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Effetto Mozart: la sua musica riduce le crisi epilettiche

Secondo un nuovo studio la "Sonata per due pianoforti in re maggiore" sarebbe in grado di limitare l'attività epilettica del cervello

Quando siamo tristi per una pena d’amore o per qualcosa che è andato storto, la canzone giusta può farci sorridere, divertire, ballare. In qualche modo mette un cerotto alla ferita e aiuta a non sentirne il dolore. Ma la musica può anche curare nel vero senso della parola? È un’ipotesi, o forse qualcosa di più, che nasce dagli studi scientifici. Tra le musiche più famose per avere un effetto terapeutico la “Sonata per due pianoforti in re maggiore, K. 448” di Mozart, una composizione di fine Settecento su cui si è costruita la controversa teoria scientifica (pubblicata su Nature negli anni Novanta) nota come “effetto Mozart”.

Cos’è l’effetto Mozart?

Nell’articolo divulgato su Nature nel 1993 un team di neurobiologi dell’Università della California sosteneva che ascoltare la sonata del compositore austriaco causasse un temporaneo aumento delle capacità cognitive. Per la maggior parte degli scienziati, però, l’effetto Mozart è una leggenda.

Ciò non significa che ascoltare musica non abbia benefici dal punto di vista cognitivo. Si sa, ad esempio, che aumenta il livello di dopamina di cervello, un neurotrasmettitore che migliora l’umore, incrementando probabilmente anche le prestazioni cognitive. Tuttavia, si tratta di un effetto positivo trasversale a tutta la musica e non stimolato unicamente dalla composizione di Mozart.

La musica di Mozart migliora l’epilessia

Un nuovo studio scientifico presentato al settimo congresso dell’European Academy of Neurology (EAN 2021) rimesta le carte in tavola. Secondo il lavoro, la sonata di Mozart sarebbe in grado di limitare l’attività epilettica del cervello. Addirittura, le note del compositore austriaco ridurrebbero del 32% le scariche epilettiformi. Si tratta di onde elettriche cerebrali associate all’epilessia che possono causare convulsioni o esplosioni di attività elettrica che influenzano temporaneamente il funzionamento del cervello.

Perché la musica di Mozart ha effetti positivi?

Per arrivare a questo dato, i ricercatori hanno comparato l’ascolto della sonata di Mozart con la musica di un altro compositore, la “Sinfonia N. 94” di Haydn. L’effetto sull’attività cerebrale è stato misurato attraverso elettrodi intracerebrali impiantati nel cervello dei pazienti epilettici prima della chirurgia.

«Con sorpresa, ci sono state differenze significative tra gli effetti che ha avuto l’ascolto della composizione di Mozart o quella di Haydn. Ascoltare il primo ha portato a un decremento del 32% delle scariche, mentre l’ascolto del secondo ne ha addirittura causato un incremento del 45 per cento» ha dichiarato Ivan Rektor, dell’Epilepsy Centre dell’ospedale St. Anne e della CEITEC Masaryk University, Repubblica Ceca. “Riteniamo che le caratteristiche fisiche “acustiche” della musica di Mozart influenzino le oscillazioni cerebrali responsabili della riduzione delle scariche».

Effetto Mozart sull’epilessia: non c’entra l’emozione

Come già avanzato da studi precedenti, i benefici della musica potrebbero derivare dagli effetti emozionali legati all’ascolto delle canzoni (come, appunto, la produzione di dopamina). Tuttavia, mancano ancora le prove dirette per dimostrare il meccanismo. Per due motivi.

Primo perché «i nostri pazienti erano emozionalmente indifferenti ai due brani di musica classica» continua Rektor. «E non c’è effettivamente ragione di pensare che la sonata di Mozart generi maggiore piacere della composizione di Haydn». Secondo perché «abbiamo scoperto che la riduzione delle scariche era maggiore nel lobo temporale laterale. Ossia la parte del cervello che partecipa alla traduzione dei segnali acustici. Piuttosto che nella regione limbica mesiotemporale, che ha un ruolo importante nella risposta emotiva alla musica».

In futuro terapie musicali personalizzate

Gli esperti ritengono che in futuro i risultati dello studio potrebbero aprire la strada allo sviluppo di terapie musicali personalizzate per prevenire e controllare le crisi epilettiche. «Sulla base della nostra ricerca – conclude Rektor – suggeriamo di studiare l’uso di brani musicali con proprietà acustiche ben definite. Potrebbe essere un metodo non invasivo per ridurre l’attività epilettica nei pazienti affetti da questo disturbo». L’epilessia, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, in Europa colpisce circa 6 milioni di persone.

Gruppo San Donato

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