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Demenze, è emergenza globale: rischiamo davvero di perdere la sfida?

Il numero di malati colpiti da Alzheimer e altre demenze continua a crescere, ma la ricerca è in affanno: costi troppo elevati e alti tassi di insuccesso scoraggiano gli investimenti

Le sperimentazioni dei farmaci contro le demenze come l’Alzheimer sono tra quelle con il più alto tasso di fallimento, al punto che si rischia che le aziende farmaceutiche «abbandonino il campo». A lanciare l’allarme sono i maggiori esperti mondiali riuniti a Roma il 9 e il 10 giugno 2015, per il secondo incontro internazionale del programma “Dementia Integrated Development”, promosso e guidato dal Dipartimento della Salute del governo britannico con lo scopo di individuare una strategia globale per affrontare questa emergenza.

I numeri parlano chiaro: lo “tsunami” demenza rischia di colpire e stravolgere il welfare dei nostri Paesi nei prossimi anni. Basti pensare che nel 2030 saranno oltre 75 milioni i pazienti colpiti dalle demenze in tutto il mondo, e questo numero salirà oltre i 135 milioni nel 2050, con oneri economici globali di centinaia di miliardi di dollari.

In questo scenario, la ricerca scientifica si trova a combattere con le armi spuntate. La sperimentazione di nuove molecole in neurologia, e nelle demenze in particolare, comporta dei costi altissimi e spesso si conclude con risultati fallimentari. Il rischio è che le aziende farmaceutiche si scoraggino riducendo i propri investimenti, come ci spiega in questo video Luca Pani, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

Gruppo San Donato

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