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Dopo la menopausa la pancia si “allarga”? Ecco cosa si rischia

Uno studio americano ha messo in luce come le donne con un girovita superiore a 88 centimetri presentino più rischi di mortalità dopo la cessazione del ciclo mestruale

Se il punto vita tende ad allargarsi dopo la menopausa, la donna presenta un maggior rischio di mortalità rispetto a coetanee normo-peso. A dirlo è uno studio americano pubblicato sulla rivista Nutrition, Obesity and Exercise, dal quale è emerso che una circonferenza superiore a 88 centimetri potrebbe essere potenzialmente pericolosa nel periodo che segue la cessazione del ciclo mestruale.

Lo studio retrospettivo

Gruppo San Donato

La ricerca retrospettiva ha valutato i dati relativi a 156.624 donne con un’età media di 63,2 anni, estrapolati dal Women’s Health Initiative, uno studio condotto tra il 1991 e il 1992 sulle donne in post-menopausa e sponsorizzato dal National Institute of Health. Dall’indagine è emerso che l’obesità centrale aumenta del 31% il rischio di mortalità per patologie cardiovascolari e tumori, mentre il solo sovrappeso – non associato a particolare grasso addominale – innalza del 16% questo rischio. Anche tra le donne normo-peso, quelle con circonferenza superiore a 88 centimetri presentano un rischio di mortalità cardiovascolare aumentato del 25% e di mortalità per tumori del 20% rispetto a quelle con una pancia nella norma.

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Il pericolo è nascosto nel grasso addominale

Il dato interessante che emerge da questa ricerca è che anche donne con peso normale sono esposte a un elevato rischio di mortalità se il grasso si deposita sulla pancia, proprio come quelle che soffrono di obesità. «Ciò significa che basare la valutazione del rischio comportato dall’obesità solo sul calcolo dell’indice di massa corporea non consente di individuare l’aumentato rischio di mortalità proprio delle donne normopeso con distribuzione del grasso di tipo centrale» interviene Patrizia Burra, ordinario di Gastroenterologia dell’Università degli Studi di Padova e vicepresidente della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva (SIGE). «Il messaggio dunque è chiaro e semplice: bisogna sempre misurare la propria circonferenza! L’indice di massa corporea e la misura del girovita ci aiutano infatti a identificare le pazienti a rischio».

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