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Pet therapy in rianimazione: una carezza come medicina

All'ospedale Careggi di Firenze è partito il primo progetto italiano di terapia con cani in un reparto di emergenza

Accarezzare un cane o un gatto riduce la pressione sanguigna, l’ansia, il battito cardiaco e stimola la produzione degli ormoni del benessere. A cogliere tutti i benefici di una carezza sono stati i membri dell’ospedale Careggi di Firenze, dove è partito il primo progetto italiano di pet therapy in un reparto di rianimazione e dove i pazienti che cercano di uscire dalla terapia intensiva potranno godere, attraverso sedute personalizzate, dei benefici della compagnia di un amico a quattro zampe.

Il progetto ha l’obiettivo di ridurre lo stress del ricovero, incentivando esercizi fisioterapici spontanei come la carezza, un gesto che, oltre a instaurare un legame di amicizia tra uomo e cane, può anche agevolare lo svezzamento dalla ventilazione meccanica invasiva, soprattutto in quei malati in cui si instaura una forte componente ansiosa.

Gruppo San Donato

pet therapy 2

Mediante la pet therapy ci sono bambini con difficoltà a parlare che iniziano a pronunciare parole con il pretesto di dare comandi ai cani, anziani che ricominciano a camminare stimolati da un amico a quattro zampe al guinzaglio oppure detenuti che, grazie all’interazione con un animale, superano dipendenze da alcol e droghe. La presenza di cani in un reparto di animazione può avere tanti benefici, a partire dalla riduzione di ansie. La sperimentazione, con i primi 10 pazienti da inizio 2016, è stata condotta con coppie di conduttore-cane della Scuola nazionale cani guida per ciechi della Regione Toscana, garantendo la presenza di un personale qualificato e certificato, come richiede il decreto in materia di benessere degli animali da compagnia e pet therapy approvato a inizio 2003.

Le sedute di pet therapy sono state pianificate due volte a settimana e si sono dedicate a pazienti coscienti o in fase di recupero di coscienza, ognuna personalizzata in base ai bisogni emotivi e cognitivi di ciascun malato. «La presenza di animali in corsia può essere di grande aiuto per i pazienti, accelerando addirittura la guarigione – ha affermato Stefania Saccardi, l’assessore regionale al diritto alla salute – e la presenza di cani in rianimazione dimostra che, anche in un reparto così delicato, animali opportunamente addestrati e accompagnati, possono avere un importante ruolo terapeutico».

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