccoli, leggeri e confortevoli, si possono connettere tramite bluetooth ai dispositivi elettronici per ascoltare la musica, ricevere chiamate e usano l’IA per ridurre il rumore di fondo. Anche OrCam si sta espandendo nel campo uditivo con OrCam Hear, un dispositivo che amplifica le voci selezionate e filtra il rumore di fondo, migliorando l’esperienza di ascolto in ambienti rumorosi. Queste tecnologie dovrebbero incontrare le esigenze delle persone con disabilità uditiva che, secondo i dati dell’Associazione italiana per la ricerca sulla sordità (Airs) nel nostro Paese sono circa sette milioni, pari all’11,7% della popolazione.
Quali apparecchi sono rimborsati dal Sistema sanitario nazionale?
Perché un prodotto venga riconosciuto come terapia assistiva e rimborsato, deve essere inserito nel nomenclatore tariffario, un elenco ufficiale che specifica i dispositivi, gli ausili e le protesi forniti dal Ssn, includendone caratteristiche tecniche, criteri di erogazione e, in alcuni casi, il costo massimo rimborsabile. L’ultima revisione di questo elenco, entrata in vigore nel dicembre 2024, include, ad esempio, gli apparecchi acustici a tecnologia digitale. «Per sapere se un prodotto è presente nel nomenclatore, è necessario verificare le sue caratteristiche tecniche e cercare il codice Iso, che cataloga e descrive gli ausili destinati alle persone con disabilità», continua Castellano.
«Gli Envision Glasses e i prodotti OrCam, per esempio, possiedono un codice Iso e, pertanto, possono essere rimborsati. Tuttavia, la decisione finale dipende dalle politiche delle singole Asl».
Testo di Camilla De Fazio