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Marco Carta: «Sono più felice da quando ho detto di essere gay»

«Il senso di libertà dopo aver fatto coming out è impagabile: ho scelto di dirlo in tv per incoraggiare tanti ragazzi gay a uscire allo scoperto»

«Sono più felice da quando ho detto di essere gay». Marco Carta racconta a OK Salute e Benessere il suo coming out di fronte alle telecamere di Domenica Live, il programma di Canale 5 condotto da Barbara D’Urso. Ecco la sua confessione.

Marco Carta racconta di essere gay

A un certo punto ho sentito forte il bisogno di dovermi raccontare. Non potevo più accettare di non essere sincero, al cento per certo, con chi mi segue. I miei fan sono la mia famiglia. Lo dovevo a loro e al mio compagno, ma soprattutto a me stesso. A volte, però, le cose belle fanno paura. È il paradosso della vita: siamo spaventati dall’essere felici, specie per chi come me ha dovuto affrontare difficoltà molto serie già da piccolo. Ho perso entrambi i miei genitori quando ero poco più di un bambino. L’amore di mia nonna e delle mie zie è stato fondamentale, ma certamente ho avuto un’adolescenza parecchio più complicata rispetto alla maggior parte dei miei coetanei.

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Dopo il coming out mi sento libero

Era da un paio d’anni che volevo parlare pubblicamente del mio orientamento sessuale. Chi gestiva la mia immagine, però, mi invitava sempre a pensarci bene e così il mio entusiasmo si affievoliva. Loro volevano solo proteggermi, ma ormai sono un uomo e della mia vita privata sono responsabile solo io. Essere liberi è impagabile; è dire le cose perché, quando e come le vuoi dire tu. Non ho vissuto sempre serenamente le mie preferenze. Come tanti ragazzi gay ho passato la fase della paura del pregiudizio, quella in cui anche i gesti più semplici in pubblico appaiono impossibili. Chi è eterosessuale non credo riesca a capire cosa significhi non potersi dare un bacio o tenersi per mano mentre si passeggia. Alcuni dei gesti più normali e semplici, se fatti da due uomini o da due donne, sembrano rivoluzionari. Fare coming out non mi è servito nelle mura domestiche, ma per stare a mio agio tra la gente.

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Spero che la mia storia aiuti altre persone

Tanti amici, ma anche giornalisti, mi hanno chiesto perché avessi aspettato così tanto tempo. Altri si sono domandati perché io abbia deciso di dirlo in televisione, tra l’altro in un programma di successo come Domenica Live di Barbara D’Urso. La risposta alla prima domanda è la più semplice possibile: evidentemente ero pronto soltanto in quel momento. L’ho detto quando io ho pensato di fare bene a me e non al prossimo. Ho scelto di parlarne su Canale 5 perché ho sperato, sin da subito, che la mia storia potesse essere d’aiuto a tutte quelle persone che non hanno ancora trovato il coraggio di uscire allo scoperto, ma anche a tutte quelle famiglie che di omosessualità sanno poco o niente.

Ogni tanto mi confronto con la psicologa

Nella mia vita sono caduto spesso. Poi all’improvviso trovo da qualche parte dentro di me una forza gigantesca che ogni volta mi fa rialzare in piedi. Sono di quelli che continuano a ripetersi come un mantra «non ce la farò mai», «questa volta è diversa dalle altre». Poi metabolizzo e vedo uno spiraglio di luce dal quale riesco a uscire. Frequento psicologici e psicanalisti da quando sono bambino. Mia nonna ha avuto l’intelligenza di mandarmi in terapia a dieci anni subito dopo la morte di mia mamma. Mi è servito, mi è piaciuto. Ho poi fatto un percorso anche da adulto. Ogni tanto lo faccio ancora adesso, mi fa star bene. Chiamo la mia psicologa e le chiedo di poterla incontrare per qualche ora. Mi sento subito meglio. Sarà che sono un po’ logorroico e sapere che posso dire e raccontare tutto mi aiuta molto. Ora la mia vita è piena. È cambiata tanto nelle cose piccole.

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Mi piacerebbe adottare un bambino

È bello vivere il proprio amore con gli amici, con le persone più care. Ci devo fare ancora l’abitudine. Quando io e il mio fidanzato siamo in giro per strada ogni tanto lui mi dà la mano o mi dà un bacio. È una sensazione assolutamente nuova per me, perché non lo avevo mai fatto. Un gesto piccolissimo, che però riesce a riempirmi il cuore di felicità. Non so ancora se mi sposerò. Di certo sono favorevole alle adozioni e mi piacerebbe avere almeno un figlio, anche se poi, vista la mia infanzia, rischierei di essere troppo protettivo. Però il sogno di avere una famiglia tutta mia è forte. Tante volte capita che i miei fan mi chiedano in privato, anche attraverso Instagram, consigli per fare coming out. Spesso sono ragazzi molto giovani. «Sono gay», mi raccontano, «non riesco a dirlo a nessuno». Io rispondo loro di uscire allo scoperto solo quando sentono che si sentono pronti. Tanto arriva sempre il momento in cui vuoi essere libero.

Marco Carta (testimonianza raccolta da Francesco Bianco)

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