Alimentazione

Vino: proprietà, benefici di un consumo moderato, quanto e come berlo

In uno studio sul consumo moderato di vino, alcuni ricercatori italiani sottolineano il ruolo protettivo di questa bevanda e dei suoi preziosi componenti sulla salute dell'uomo

La parola chiave è – manco a dirlo – moderazione. Sì, perché bere il vino con autocontrollo, cautela ed equilibrio non solo si può fare ma apporta anche possibili benefici alla salute. A confermarlo sono i risultati dello studio “Moderate Wine Consumption and Health: A Narrative Review”, pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients e condotto da un pool di ricercatori indipendenti e afferenti a diverse istituzioni accademiche italiane.

I dati di questo lavoro scientifico, che di fatto è il più recente e completo riguardo allo stato dell’arte sul consumo moderato di vino, arrivano in un momento particolarmente delicato per l’agro-alimentare italiano e, in particolare, per i nostri rossi, bianchi e rosé.

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Vino e agro-alimentare italiani sotto ai riflettori internazionali

«Purtroppo in Europa e nel resto del mondo ci sono numerosi nemici della nostra dieta mediterranea», commenta Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato e promotore del convegno “Bere mediterraneo. Gli effetti della salute di un consumo moderato di vino”, che si è tenuto a Roma e ha visto esperti italiani e internazionali confrontarsi su questo tema.

«Fortunatamente la classe politica italiana si è sempre dimostrata compatta nel difendere le nostre eccellenze, i produttori e i consumatori. Sono certo che continuerà a farlo anche di fronte ad attacchi ingiustificati, come la volontà dell’Irlanda di inserire nelle etichette degli alcolici, vini compresi, le indicazioni sanitarie sui loro possibili effetti dannosi, o l’ideazione del Nutriscore, il sistema di etichettatura “a semaforo” degli alimenti per farne conoscere il livello di salubrità. Sono iniziative che non tutelano affatto la salute dei cittadini e non tengono conto della qualità dei prodotti, ma rappresentano solo un tentativo di danneggiare la produzione e il commercio delle produzioni “made in”. Questo studio, che ci consente di tutelare con maggiore efficacia il vino in ambito europeo e internazionale, fornisce un quadro chiaro e organico sui suoi effetti positivi sulla salute», conclude il Senatore.

Lo studio sugli effetti di un consumo moderato di vino sulla salute

Per la valutazione del consumo moderato di vino e gli effetti benefici sull’uomo, in relazione alla riduzione o all’incremento del rischio di malattie, gli specialisti hanno selezionato, tramite ricerche su banche dati di letteratura scientifica, 24 studi pubblicati tra il 2010 e il 2022. In particolare, 8 studi riguardavano le malattie cardiovascolari, 3 il diabete di tipo 2, 4 le malattie neurodegenerative, 5 il cancro e 4 la longevità.

«Abbiamo voluto rivalutare il rapporto tra il tipo di bevanda alcolica, la dose assunta e la riduzione o l’aumento del rischio di diverse patologie, evidenziare le differenze tra il vino e le altre bevande alcoliche nella modulazione delle vie biochimiche e dell’espressione genica e, infine, sottolineare gli effetti negativi di un’assunzione non consapevole», puntualizza Silvana Hrelia, professoressa di Biochimica all’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna.

I composti bioattivi del vino hanno proprietà uniche

Il vino è un preziosissimo scrigno di composti bioattivi, che includono polifenoli, come flavonoidi, catechina, quercetina, antociani e stilbeni, come il resveratrolo, ma anche melatonina e viniferina. «In particolare, il resveratrolo, anche a bassissime concentrazioni, agisce modulando vie intracellulari in grado di aumentare le difese detossificanti dell’organismo e di attivare vie antinfiammatorie, antiossidanti e antiproliferative, potenziando le difese endogene», spiega Hrelia.

«La viniferina, invece, è l’ultimo fitocomponente identificato nel vino, che ha una capacità fino a 6 volte superiore rispetto al resveratrolo di proteggere la funzionalità endoteliale. In generale, dalla ricerca è emerso che quando il vino viene assunto con moderazione nell’ambito di una dieta mediterranea, questo contribuisce all’assunzione di più di 1,5 grammi al giorno di componenti bioattivi».

Questi composti intervengono nella protezione del danno epatico causato dall’alcol

Qualcuno potrebbe obiettare che sì, il vino è ricco di polifenoli e antiossidanti ma contiene anche una parte alcolica, che certamente non è salutare. In effetti, come spiega anche la professoressa Hrelia nel suo intervento, durante il suo metabolismo l’alcol viene ossidato ad acetaldeide, una sostanza in grado di bloccare la maggior parte della tossicità dell’etanolo, che porta allo sviluppo di patologie croniche, tra le quali quelle epatiche, le cardiovascolari e i tumori.

«Ecco, i componenti bioattivi della dieta mediterranea e del vino che abbiamo citato poco fa riescono, grazie alle loro proprietà biologiche, a potenziare il metabolismo dell’acetaldeide e contribuire alla protezione dal danno epatico indotto dall’alcol», conclude Hrelia.

