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Corsi e psicoterapia per vincere la paura di volare

Quasi un italiano su due soffre di aerofobia e rinuncia quindi a volare preferendo altri mezzi, anche se il viaggio diventa più lungo. Che fare? «Chi vive il volo con timore potrebbe seguire uno dei corsi delle compagnie aeree» spiega l'esperto di OK Andrea Castiello D'Antonio «e nei casi più gravi è utile la psicoterapia».

Il 54% degli italiani ha paura di volare. Più di uno su due, quindi, rinuncia al viaggio in aereo preferendo mezzi che impiegano più tempo o si imbarca con forti tensioni. Che fare? Ecco i consigli di Andrea Castiello D’Antonio, psicoterapeuta e counselor esperto di psicologia dell’aviazione, professore straordinario di psicologia all’Università Europea di Roma (puoi chiedergli un consulto qui).

Spesso, la classica rassicurazione «è il mezzo più sicuro» non convince chi soffre di aerofobia e di certo non aiuta ad affrontare la situazione con consapevolezza. Chi fa una scelta estrema come quella di J-Ax di lanciarsi col paracadute potrebbe essere animato da una fortissima motivazione, per esempio lavorativa o sentimentale, ma generalmente questo atteggiamento è sconsigliato: anziché sconfiggerlo, potrebbe cementare il timore di prendere l’aereo.

Gruppo San Donato

CAUSE. L’aerofobia è una fobia situazionale specifica, con cui la persona convive da sempre o a partire da un certo momento in poi. A seguito, per esempio, di un volo che ha presentato turbolenze molto forti, di un guasto tecnico o altro che ha costretto a stare a bordo per un lungo periodo. O, ancora, dopo l’esperienza di un compagno di poltrona molto aggressivo o piuttosto ansioso.

Ma le motivazioni possono essere le più disparate. Secondo la visione psicoanalitica, la paura di volare si associa all’angoscia di separazione dai propri affetti (può scatenarsi anche in una donna che diventa mamma, o in persone che assumono responsabilità importanti sul lavoro), all’idea di andare verso l’ignoto, al dover stare fermi in un ambiente inospitale, o all’essere dipendenti da altri (comandante, assistenti di volo…).

Può manifestarsi anche a seguito di un lutto, o ancora per un apprendimento sbagliato: si è identificato l’aereo come l’oggetto della paura, ma dietro questa potrebbe nascondersi molto altro.

SINTOMI. Si può avvertire un senso di angoscia, un’ansia molto profonda che paralizza e che impedisce di cimentarsi nell’esperienza del volo, oppure un senso di timore generalizzato o latente, che può consentire di prendere l’aereo, stando però in tensione per tutto il viaggio.

RIMEDI. Molte delle persone che hanno paura di volare tentano di anestetizzarla con gli psicofarmaci o con l’alcool. Oppure evitano di prendere l’aero, o lo prendono solo se accompagnati da persone di loro fiducia. Tutti questi atteggiamenti non risolvono il problema, ma ne creano un altro: una dipendenza da una sostanza o da una persona.

Chi vive il viaggio con timore o ha smesso di imbarcarsi a seguito di un evento traumatico potrebbe seguire uno dei corsi delle compagnie aeree. Di solito sono strutturati in tre step: il comandante o i tecnici di volo danno informazioni sulla sicurezza del mezzo, con esperti si discute in gruppo di ciò che impedisce di vivere con serenità l’esperienza, infine si passa a una simulazione di volo e a un volo di prova.

Ma, se la paura ha radici più profonde, col tempo potrebbe riemergere. Se si vuole seguire un percorso individuale si può scegliere un counselor con cui apprendere come modificare in positivo il proprio atteggiamento. Chi è paralizzato e sperimenta ansia alla sola idea di volare può scegliere la via della psicoterapia, più impegnativa, ma più orientata a sviluppare consapevolezza delle vere motivazioni che potrebbero nascondersi dietro questo timore.

Da OK Salute e benessere marzo 2015

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