Gravidanza

Covid-19 in gravidanza aumenta il rischio di disturbi dello sviluppo

I figli delle madri che contraggono il Covid in gravidanza presentano un rischio più alto di disturbi neurologici nei primi anni di vita, ma il pericolo resta complessivamente basso

Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori del Massachusetts General Brigham Hospital di Boston, i bambini nati da madri che hanno contratto il Covid-19 durante la gravidanza potrebbero presentare un rischio più elevato di sviluppare disturbi dello sviluppo neurologico entro i tre anni di età. Tra questi, gli studiosi segnalano ritardi del linguaggio, disturbi motori e forme di autismo.

I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Obstetrics & Gynecology, riaccendono l’attenzione sugli effetti a lungo termine dell’infezione da SARS-CoV-2 durante la gestazione.

Un’infezione che può influire anche sul cervello del feto

«Questi risultati dimostrano che il Covid-19, come altre infezioni in gravidanza, può rappresentare un rischio non solo per la madre, ma anche per lo sviluppo cerebrale del feto», ha dichiarato Andrea Edlow, autrice senior della ricerca e specialista in Medicina Materno-Fetale al Massachusetts General Hospital di Boston.
«Questo conferma l’importanza di prevenire l’infezione da Covid-19 durante la gestazione, soprattutto in un periodo in cui la fiducia nei vaccini, compreso quello contro il Covid, sta diminuendo», ha aggiunto la ricercatrice.

Come è stato condotto lo studio

Per valutare l’impatto dell’infezione in gravidanza, i ricercatori hanno analizzato i dati di 18.124 coppie madre-figlio nati tra marzo 2020 e maggio 2021, nel pieno della pandemia.

Tra le 861 donne risultate positive al SARS-CoV-2 durante la gravidanza, 140 bambini (16,3%) hanno ricevuto una diagnosi di disturbo dello sviluppo neurologico entro i tre anni di età. Nelle madri non infettate, la percentuale scendeva al 9,7% (1.680 casi su 17.263 nati).

Dopo aver corretto i dati per età materna, condizioni preesistenti e altri fattori di rischio, il team ha calcolato che contrarre il Covid-19 in gravidanza aumenta del 29% la probabilità che il bambino sviluppi un disturbo neurologico nei primi anni di vita. Il rischio, spiegano gli autori, sembra più alto quando l’infezione si verifica nel terzo trimestre.

Il rischio rimane basso, ma la prevenzione è fondamentale

Nonostante l’aumento statistico, i ricercatori invitano a non cedere all’allarmismo. «Il rischio complessivo di esiti neuroevolutivi negativi nei bambini esposti al Covid-19 in utero rimane probabilmente basso», ha precisato Roy Perlis, coautore senior dello studio e docente del Dipartimento di Psichiatria del Mass General Brigham.

Anche la prima autrice, Lydia Shook, specialista in Medicina Materno-Fetale, sottolinea l’importanza dell’informazione: «I genitori devono essere consapevoli del potenziale rischio di esiti neuroevolutivi avversi nei bambini esposti al Covid-19 in gravidanza. Capire questi rischi significa poter intervenire precocemente, con valutazioni e supporti adeguati allo sviluppo del bambino».

Covid in gravidanza: cosa possiamo imparare da questo studio

Lo studio americano non intende creare allarme, ma rafforzare l’idea che la prevenzione in gravidanza resta essenziale.
Evidenze scientifiche sempre più solide mostrano che le infezioni virali materne possono avere effetti indiretti sullo sviluppo neurologico del feto, attraverso meccanismi infiammatori o alterazioni della risposta immunitaria.

Il messaggio, ribadiscono i ricercatori, è duplice: da un lato, proteggere le donne incinte dal Covid-19 attraverso la vaccinazione e le misure di prevenzione; dall’altro, promuovere un monitoraggio attento dello sviluppo dei bambini nati da madri che hanno contratto l’infezione durante la gestazione.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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