Salute

E se il medico ti prescrivesse un hobby?

Si tratta di un approccio che integra l'assistenza sanitaria, indirizzando le persone verso attività sociali e ricreative

Laboratori di pittura, sport, visite ai musei: sono solo alcune delle attività che possono contribuire al benessere di una persona. Tanto che, accanto alla medicina tradizionale, si è fatta strada l’idea che la salute degli individui possa essere promossa anche attraverso esperienze sociali, ricreative e culturali. Scopriamo cos’è e come funziona la prescrizione sociale.

Prescrizione sociale: cos’è?

La prescrizione sociale, o social prescribing, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è un mezzo per «mettere in contatto i pazienti con una serie di servizi non clinici nella comunità per migliorare la loro salute e il loro benessere. Si basa sull’evidenza che affrontare i determinanti sociali della salute, come lo status socioeconomico, l’inclusione sociale, l’alloggio e l’istruzione, è fondamentale per migliorare i risultati in termini di salute».

In pratica, si fonda sul principio che il benessere non dipenda solo da farmaci e terapie mediche, ma anche dalle condizioni sociali, relazionali e ambientali in cui viviamo e sul presupposto che fattori come la solitudine, la precarietà economica, la mancanza di stimoli culturali o di relazioni possano avere un impatto diretto sulla salute.

Prescrizione sociale: come funziona

Un iter tipico di prescrizione sociale prevede che il professionista sanitario, dopo aver valutato la necessità del paziente, lo indirizzi a un “link worker”. Questo operatore collega il paziente ai servizi presenti sul territorio elaborando con lui un percorso personalizzato di attività in base alle sue esigenze, che può includere, ad esempio, esercizio fisico, laboratori artistici o creativi, partecipazione a gruppi di supporto, volontariato, ecc.

La prescrizione sociale si sta diffondendo in diversi Paesi ed è ben consolidata nel Regno Unito. Anche in Italia si sta sperimentando questa pratica, soprattutto attraverso percorsi pilota di programmi di prescrizione sociale. Tra i progetti presenti nel nostro Paese, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) cita la rete dei Musei Toscani per l’Alzheimer, il progetto Nati per Leggere, il progetto Dance Well e il progetto Archivi e salute.

A chi si rivolge

Come si legge nel documento pubblicato dall’OMS “A toolkit on how to implement social prescribing”, disponibile anche in italiano, la prescrizione sociale può essere utile a chiunque, ma determinate fasce della popolazione più fragili possono trarne maggiori benefici, tra cui:

  • persone con malattie croniche;
  • chi è solo o isolato socialmente;
  • soggetti ad altro rischio di disturbi mentali;
  • persone vulnerabili, ad esempio a causa dell’età o della loro condizione economica.

Prescrizione sociale: quali sono i benefici?

Varie ricerche indicano che la prescrizione sociale può avere un effetto positivo sul benessere delle persone e sul miglioramento della loro qualità della vita, contribuendo anche a un possibile allentamento del carico sul sistema sanitario. Può rappresentare un’opportunità concreta per integrare e ripensare l’assistenza sanitaria in chiave olistica, in cui la salute non è intesa solo come assenza di malattia, ma come uno stato di benessere che tiene conto del contesto di vita del paziente, delle sue relazioni, dei suoi interessi culturali e del suo coinvolgimento nella comunità.

Sebbene la prescrizione sociale mostri benefici promettenti, le evidenze attuali non sono ancora sufficienti per valutarne pienamente l’efficacia. Inoltre, la sua valutazione su larga scala risulta complessa anche perché si tratta di un approccio fortemente personalizzato e legato al contesto locale, che prevede attività diverse a seconda dei bisogni della persona e delle risorse disponibili sul territorio.

Come spiega il toolkit dell’OMS, «attualmente, i risultati quantitativi relativi all’efficacia e al costo-efficacia della prescrizione sociale sono contrastanti, in gran parte a causa dell’assenza di valutazioni rigorose. Tuttavia, è importante ricordare che la prescrizione sociale non ha un valore in quanto intervento in sé: il suo successo dipende dal buon funzionamento dei servizi a cui il destinatario viene indirizzato».

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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