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Cure palliative: sono un diritto, ma solo in pochissimi vi accedono

Per la Giornata delle Cure Palliative si riflette sul fatto che ancora in troppo pochi possano usufruirne, nonostante nel nostro Paese ci sia una legge che le garantisce a tutti

Solo il 25% delle persone che ne avrebbe bisogno e diritto ha accesso alle cure palliative, nel mondo addirittura solo 1 su 10. Nel nostro Paese ne avrebbero bisogno quasi 550.000 persone all’anno. La Lombardia è la regione che gode della situazione migliore, anche se solo un terzo dei suoi cittadini riesce a usufruirne. I dati sono contenuti nella ricerca Le cure palliative in Italia di Vidas, un’associazione che si occupa da quasi 40 anni di assistere le persone con malattie gravissime. Le stime risalgono, però, a prima della pandemia, quindi i numeri attualmente sono anche peggiori.

Cosa sono le cure palliative?

A occuparsi di cure palliative è la legge 38/1. L’articolo 2 le definisce come «l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare».

Gruppo San Donato

Questi interventi sono finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici. In pratica si tratta di tutte quelle cure che possono migliorare il più possibile la fase terminale della vita del malato e della sua famiglia.

Servono a migliorare la parte finale della vita del malato e della sua famiglia

Come si intuisce dal termine stesso, per “fase terminale” si intende quando il paziente non risponde più alle terapie. La persona perde sempre la sua autonomia ed è costretta a convivere con disturbi fisici come il dolore, ma anche con problemi psicologi. Aiutare il paziente nel controllo del dolore e degli altri disturbi è fondamentale. Non accelerano, né rallentano il sopraggiungere della morte, ma sono tese a migliorare la qualità della vita.

Chi può accedere alle cure palliative?

Si parla di fase terminale in genere quando i medici ritengono probabile il decesso entro i dodici mesi. Di solito si tratta di malattie croniche e progressive, come quelle neurologiche, cardiologiche, oncologiche e respiratorie. Possono accedervi anche pazienti che stanno ancora ricevendo terapie per cercare di migliorare la loro vita. Si parla in questo caso di cure palliative precoci o simultanee.

La terapia del dolore

Uno dei punti fondamentali è la terapia del dolore, perché è il sintomo che maggiormente intacca la tenuta fisica e psicologica delle persone. Contemporaneamente è il disturbo che rende difficile anche l’esistenza dei cari.

Per contrastare il dolore si usano sia metodi farmacologici sia di supporto. Quelli di supporto sono in genere tecniche psicologiche, ma anche fisioterapiche, agopuntura e alternative come la meditazione, l’arte e la musicoterapia. Talvolta i medici decidono anche di somministrare sostanze definite psichedeliche. Le più utilizzate sono la cannabis, l’LSD e la psilocibina.

Chi offre questo servizio?

Nel nostro Paese c’è una Rete di cure palliative. Ogni regione ha le sue regole per accedere a questa Rete. In genere comunque ci si può rivolgere al medico di famiglia, allo specialista che sta seguendo il paziente, alla ASL di riferimento e anche alle associazioni di volontariato.

Cure palliative domiciliari

Si svolgono nella residenza del paziente, che viene assistito da personale medico e infermieristico tra le proprie mura domestiche. C’è un’équipe che segue il malato, in coordinamento con il proprio medico.

Naturalmente per poter svolgere queste attività a domicilio occorre che la casa abbia gli spazi adatti e che la malattia sia gestibile fuori da un ospedale o da un hospice. La disponibilità della famiglia a collaborare è altrettanto fondamentale.

Hospice

Se non si può procedere con le cure palliative a domicilio, ci si rivolge a un hospice. Si tratta di un luogo d’accoglienza e ricovero, nel quale la persona viene accompagnata nelle ultime fasi della vita con un adeguato sostegno medico, psicologico e spirituale affinché le viva con dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile.

L’assistenza nell’hospice è gratuita. L’accesso però è regolato dalla richiesta del medico di famiglia o da un reparto di ospedale.

L’ospedale

È possibile ricevere queste cure anche in ospedale dal 2012. In questo caso è necessario che non sia possibile procedere a domicilio o in un hospice.

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