Salute

Tumore al polmone: il robot fotografa anche noduli piccolissimi

La broncoscopia robotica potrebbe rivoluzionare la diagnosi, ma ci sono alcune difficoltà

L’uso dei robot potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce del tumore al polmone, che è una delle sfide più difficili da vincere. I noduli sospetti spesso sono molto piccoli o situati in zone dei polmoni difficili da raggiungere, rendendo complicato prelevarne un campione per una biopsia.

Ma la tecnologia potrebbe offrire un aiuto concreto: un broncoscopio robotico di ultima generazione, dotato anche di un sistema di tomografia computerizzata (TC), sembra aumentare in modo significativo le probabilità di ottenere una diagnosi tempestiva.

Secondo uno studio clinico, presentato al congresso della European Respiratory Society (ERS), la broncoscopia robotica triplicherebbe le possibilità di riuscire a eseguire una biopsia nei casi più complessi rispetto alla tecnica tradizionale.

Cos’è la broncoscopia e come funziona?

La broncoscopia è un esame che consente ai medici di osservare lo stato di salute dei bronchi e di prelevare campioni per analizzare eventuali lesioni sospette. Attraverso un tubicino flessibile dotato di telecamera, microsonda ecografica o scanner, il medico può eseguire un prelievo di tessuto per valutare se un nodulo sia benigno o maligno. Non si tratta però di un esame di screening, ma di uno strumento diagnostico che viene eseguito solo in presenza di sospetti già individuati da altre indagini radiologiche.

La novità della broncoscopia robotica

La broncoscopia robotica, disponibile al momento solo in pochi centri italiani come il Policlinico Gemelli di Roma, funziona in modo simile a quella tradizionale ma con una differenza fondamentale: la navigazione è assistita da un robot e lo strumento integra una TC in grado di confermare con precisione il raggiungimento del nodulo.

Questo permette di analizzare anche noduli molto piccoli o situati in aree difficili da raggiungere con le tecniche convenzionali, riducendo così la necessità di interventi chirurgici invasivi o di controlli ripetuti con TAC periodiche, che hanno un impatto pesante sia sul paziente sia sul sistema sanitario.

I risultati dello studio

Lo studio, coordinato da Thomas Gaisl dell’ospedale universitario di Zurigo, ha coinvolto 78 pazienti con 127 noduli sospetti, localizzati nelle zone periferiche dei polmoni e con un diametro medio di soli 11 millimetri.

  • Con la broncoscopia tradizionale, i medici sono riusciti a eseguire la biopsia solo nel 23% dei casi.
  • Con la broncoscopia robotica, invece, la percentuale è salita oltre l’84%.
  • Nei casi in cui la tecnica classica non aveva avuto successo, l’approccio robotico ha raggiunto il nodulo nel 90% delle situazioni.

Alla fine, 68 pazienti hanno ricevuto una diagnosi di tumore al polmone, e in 50 casi la malattia era ancora nello stadio più precoce (1A), quando le possibilità di cura sono maggiori.

Una tecnologia costosa ma promettente

Il broncoscopio robotico rappresenta un’innovazione di grande valore, ma non priva di ostacoli. Il costo della strumentazione si aggira attorno al milione di euro, motivo per cui – spiegano gli esperti – andrebbe riservata ai centri di riferimento che trattano un numero elevato di pazienti e soprattutto ai casi più complessi.

La broncoscopia robotica non è ancora uno strumento diffuso, ma i primi dati mostrano come possa rivoluzionare la diagnosi precoce del tumore al polmone, migliorando le possibilità di cura per molti pazienti. L’adozione su larga scala richiederà però risorse economiche, formazione specialistica e una rete sanitaria in grado di sostenere l’innovazione.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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