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Il cuore rischia di più in chi è basso di statura

I geni che controllano lo sviluppo in altezza sembrano avere un ruolo anche su colesterolo e altri fattori di rischio cardiovascolare. Per ogni 6 centimetri di altezza in meno il rischio coronarico aumenta del 13 per cento

Può dare il via a battute ma, in realtà, non è affatto uno scherzo: le persone basse hanno il cuore più fragile, per ogni 6,2 centimetri di statura in meno rispetto alla media il rischio di manifestare una malattia coronarica si impenna del 13 per cento. Parola della scienza e della genetica. A esserne sorpresi sono gli stessi ricercatori dell’Università di Leicester, nel Regno Unito, che hanno osservato la correlazione inversa tra l’altezza e un progressivo restringimento del lume delle coronarie, una condizione che sfocia in un’alterata funzionalità del cuore. Il legame non è nuovo, era già stato ipotizzato almeno mezzo secolo fa da alcuni cardiologi, tuttavia nessuno studio precedente era riuscito ad approfondirne il meccanismo alla base.

Non lo fa nemmeno questo studio inglese appena pubblicato sul New England Journal of Medicine, e supportato dalla British Heart Foundation, sebbene ponga le basi per chiarire l’associazione tra lo sviluppo in statura e la fragilità coronarica. La chiave di lettura sembra essere la genetica e, infatti, gli scienziati hanno analizzato campioni di DNA di oltre 200 mila uomini e donne di diverse nazionalità, affette o meno da malattia coronarica, concentrandosi soprattutto sulle 180 varianti geniche che determinano la statura individuale. Analizzando i dati raccolti, il team ha dedotto che alcuni geni possano essere responsabili dello sviluppo sia delle ossa che dei vasi sanguigni: una persona bassa, quindi, sembra avere anche un corredo genetico più ‘povero’ per la salute delle coronarie ed essere quindi più predisposta ad alcuni fattori di rischio cardiaco. Ma quali? «Abbiamo osservato solo un’associazione con i livelli di colesterolo e trigliceridi che potrebbe spiegare una piccola proporzione (meno di un terzo) della relazione tra la bassa statura e la malattia coronarica», ha spiegato Christopher Nelson, uno dei ricercatori che ha condotto le analisi dei risultati. «La restante parte è probabilmente spiegata da processi biologici condivisi che determinano il raggiungimento di una specifica altezza e lo sviluppo di malattia coronarica allo stesso tempo».

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Resta ora da chiarire la natura di questo legame, se tra statura e coronaropatia possa esserci un nesso causale. Se così fosse l’altezza rientrerebbe in quei fattori non modificabili che mettono a rischio il cuore, come il sesso, l’età e la famigliarità per malattie coronariche. Certo, un fattore di rischio meno incisivo del fumo che aumenta fino al 200-300 per cento la probabilità di avere coronarie ristrette o, alla peggio, ostruite. Ma, in termini di prevenzione, se basta smettere di fumare per guadagnare in benessere cardiovascolare, per quanto riguarda la statura non c’è modo di guadagnare invece dei centimetri a beneficio del cuore. «I nostri risultati evidenziano che le cause di questa diffusa condizione patologica sono molto complesse e alcune informazioni che al momento non comprendiamo possono avere un impatto significativo», conclude Nilesh Samani, cardiologo e coautore della ricerca. «Sebbene non vi siano implicazioni cliniche immediate, una migliore ed estensiva comprensione dei meccanismi biologici sottostanti questo legame può aprire la strada a nuove strategie di prevenzione e trattamento».

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