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Il tuo bambino ha la febbre? Ecco cosa fare

Rivolgersi al pediatra resta la prima regola, ma in aiuto ai genitori arrivano le Linee guida sulla gestione della febbre in età pediatrica. I consigli dell'esperta di OK Susanna Esposito

Non è semplice per un genitore con un figlio piccolo capire come comportarsi quando il bambino sta male, cosa è bene fare e cosa non fare. In particolare, ci sono genitori che vengono presi dal panico quando il loro bambino ha la febbre, ma ora sono a disposizione le Linee guida sulla gestione della febbre in età pediatrica presentate al 34° Congresso nazionale di antibioticoterapia in età pediatrica (Milano, 11-13 novembre 2015): ne abbiamo parlato con la professoressa Susanna Esposito, infettivologa (puoi chiederle un consulto qui).

Quali sono le raccomandazioni per i genitori per gestire correttamente la febbre?

I medici consigliano di trattare la febbre va trattata laddove ci sia un rialzo termico e per rialzo termico intendo una temperatura ascellare superiore a 37.8 gradi associata a malessere. In questo caso si prescrive paracetamolo o ibrupofene. Va privilegiato l’uso di un monofarmaco e non dell’alternanza dei due farmaci.

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Bambino ha la febbre: quali sono gli errori più comuni che commettono i genitori?

Uno degli errori è quello di credere che togliere o mettere i vestiti al bambino, applicare le spugnature e usare il ghiaccio siano rimedi efficaci. È ben documentato che non hanno nessuna efficacia. L’altro errore è la somministrazione di antipiretici per via rettale. La somministrazione orale è la scelta migliore perché l’assorbimento rettale è estremamente variabile. Da uno studio che abbiamo condotto emerge che quasi il 60% dei genitori somministra farmaci antipiretici senza consultare prima il pediatra e questo può rappresentare un rischio. Molti genitori infatti tendono a dare farmaci non adatti o addirittura espongono i loro figli a sottodosaggi o sovradosaggi. Raccomandiamo sempre di non impiegare nel bambino farmaci per gli adulti. Ricordiamo anche che i farmaci per contenere la febbre, come gli antipiretici, si calcolano sempre in base al peso e non all’età.

Bambino ha la febbre: le dieci raccomandazione dei pediatri

In accordo con le Linee guida sulla gestione della febbre in età pediatrica, qui di seguito le 10 raccomandazioni che i pediatri rivolgono ai genitori per gestire correttamente la febbre nei bambini:

  1. Per i bambini fino a 4 settimane si raccomanda la misurazione ascellare con termometro elettronico. Per i bambini oltre le 4 settimane, si può utilizzare la misurazione ascellare con termometro elettronico o quella timpanica con termometro a infrarossi.
  2. La via di misurazione rettale della temperatura corporea non dovrebbe essere impiegata di routine nei bambini con meno di 5 anni a causa della sua invasività e del disagio che comporta.
  3. La misurazione orale della temperatura corporea è da evitare.
  4. L’impiego di mezzi fisici per la terapia della febbre è generalmente sconsigliato, ad eccezione dei casi di ipertermia. Si tratta di spugnature con liquidi tiepidi, bagno, esposizione a correnti di aria fresca, applicazione di borse del ghiaccio, frizione della cute con alcool.
  5. Paracetamolo e ibuprofene sono gli unici antipiretici raccomandati in età pediatrica, sono farmaci generalmente sicuri ed efficaci e devono essere utilizzati a dosaggi standard.
  6. I farmaci antipiretici devono essere impiegati nel bambino febbrile solo quando alla febbre si associ un quadro dimalessere generale.
  7. L’uso combinato o alternato di ibuprofene e paracetamolo non è raccomandato sulla base delle scarse evidenze scientifiche disponibili riguardo la sicurezza rispetto alla terapia con un singolo farmaco.
  8. Il paracetamolo od ibuprofene non devono essere utilizzati nei casi di convulsioni febbrili.
  9. L’acido acetilsalicilico non è indicato in età pediatrica per il rischio di Sindrome di Reye.
  10. Non è raccomandato considerare l’entità della febbre come fattore isolato per valutare il rischio di infezione batterica grave. Tuttavia la febbre di grado elevato può essere considerata predittiva di infezione batterica grave in particolari circostanze (per esempio nei bambini di età inferiore ai 3 mesi).

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