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L’ipnosi come analgesico: aumenta la soglia del dolore del 220%

Via il dolore con l'ipnosi. Lo dimostra uno studio dell'Università di Padova pubblicato sulla rivista International journal of clinical and experimental hypnosis. La ricerca, condotta su 31 soggetti di entrambi i sessi, ha messo in evidenza come l'ipnosi sia in grado di aumentare notevolmente la soglia del dolore innalzandola fino al 220%.

Via il dolore con l’ipnosi. Lo dimostra uno studio dell’Università di Padova pubblicato sulla rivista International journal of clinical and experimental hypnosis. La ricerca, condotta su 31 soggetti di entrambi i sessi, ha messo in evidenza come l’ipnosi sia in grado di aumentare notevolmente la soglia del dolore innalzandola fino al 220%.

«È stata valutata la soglia del dolore – spiega Enrico Facco (chiedigli un consulto), titolare della ricerca – tramite stimoli elettrici applicati ai denti premolari dell’arcata inferiore destra e sinistra prima, durante e dopo ipnosi. È stata poi indotta l’ipnosi e somministrata una forte suggestione di analgesia localizzata nell’arcata dentaria inferiore destra. La soglia del dolore nell’arcata inferiore destra era significativamente aumentata durante ipnosi, con un incremento medio del 220%; era aumentata anche a sinistra, ma a un livello nettamente inferiore».

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Ai soggetti è stato dato inoltre un comando post ipnotico di analgesia residua per la durata di 15-20 minuti, proprio come succede dal dentista quando l’effetto dell’anestesia è ancora presente ma comincia a scemare. Dopo la deipnotizzazione la soglia del dolore nella parte destra era inferiore a quella in ipnosi ma ancora significativamente più alta rispetto alle condizioni pre-ipnosi, mentre a sinistra era praticamente tornata al livello delle condizioni iniziali.

Lo studio dimostra che, pur in presenza di una naturale variabilità di riposta all’ipnosi, essa è in grado di produrre un considerevole aumento della soglia del dolore nella maggioranza dei casi. A livello individuale si è ottenuta una analgesia completa – rileva Facco – su circa il 45% dei soggetti, una analgesia non completa ma con aumento significativo della soglia del dolore nel 20% dei casi, mentre in circa un terzo dei casi l’effetto era modesto

Fonte Ansa

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