Alimentazione

Pesticidi nella frutta e verdura: cosa fare per ridurne l’assunzione 

Una ricerca lancia l'allarme, ma spiega i metodi per continuare a mangiare frutta e verdura

Mangiare frutta e verdura è fondamentale per la salute, ma non tutti gli alimenti vegetali sono uguali in termini di residui di pesticidi. Un nuovo studio, pubblicato sull’International Journal of Hygiene and Environmental Health, ha mostrato che chi consuma in abbondanza frutta e verdura con alti livelli di pesticidi presenta una concentrazione più elevata di queste sostanze nelle urine.

In altre parole, esiste una correlazione diretta tra ciò che portiamo in tavola e la quantità di pesticidi a cui il nostro organismo è esposto.

Pesticidi nella frutta e verdura: cosa dice il nuovo studio

I ricercatori hanno confrontato i dati del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), che ogni anno misura i residui di pesticidi sulla frutta e verdura, con i campioni di urina raccolti dal programma NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey).

Il risultato? «Abbiamo trovato un’incredibile coerenza tra i livelli di pesticidi presenti nei vegetali e quelli riscontrati nelle urine delle persone», ha spiegato Alexis Temkin, autrice principale dello studio e vicepresidente scientifico dell’Environmental Working Group (EWG), l’organizzazione che ogni anno pubblica la guida “Dirty Dozen” (i 12 alimenti più contaminati) e “Clean Fifteen” (i 15 con meno pesticidi).

Linda Birnbaum, ex direttrice del National Institute for Environmental Health Sciences, ha commentato: «Non è necessario testare ogni persona: sappiamo che chi consuma molta frutta e verdura ad alto residuo avrà più pesticidi nelle urine. E parliamo di un mix complesso di sostanze chimiche, non di un solo pesticida, con possibili effetti sulla salute».

Pesticidi e rischi per la salute

Gli autori sottolineano che il problema non è solo la presenza di un singolo pesticida, ma la somma di più sostanze chimiche che agiscono insieme. In passato l’esposizione a pesticidi è stata collegata a:

  • gravidanze complicate (nascite pretermine, basso peso, malformazioni congenite);
  • problemi di fertilità (riduzione della concentrazione spermatica negli uomini);
  • malattie croniche come cancro, patologie cardiovascolari e disturbi neurologici;
  • disturbi dell’infanzia, tra cui difficoltà di attenzione e apprendimento.

I bambini e le donne in gravidanza risultano particolarmente vulnerabili, secondo l’American Academy of Pediatrics.

La lista “Dirty Dozen” e “Clean Fifteen”

Lo studio conferma l’utilità della guida dell’EWG, che ogni anno aiuta i consumatori a fare scelte più consapevoli.

Dirty Dozen 2025 (i più contaminati):

  • spinaci,
  • fragole,
  • cavolo riccio, senape e bietole,
  • uva,
  • pesche, ciliegie e nettarine,
  • pere e mele,
  • more e mirtilli,
  • patate.

Gli spinaci si confermano l’alimento con la maggior quantità di residui, mentre il mix più tossico di pesticidi è stato individuato in fagiolini, peperoni e verdure a foglia larga.

Clean Fifteen 2025 (i meno contaminati):

  • ananas,
  • mais dolce,
  • avocado,
  • papaya,
  • cipolle,
  • piselli dolci surgelati,
  • asparagi,
  • cavolo cappuccio,
  • anguria, cavolfiore, banane, mango, carote, funghi e kiwi.

Come ridurre l’esposizione ai pesticidi

Il messaggio dei ricercatori è chiaro: non bisogna ridurre il consumo di frutta e verdura, ma scegliere e preparare gli alimenti in modo più consapevole.

1. Preferire il biologico, soprattutto per i “Dirty Dozen”

Se possibile, acquistare le versioni biologiche degli alimenti più contaminati è la scelta migliore. Per gli alimenti della lista “Clean Fifteen”, invece, il consumo può essere considerato più sicuro anche in versione convenzionale.

2. Lavare sempre frutta e verdura

L’USDA sottolinea che i test vengono effettuati su prodotti già lavati, quindi a casa non bisogna saltare questo passaggio:

  • sciacquare sotto acqua corrente per 15-20 secondi,
  • strofinare frutta e verdura compatta (carote, cetrioli, patate) con una spazzolina pulita,
  • rimuovere le foglie esterne di lattuga e cavolo,
  • asciugare con un panno pulito o carta da cucina.

3. Sbucciare e tagliare correttamente

Per alimenti come arance, banane o kiwi, sbucciare riduce l’esposizione. Ma è importante lavarli prima, per evitare che i pesticidi o i batteri sulla buccia vengano trasferiti al coltello e quindi alla polpa.

4. Non serve usare detergenti

La FDA sconsiglia l’uso di saponi, disinfettanti o soluzioni chimiche: frutta e verdura sono porose e potrebbero assorbire queste sostanze, risultando più dannose dei pesticidi stessi.

5. Attenzione a gravidanza e bambini

Donne incinte e genitori dovrebbero prestare particolare attenzione, preferendo alimenti biologici per le categorie più a rischio.

Scegliere bene senza rinunciare

Ridurre l’esposizione ai pesticidi non significa eliminare frutta e verdura dalla dieta, anzi. Significa scegliere con più consapevolezza, lavare correttamente gli alimenti e, quando possibile, preferire il biologico per gli alimenti più a rischio.

Come ricorda Temkin: «La salute non si protegge eliminando frutta e verdura, ma imparando a selezionare e trattare meglio i prodotti che portiamo in tavola».

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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