
Il colore sano della pelle dipende da diversi fattori: la genetica, l’esposizione al sole e, in parte, anche l’alimentazione. Alcuni cibi possono infatti influenzare la tonalità cutanea. Tuttavia, un consumo eccessivo di alimenti ricchi di betacarotene può portare a un effetto indesiderato: la carotenosi, caratterizzata da una sfumatura giallo-arancione della pelle, particolarmente evidente nelle persone con carnagione chiara.
In questo articolo
Cos’è la carotenosi e quali alimenti la causano?
La carotenosi è una condizione benigna causata dall’accumulo di betacarotene, un pigmento vegetale precursore della vitamina A, presente in elevate quantità in:
- Carote (crude, cotte, in succo)
- Zucca
- Patate dolci
- Albicocche
- Spinaci e altre verdure a foglia verde.
Secondo la dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista della Fondazione Veronesi, «la carotenosi è stata descritta per la prima volta nel 1919 a New York e segnalata durante le guerre mondiali, quando le diete erano prevalentemente vegetali». Studi più recenti hanno dimostrato come l’effetto possa manifestarsi anche in bambini, persone con anoressia nervosa, diabetici e chi assume dosi elevate di integratori.
Carotenosi e genetica: non è solo colpa della dieta
Oltre al consumo eccessivo di betacarotene (20-30 mg al giorno per settimane, pari a circa 8 carote medie), esistono casi di carotenosi legati a predisposizioni genetiche o a carenze enzimatiche che impediscono la conversione del carotene in vitamina A.
Come distinguere la carotenosi dall’ittero?
La carotenosi colpisce principalmente le zone dove la pelle è più spessa, come palmi delle mani, piante dei piedi e narici. A differenza dell’ittero, che colora di giallo anche le sclere (la parte bianca degli occhi), nella carotenosi gli occhi restano bianchi.
Consiglio pratico: se noti una colorazione giallo-arancione della pelle e consumi molti alimenti ricchi di carotenoidi, riduci l’assunzione e osserva se il colore scompare.
Non solo betacarotene: attenzione anche agli altri pigmenti
Oltre al betacarotene, altri pigmenti naturali possono influenzare temporaneamente il colore della pelle:
- Licopene: presente in pomodori (soprattutto cotti), pompelmo rosa e peperoni rossi, dona sfumature rosate e ha proprietà antiossidanti.
- Capsantina e luteina: contenute nei peperoni e in altri ortaggi, possono accentuare il colorito.
- Curcumina: nella curcuma, può dare una lieve tonalità gialla se consumata in eccesso.
- Betanina: il pigmento delle barbabietole, che colora urine e feci.
- Antocianine: presenti nei frutti di bosco, possono tingere temporaneamente labbra e urine, senza accumularsi nella pelle.
Esiste un’alimentazione che favorisce l’abbronzatura?
Contrariamente a quanto si crede, non esistono cibi che stimolano direttamente l’abbronzatura. Tuttavia, una dieta equilibrata può rafforzare la pelle e prepararla all’esposizione solare. «Alimenti ricchi di betacarotene, licopene, vitamina C, vitamina E e grassi polinsaturi possono migliorare la risposta della pelle ai raggi UV», spiega la dottoressa Dogliotti.
Ecco dove trovare questi nutrienti:
- Betacarotene e licopene: frutta e verdura giallo-arancio e rossa (carote, pomodori, peperoni)
- Vitamina C: kiwi, mango, ananas, papaya, mirtilli
- Vitamina E: olio extravergine di oliva
- Acidi grassi polinsaturi: frutta secca e pesce
L’unico vero stimolo alla produzione di melanina è l’esposizione graduale e protetta al sole. Usa sempre creme solari adeguate al tuo fototipo.
Testo di Tiziano Zaccaria
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