Alimentazione

Raffreddore dopo un viaggio aereo? Prova con il sambuco

L'estratto della pianta è un alleato per contrastare gli effetti di un lungo viaggio, simili ai sintomi dell'influenza

Non è solo il jet-lag ad aspettarci all’atterraggio, dopo ore di viaggio aereo. A mettere a rischio i primi giorni di vacanza sono anche mal di testa, raffreddore e naso chiuso che colpiscono molti viaggiatori intercontinentali, anche chi è abituato a percorrere lunghe distanze. Un malessere generale simile alla sindrome influenzale, ricondotto alla qualità dell’aria in cabina e allo stress a cui è sottoposto l’organismo durante la traversata aerea. Per evitare di passare i primi giorni di ferie con la goccia al naso, un team di ricerca australiano ha testato l’efficacia delle bacche di sambuco, già impiegate in tisane, integratori e decotti per alleviare febbre, tosse e affezioni delle vie respiratorie superiori.

Presentata nel corso della 21ma conferenza internazionale di Medicina integrativa tenutasi di recente a Melbourne, l’indagine del Griffith’s Menzies Health Institute Queensland (MHIQ) ha coinvolto 312 passeggeri in classe economy che viaggiavano dall’Australia verso destinazioni oltreoceano. Quasi tutti i partecipanti hanno manifestato naso intasato e gola secca dopo lunghe ore di viaggio, ma in chi ha assunto un integratore a base di sambuco (pari a 300mg di estratto delle bacche) i sintomi da raffreddamento si sono risolti in pochi giorni. Già precedenti studi avevano dimostrato che l’estratto della pianta, in combinazione con l’Echinacea, è efficace nel combattere virus e batteri respiratori. (CP)

Gruppo San Donato

27/05/2015

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