News

Impiantato il primo microchip di Neuralink in un essere umano

Se la sperimentazione dovesse essere positiva, il dispositivo potrebbe rivoluzionare la vita di pazienti paralizzati o con importanti malattie neurologiche. Il costo dovrebbe essere intorno ai 40.000 dollari a paziente, ma ci vorranno comunque molti anni prima della commercializzazione

Elon Musk ha rivelato che sta bene il primo paziente umano a cui esperti hanno inserito un microchip Neuralink nel suo cervello. Il nome del dispositivo è Telepathy; la Food and Drug Administration aveva dato il via libera nello scorso mese di maggio.

Microchip Neuralink, già migliaia di persone candidate per l’impianto

Telepathy potrebbe rivoluzionare il trattamento di molte malattie neurologiche. L’azienda di Musk ha cominciato la fase di reclutamento per la sperimentazione. Migliaia di persone hanno deciso di candidarsi.

Gruppo San Donato

Per farlo bisogna avere meno di 40 anni e avere una paralisi a tutti e quattro gli arti. L’obiettivo è proprio quello di permettere a persone disabili di tornare a muoversi, usando il loro pensiero.

Come avviene l’inserimento del microchip Neuralink?

Per inserire il chip i neurochirurghi hanno effettuato una craniectomia. Si tratta di un intervento particolarmente invasivo, in cui i medici rimuovono temporaneamente una parte del cranio per permettere un’operazione intracranica. In genere ci si impiega due ore.

A inserire il chip ci pensa un robot che applica elettrodi e fili elettrici che sostituirà la porzione di cranio rimossa. Viene infatti asportato una piccola porzione di cranio del diametro di 2,2 centimetri. Questa rimozione avviene utilizzando un laser a femtosecondi, quindi capace di emettere impulsi che durano milionesimi di miliardesimi di secondo.

Come funziona il microchip Neuralink?

In pratica questo chip funziona come i neuroni, che sono le cellule del cervello. I neuroni trasmettono segnali alle altre cellule del corpo umano, come quelle dei muscoli e dei nervi, per spingerli a compiere delle azioni più o meno complesse. Gli elettrodi del microchip riescono a leggere questi segnali, che sono “tradotti” in ordini a muscoli e nervi. Si potranno controllare attraverso l’uso di dispositivi elettrici come smartphone e tablet.

Molte le speranze, ma anche tanti dubbi e preoccupazioni

Se da una parte la notizia è estremamente importante per migliaia di persone paralizzate, dall’altra emergono anche evidenti problemi di natura etica. Erano già esplose polemiche perché l’azienda aveva utilizzato il numero record di 1.500 animali nei primi test. Si trattava perlopiù di maiali e scimmie.

C’è preoccupazione anche sulle batterie al litio che sono all’interno del microchip. Alcuni esperti sostengono che ci sia la possibilità di una migrazione di questa sostanza all’interno del cervello. Inoltre ci si chiede cosa avverrà nel caso il dispositivo debba essere sostituito.

Molti scienziati sostengono che questi impianti richiederanno un numero impressionante di test prima di renderli disponibili commercialmente. Nella migliore delle ipotesi dovrebbero volerci almeno dieci anni.

Leggi anche…

Mostra di più

Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
Pulsante per tornare all'inizio