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Un regalo per i nonni? Cani e gatti fanno bene agli anziani

2,1 Secondo un'indagine, circa 2 milioni di anziani possiedeno un animale domestico e sono disposti a spendere quasi 800 euro l'anno per prendersene cura

La migliore medicina per un anziano è quella che…. abbaia o miagola. Avere un animale domestico comporta benefici sia psicologici sia sulla salute fisica degli italiani sopra i 65 anni, a iniziare dai malati cronici (ipertensione, diabete, depressione).

Un pet non è un gioco

Un’idea da far trovare sotto l’albero? Sì, a patto che l’anziano (nonno, zio o amico) abbia lo spazio necessario e la volontà per prendersene cura.

Gruppo San Donato

Ma gli over 65 sono ben disposti 

Secondo un’indagine socio-demografica condotta da FederAnziani Senior Italia, il 39% degli over 65 (ovvero 2,1 milioni di persone) possiede un animale domestico ed è disposto a spendere quasi 800 euro l’anno, una parte importante della propria – spesso esigua – pensione per prendersi cura del proprio pet.

Una compagnia stimolante

«Condividere le proprie giornate con un animale familiare migliora l’umore, stimola la socializzazione, sollecita l’attività fisica e riempie le giornate», interviene Maria Chiara Catalani, vicepresidente della Società italiana scienze del comportamento animale (Sisca, federata Anmvi). Una relazione che arriva a compensare «la mancanza della propria famiglia, quando i figli oramai adulti prendono la loro strada. Un animale in casa sollecita l’area affettiva, ricerca coccole, è affettuoso, ha il desiderio di giocare ».

Le differenze tra cane e gatto

Poi, ogni quattrozampe ha le sue specificità benefiche. «Mentre il gatto aiuta a rilassarsi, è un’affascinante distrazione domestica, diverte con le sue attività di caccia domestica, il cane, con la sua esigenza di uscire di casa, è un ottimo fattore di socializzazione», continua Catalani. «La passeggiata diviene così un momento importante per chi vive gran parte della giornata in solitudine. Molti studi confermano che il cane è un tramite molto efficace per stimolare la conoscenza di nuove persone, per condividere momenti della propria giornata, per sentirsi parte della società».

Stimolano il movimento quotidiano

Camminare un’ora al giorno con Fido, inoltre, ha conseguenze positive anche sulla salute fisica, come rileva l’indagine di FederAnziani Senior Italia: abbassa la pressione, riduce il colesterolo, migliora la circolazione sanguigna, riduce la perdita ossea, diminuisce i valori di glicemia. Nelle persone diabetiche un cane addestrato ad hoc, inoltre, grazie al fiuto può rilevare preventivamente una crisi ipoglicemica, o comunque segnalare bassi livelli di glucosio nel sangue.

Consigli per la scelta

Sulla scelta del cane da compagnia c’è, comunque, una regola principale da seguire: per un anziano è meglio evitare un animale eccessivamente esuberante, che tra l’altro, se limitato, potrebbe sfogarsi provocando danni in casa. «Penso ai cani che hanno la necessità di fare molta attività come quelli da pastore, dai border collie agli australian shepherd, o dalla notevole forza, come i bulldog e i mastini, che possono tirare molto al guinzaglio», precisa l’etologo Roberto Marchesini, direttore di Siua – Scuola di interazione uomo-animale. «Stesso discorso per i cuccioli, che richiedono una massiccia quantità di attenzioni soprattutto nel primo anno di vita».

Positivi anche i cani con problemi

Da non escludere, invece, quattrozampe con menomazioni quali la cecità o la sordità: «Prendersi cura di loro fa sentire di nuovo importante l’anziano in crisi di autostima» , aggiunge l’etologo. Prima dell’adozione o dell’acquisto è, però, fondamentale sentire il parere di veterinari o educatori cinofili, così da analizzare per tempo aspetti di convivenza che spesso si sottovalutano o si sopravvalutano, come la presenza di altri familiari, magari di bambini. Discorso diverso per il gatto, animale più conviviale e meno impegnativo del cane dal punto di vista dell’interazione con l’uomo. «Meglio averne uno solo, perché non sempre ama la compagnia dei suoi simili», conclude Marchesini. «E un gatto stressato, soprattutto in un appartamento crea problemi: per esempio, inizia a fare pipì da tutte le parti».

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