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Donna-oggetto: il vero pericolo viene da Facebook

Troppo tempo online ad osservare le proprie foto, così il corpo diventa un'ossessione

Altro che pubblicità, tv, e video musicali: oggi la donna-oggetto nasce su Facebook. Troppo tempo passato online a guardare e confrontare le proprie foto recenti e passate sul profilo: così molte ragazze focalizzano l’attenzione su alcune parti del corpo, trasformandole in una vera ossessione. A lanciare l’allerta è un gruppo di psicologi australini e britannici, che pubblicano uno studio unico nel suo genere sulla rivista Psychology of Women Quarterly.

I ricercatori hanno intervistato 150 ragazze universitarie di età compresa tra i 17 e i 25 anni. Attraverso una serie di questionari, hanno ricostruito il loro rapporto con i media e la tendenza a guardare il proprio corpo come ad un oggetto.

Gruppo San Donato

Dai risultati è emerso che le riviste, sebbene siano fortemente legate all’oggettivazione del corpo, sono in realtà lette sempre meno dalle giovanissime, che invece preferiscono passare il loro tempo libero (in media due ore al giorno) curiosando su Facebook. A differenza di quanto si possa pensare, però, le più accanite non lo fanno per curiosare i profili di amiche, parenti o celebrities, bensì per guardare e riguardare le proprie foto, confrontando quelle più recenti con quelle passate. «La comparazione delle proprie immagini – spiegano i ricercatori – porta le ragazze a focalizzare l’attenzione su specifiche parti del corpo, contribuendo all’oggettivazione di sè stesse».

Per uscire da questa spirale basta poco: gli psicologi raccomandano di postare meno selfie e di seguire le persone che sul proprio profilo pubblicano poche foto.

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