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Cheratocono: cause, sintomi, cure

L'oculista Franco Spedale spiega come si manifesta questa patologia che causa la deformazione della cornea e in che modo si può intervenire

Il cheratocono è una malattia cronica degenerativa della cornea, la parte più esterna dell’occhio, la cui superficie, normalmente semisferica o leggermente elissoidale, si deforma fino a divenire conica. A essere più colpiti sono i giovani tra i 10 e i 20 anni con una frequenza maggiore tra la popolazione di sesso femminile.

Quali sono le cause?

Gli studiosi tendenzialmente ritengono che dietro al cheratocono vi siano cause genetiche, ma c’è anche chi attribuisce l’insorgenza di tale patologia a carenze vitaminiche. Il dibattito scientifico è, comunque, ancora in corso.

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Come si manifesta?

La deformazione della cornea crea un astigmatismo che comporta nel paziente una visione oblongata: in pratica è come se, guardando un pallone da calcio, ne vedesse uno da rugby. Va, comunque, considerato che lo stesso astigmatismo è un disturbo visivo fisiologicamente presente in tutte le persone nella misura di circa mezza diottria; quando, però, supera le 2,5-3 deve suonare come campanello d’allarme, sebbene non totalmente indicativo del cheratocono.

Come si diagnostica?

Quando si riscontra una qualsiasi difficoltà nel vedere è necessario recarsi da un oculista, il quale, dopo una prima visita generica, potrà sottoporre il paziente a un semplice esame strumentale, denominato topografia o mappa corneale, per verificare l’eventuale presenza del cheratocono. Attenzione: la classica visita gratuita con l’autorefrattometro dall’ottico non rileva la malattia.

Come si può curare?

Il cheratocono nell’arco della vita di una persona evolve in quattro stadi a gravità crescente: più si sviluppa precocemente e più rapida sarà l’evoluzione. La forma dalla frequenza maggiore, tuttavia, è quella del cheratocono frusto, cioè dalla progressione lentissima, uno stadio iniziale in cui si corregge il modesto astigmatismo con gli occhiali o con apposite lenti a contatto che rallentano la deformazione corneale. In alcuni casi si può ricorrere a un’applicazione laser, il cross linking, che rinforza gli strati più profondi della cornea (stromali), rallentando o bloccando l’evoluzione della malattia. Lo stadio più
avanzato del cheratocono è risolvibile solamente attraverso il trapianto di cornea, il cui successivo decorso è di almeno un anno-un anno e mezzo. Solo dopo questo lasso di tempo, infatti, vengono tolti i punti di sutura a petalo di margherita, cioè distribuiti a raggiera su tutta la circonferenza della cornea, che possono dare un astigmatismo post-operatorio. Nel frattempo il paziente deve sottoporsi a frequenti controlli e a cure con colliri principalmente a base cortisonica.

Focus a cura di Franco Spedale, Primario di Oculistica presso l’ASST Franciacorta di Chiari (Brescia)

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