Vino: tutti i benefici sulla salute dell’uomo

Lo studio condotto analizzando i dati clinici sugli effetti del vino consumato in quantità moderata ha messo in luce come, a tali livelli di assunzione e grazie ai suoi componenti, i rischi siano contenuti e i benefici evidenti, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea. «Dai risultati emerge che, rispetto agli astemi, chi beve tra i 5 e i 15 grammi di alcol al giorno manifesta una riduzione del 26% del rischio di malattie cardiovascolari e una riduzione del 51% del rischio di mortalità per queste patologie, se il consumo di alcol è preferenzialmente dovuto al vino rosso», spiega Attilio Giacosa, professore del Dipartimento di Gastroenterologia e Nutrizione clinica del Policlinico di Monza.

«Inoltre, chi beve abitualmente vino rosso con moderazione manifesta valori glicemici inferiori e una minor frequenza di diabete rispetto agli astemi. E poi, l’abuso di alcolici incrementa i processi neurodegenerativi ma il consumo moderato di vino influisce positivamente sul rischio di disturbi cognitivi. In particolare, il consumo moderato di vino riduce il rischio di demenza, depressione, declino cognitivo, ictus», continua il gastroenterologo.

Indubbiamente, come precisa il professore, gli astemi non devono iniziare a bere il vino per ridurre il loro rischio di patologie cardiovascolari, diabete e declino cognitivo ma non c’è neanche motivo di suggerire a coloro che lo bevono con moderazione di smettere di farlo.

Relazione tra alcol e rischio oncologico

Per quanto riguarda il rischio oncologico, il Codice Europeo Contro il Cancro del 2016 ribadisce che non bere alcolici è preferibile per la prevenzione dei tumori e che se si bevono alcolici di qualsiasi tipo occorre sempre limitarne le quantità. Detto ciò, numerose ricerche scientifiche confermano che «la dieta mediterranea, che include anche un consumo moderato e abituale negli adulti e durante i pasti, si associa a una riduzione del rischio oncologico», precisa Giacosa. «Inoltre l’esclusione della componente alcolica, soprattutto dovuta al vino, dallo score della dieta mediterranea non modifica il risultato protettivo che tale dieta manifesta nei confronti della riduzione del rischio generico di cancro alla mammella».

I moderati bevitori hanno meno probabilità di avere attacchi cardiaci o ictus

Uno studio americano ha spiegato che assumere piccole dosi di alcol possa essere positivo per il cuore. Da decenni alcuni studi che hanno analizzato i dati di molti consumatori moderati di alcolici dimostrano che hanno un rischio di malattie cardiovascolari più basso, rispetto a chi sia completamente astemio. Per moderati bevitori si intende meno di un bicchiere di vino al giorno per le donne, e tra uno e due bicchieri per gli uomini.

Fa aumentare il colesterolo buono e abbassa il fibrinogeno

Sembra che piccole quantità di alcol siano in grado di far crescere i livelli di colesterolo HDL, quello considerato buono. Inoltre i bevitori moderati hanno bassi livelli di fibrinogeno, una proteina chiamata anche fattore I della coagulazione. Anche in questo caso si abbassa il rischio di sviluppare placche aterosclerotiche all’interno dei vasi sanguigni.

Limita la risposta dell’amigdala allo stress

Il nuovo studio americano ha analizzato i dati relative alle abitudini alcoliche di migliaia di persone. I ricercatori hanno scoperto che chi beve tra uno o 14 bicchieri alla settimana ha un rischio inferiore di avere un attacco cardiaco o un ictus di chi si limita a bere un bicchiere alla settimana.

Il gruppo di ricerca ha anche analizzato centinaia di scansioni cerebrali di persone che bevevano moderatamente. L’alcol ha ridotto la risposta dell’amigdala a situazioni di stress. L’amigdala è la zona del nostro cervello che processa la paura e le minacce. I benefici sono maggiori in chi soffre di ansia.

Quanto e come bere vino per ottenere dei benefici?

I ricercatori che hanno preso parte allo studio si sono focalizzati – come abbiamo visto – sul termine “moderazione”: è solo con un consumo equilibrato di vino che possiamo godere dei suoi benefici. «Questi si osservano con l’assunzione di 3-30 grammi al giorno di vino nella donna, che equivalgono a 1 bicchiere, e 12-60 grammi al giorno dell’uomo, cioè 2 bicchieri», precisa Giacosa. Inoltre è sempre meglio consumare vino durante i pasti perché, così facendo, «il vino tende a essere sorseggiato più lentamente rispetto ad altre bevande alcoliche, con possibili benefici metabolici. Tra l’altro la presenza concomitante del cibo nello stomaco rallenta l’assorbimento dell’etanolo, favorendo il metabolismo e la clearance epatica e abbassando il picco di concentrazione alcolica nel sangue», interviene la biologa nutrizionista Elisabetta Bernardi.

Nasce l’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute

Alla luce di quanto sta accadendo in alcuni Paesi, tra i quali l’Irlanda, occorre sempre di più far chiarezza sulla relazione tra vino, dieta mediterranea e salute. Per questo motivo nasce l’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute, presieduto da Luigi Tonino Marsella, professore del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università Tor Vergata di Roma. Si tratta di un istituto virtuale che si propone di promuovere e facilitare la diffusione della conoscenza e dell’informazione di temi riguardanti la dieta mediterranea e il consumo moderato e consapevole di vino, in rapporto a una corretta alimentazione, alla salute e al benessere della popolazione, salvaguardando e valorizzando la cultura del territorio.

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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