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Anticorpi monoclonali: sono loro i farmaci migliori contro Covid?

Arrivano ottime notizie dalla chiusura della sperimentazione di questi farmaci: ridurrebbero la mortalità del 70%

Gli anticorpi monoclonali sviluppati dal colosso americano Eli Lilly and Company riducono la mortalità del 70 per cento. Lo ha annunciato l’azienda farmaceutica, spiegando che la sperimentazione ha ormai superato la fase 3, quella definitiva.

I ricercatori hanno testato i due farmaci in pazienti ad alto rischio dopo aver ricevuto una diagnosi di Covid-19. Più di mille le persone coinvolte. La differenza tra il gruppo che ha assunto i monoclonali e quello formato da chi non li ha presi sono enormi. Nel primo gruppo 11 pazienti sono stati ricoverati, contro il 36 del secondo gruppo. In totale 10 persone hanno perso la vita, tutte tra i pazienti che assumevano placebo e nessuno fra quelli che hanno ricevuto gli anticorpi. Dallo studio emerge anche “una forte evidenza che la terapia ha ridotto la carica virale e accelerato la risoluzione dei sintomi”.

Gruppo San Donato

Già con la guarigione di Trump si era parlato dei monoclonali

La velocissima guarigione di Donald Trump è legata all’uso degli anticorpi monoclonali. È bastato un ricovero molto veloce per farlo tornare agli impegni della campagna elettorale per le presidenziali, che poi ha comunque perso a favore del suo contendente democratico, Joe Biden. Questa volta Trump ha colpito il bersaglio. Secondo tutti gli esperti gli anticorpi monoclonali sono la più promettente terapia, che una volta che arriverà negli ospedali, potrebbe diventare il salva vita per eccellenza. La Food and Drug Administration, che è l’agenzia degli Stati Uniti che regola il mercato del farmaco, aveva dato il via libera al primo, prodotto dal colosso farmaceutico Eli Lilly, prima ancora della fine della fase 3.

Questo almeno in attesa che un eventuale vaccino sia in grado di proteggere almeno la popolazione più a rischio, che in questo caso sono anziani e persone immunodepresse.

Cosa sono gli anticorpi monoclonali?

Bisogna partire dalla definizione di anticorpo. Come suggerisce il suo nome, si tratta di una glicoproteina capace non solo di riconoscere agenti patogeni che siano entrati nel nostro organismo, ma anche di contrastare questi virus o batteri, neutralizzandoli. Il nostro sistema immunitario ne rilascia moltissimi proprio a questo scopo. Gli anticorpi sono molto diversi tra di loro e ogni categoria ha il suo scopo. Il corpo umano impiega un po’ di tempo a produrre anticorpi specifici contro una malattia. È proprio per questo che ci ammaliano e abbiamo i sintomi della malattia. Perché serve tempo.

Ecco che arrivano in soccorso gli anticorpi monoclonali, che non sono altro che anticorpi prodotti artificialmente, tutti identici, con la capacità di eliminare quel determinato virus. In pratica si produce un anticorpo artificiale particolarmente potente e se ne fanno moltissime copie identiche da inserire in un farmaco che possa aiutare il nostro corpo a sconfiggere molte malattie. Questo tipo di anticorpi ha già rivoluzionato la cura di diverse malattie come i tumori, mentre ora sta per arrivare la versione anti Covid-19.

Anticorpi monoclonali: come funzionano?

I ricercatori hanno preso gli anticorpi dei pazienti che hanno superato Covid, scegliendo quelli più “forti”. Li hanno copiati e trasformati in anticorpi monoclonali. Come sempre la ricerca è lunga e impervia, perché si va per tentativi all’inizio. La sperimentazione parte in vitro su cellule, poi su passa ai test sugli animali, per arrivare all’uomo. In genere ci vogliono molti anni. La pioggia di soldi che i governi e le aziende farmaceutiche stanno facendo arrivare alla ricerca anti Covid ha permesso di essere estremamente rapidi. Sono molti infatti gli anticorpi artificiali che sono ormai alla fase finale, quella clinica, che presto chiederanno l’autorizzazione per arrivare sul mercato.

Quali sono quelli più avanti nelle sperimentazioni?

Come si diceva è arrivato il primo via libera della FdA all’uso di un anticorpo monoclonale. Si tratta di quello messo a punto dall’azienda farmaceutica  Eli Lilly. Il suo anticorpo nei test ha ridotto di due terzi il rischio di finire in ospedale.

Tornando a Donald Trump, gli anticorpi monoclonali che lui ha usato in via sperimentale sono quelli prodotti dall’azienda americana Regeneron, che è quella più avanti nella sperimentazione. La Food and Drug Administration, che è l’agenzia del farmaco degli Stati Uniti, dovrebbe rilasciare il via libera molto presto. Il problema è quanti di questi farmaci si riuscirà a produrre e in che tempi. C’è poi quello di Astrazeneca, già in prima fila per il vaccino. In questo caso gli anticorpi sopravviverebbero nel tempo e darebbero una protezione per alcuni mesi, trasformando questi anticorpi quasi in un vaccino stagionale. La sperimentazione ha appena iniziato la fase 3, quindi ci vorranno alcuni mesi. C’è poi il progetto Prometheus, che ha messo insieme un gruppo di scienziati di molti diversi Paesi. Qui la particolarità è che questo anticorpo, se approvato, dovrebbe essere efficace per sei mesi e su tutti i tipi di coronavirus, il che è molto importante in caso di mutazioni del virus.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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