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J-AX: «Col paracadute ho vinto la paura di volare»

«Salire su un aereo mi ha sempre scatenato l’ansia. L’anno scorso ho provato un’esperienza per me estrema e ho risolto tutti i miei problemi»

Ho sempre avuto il terrore di volare, fin da bambino. Sarà che l’uomo, secondo me, è fatto per stare a terra. Intendiamoci, la paura non mi ha impedito di viaggiare in aereo, ma ogni volta mi prendeva l’angoscia: un mix di ansia, irrequietezza, panico. Se poi il tragitto era lungo, ecco anche nausea e crampi allo stomaco. I momenti più difficili erano i vuoti d’aria, che speri siano brevi e invece sembrano sempre interminabili.

Sono andato avanti così per anni, cercando di allentare la tensione con una pastiglia di ansiolitico prima di affrontare i voli intercontinentali. Ma, negli ultimi tempi, la situazione era peggiorata. Invecchiando, probabilmente, si intensificano le fobie e si amplifica l’attaccamento alla vita.

Gruppo San Donato

Lo scorso autunno, per fortuna, un lavoro pubblicitario mi ha aiutato a superare il problema. Ero stato scelto come testimonial del concorso di Vodafone «Realizza il tuo #FIRST»: per promuovere l’iniziativa, sarei stato protagonista di una nuova avventura, assolutamente inedita.

Per farla breve, lanciarmi in paracadute su Campovolo di Reggio Emilia mi è sembrato un toccasana per vincere il mio antico terrore. Senza contare che le sfide estreme sono uno stimolo per la creatività.

E visto che tutto quello che faccio lo faccio sempre alla grande, ho deciso di esibirmi in un atipico show e di iniziare a cantare già in volo il brano Immorale per regalare ai fan uno spettacolo unico.

Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata, ma la forza di volontà è la nostra arma migliore. Per affrontare al meglio la prova mi sono preparato con Sandro Andreotti, istruttore di paracadutismo con oltre 15 anni di esperienza.

Dopo le lezioni di teoria siamo passati ai lanci veri e propri: i primi effettuati insieme a due istruttori, gli altri insieme solo a Sandro. Che, per smorzare l’apprensione, continuava a dirmi: «Non temere, con la tecnologia e i sistemi di ultima generazione è molto più sicuro un lancio da un aereo che un viaggio in autostrada».

A titolo di cronaca, i lanci si eseguono da un velivolo Pilatus PC6 a turbina, che impiega 15 minuti a salire a quota 4.300 metri. All’inizio si precipita in caduta libera per un minuto, poi a 1.500 metri da terra si apre il paracadute.

Il grande giorno era fissato per il 2 ottobre 2014. Ricordo che il cielo era nitido e il sole splendente. Ma io tremavo come una foglia. Prima di lanciarmi in tandem con Sandro da oltre 4mila metri, per tranquillizzarmi continuavo a ripetermi: «Calmati, calmati, è una bellissima giornata…!».

Lo ammetto: non ero mai stato così agitato, se non ai tempi del debutto a Bergamo, in un piccolo club. In quell’occasione, la paura era ancora più motivata: all’epoca, infatti, le risse dopo i concerti rap erano all’ordine del giorno e, per mettere le cose in chiaro, ero salito sul palco con una mazza da baseball!

Comunque, dopo il lancio con il paracadute viaggiare in aereo ormai non mi fa nessun effetto. Ho capito che dopo i 40 anni la vita scorre più serena e non ti fai più fregare da nessuno (paura di volare inclusa). Ecco, l’amore, l’amore vero forse è la medicina più efficace per vivere meglio.

Oggi conduco una vita più equilibrata rispetto a dieci anni fa. Mi sono sposato, non sento più l’esigenza di mostrarmi macho e ho fatto pace con la mia parte femminile. Prima di conoscere la mia compagna pensavo di essere un Highlander, trascorrevo le nottate in giro in jeep, attorniato da modelle che vedevano in me un bancomat.

Come scrivo nel brano Miss e Mr Hyde la mia donna è come il vento che rende un mozzicone un incendio, senza mi sento Frankenstein, un mostro cui manca un pezzo. Ho bisogno di lei per dormire la notte, basta che mi stringa forte e tutto torna a posto. Grazie a lei ho ritrovato dentro di me il senso della vita che avevo perso.

J-AX – Testimonianza raccolta da Nicole Cavazzuti per OK Salute e benessere marzo 2015

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