Sessualità

Sexting, quando gli adolescenti inviano sms hot

Il termine sexting, nato dall’unione delle parole inglesi sex (sesso) e texting (spedire un testo), è un neologismo utilizzato per descrivere l’invio o la ricezione di messaggi elettronici contenenti materiale sessualmente esplicito.

Il termine sexting, nato dall’unione delle parole inglesi sex (sesso) e texting (spedire un testo), è un neologismo utilizzato per descrivere l’invio o la ricezione di messaggi elettronici contenenti materiale sessualmente esplicito.

Il sexting è considerato una moda fra i giovani e consiste principalmente nello scambio di foto e video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il cellulare, e/o nella pubblicazione tramite via telematica, come chat, social network e internet in generale oppure semplici mms. Spesso tali immagini, anche se inviate ad una stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile e possono creare seri problemi alla persona ritratta nelle foto/video.

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Un recente studio anglosassone, condotto da Kimberly J. Mitchell dell’Università di Durham su un campione di 1.560 ragazzi tra i 10 e i 17 anni, ha riportato che circa il 10% degli intervistati aveva scambiato immagini «sessualmente suggestive» nell’anno precedente. Inoltre, i dati allarmanti provenienti dal nostro Paese e pubblicati dall’Eurispes in collaborazione con il Telefono Azzurro, indicano che nel 2010 ben il 6,7% degli adolescenti italiani avrebbe inviato sms o mms a sfondo sessuale, mentre il 10,2% li avrebbe ricevuti. Un risultato preoccupante se si pensa che il 37,7% dei giovani naviga su internet da due a quattro ore al giorno.

Anche in Italia inizia a diffondersi infatti il fenomeno del sexting: dall’Indagine nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza condotta da Telefono Azzurro ed Eurispes (2011) su un campione di 1.496 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni, emerge che un ragazzo su dieci (10,2%) ha ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale con il cellulare, mentre il 6,7% ne ha inviati ad amici, fidanzati, adulti, persone conosciute e non.

Dall’indagine emerge inoltre che il fenomeno del sexting interessa sia maschi che femmine, seppur con qualche differenza: sono prevalentemente i maschi sia a inviare sms o mms a sfondo sessuale (contro il 3,6% delle femmine), sia a riceverli (15,5% contro il 7,1% delle femmine). Al crescere dell’età aumenta, prevedibilmente, l’interesse dei giovani per il sesso e questo si riflette anche nella pratica del sexting: l’8,1% del ragazzi di 16-18 anni ha inviato un sms o mms a sfondo sessuale, contro il 5,6% dei ragazzi di 12-15 anni.

Analoghe considerazioni valgono per la ricezione di sms o mms a sfondo sessuale: il 7,3% dei ragazzi di 12-15 ne ha ricevuto almeno uno, contro il 14,9% dei ragazzi di 16-18 anni. In diversi casi, l’invio e la pubblicazione online di tali materiali è legata ad atti di bullismo e mira a ferire il protagonista delle immagini stesse. I ragazzi, inoltre, non sembrano essere consapevoli di scambiare materiale pedopornografico, che può arrivare nelle mani sbagliate, anche in questo caso con gravi conseguenze emotive per i protagonisti delle immagini e dei video, favorendo fenomeni come l’adescamento online.

Il gruppo dei parietà può giocare un ruolo importantissimo per comprendere le motivazioni che spingono gli adolescenti al sexting, come testimoniato da un celebre studio condotto nel 2008 dall’American National Campaign to Prevent Teen and Unplanned Pregnancy. Secondo tale indagine, infatti, ben il 51% delle ragazze, contro il 24% dei ragazzi, avrebbe percepito una forte pressione e aspettativa da parte dei rispettivi fidanzati o amici ad inviare messaggi “sexy”. In genere, però, quello che i ragazzi ignorano è che simili comportamenti possono essere sottoposti alle leggi che regolano la pornografia infantile e, complessivamente, sottovalutano il rischio che queste foto possano in futuro essere diffuse, anche all’insaputa del primo destinatario, e usate a scopo vessatorio, persecutorio o di estorsione.

Il sexting è, in alcuni casi, accompagnato dalla microprostituzione. Alle volte, infatti, le foto e i video osé servono come presentazione ai clienti che possono disporre, oltre alle immagini, anche prestazioni sessuali vere e proprie. L’ambiente in cui si svolgono tali incontri è nella stragrande maggioranza dei casi la scuola. Le immagini vengono corredate da qualche parola audace e inviate sul telefonino di amici, conoscenti, fidanzatini. O, in alcuni casi, di uno sconosciuto.

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