Salute

Sinusite: cause, sintomi, diagnosi, cure

L'infiammazione della mucosa che riveste i seni paranasali provoca difficoltà a respirare e mal di testa. Ecco la guida completa

La sinusite è l’infiammazione della mucosa che riveste i seni paranasali. Si tratta di quelle cavità piene d’aria che circondano il naso, nelle ossa della fronte e della mascella, a destra e a sinistra. I seni paranasali hanno una funzione precisa:

  • alleggeriscono la testa,
  • proteggono il cervello assorbendo eventuali urti,
  • contribuiscono, insieme al naso, a condizionare l’aria che viene inspirata.

Ma queste strutture, a stretto contatto con l’esterno (comunicano con le fosse nasali attraverso vari osti), possono diventare ricettacolo di microrganismi (virus, batteri o funghi) che si stabiliscono e si riproducono nel terreno fertile offerto dalle mucose, determinando l’infezione. Infiammazioni transitorie di un seno paranasale si riscontrano facilmente ogni volta che c’è un raffreddore in corso, senza che per questo si possa parlare di sinusite. In Italia si può dire che su cento diagnosi fatte da un otorinolaringoiatra circa cinque sono di sinusite. È senza dubbio una malattia abbastanza frequente e alto è il suo riscontro nella perdita di giorni lavorativi (ne consegue un costo sociale elevato).

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Quanti tipi di sinusite esistono?

  • Quando i sintomi durano circa una settimana e comunque non più di tre si ha a che fare con una sinusite acuta.
  • Se invece i disturbi persistono per più di tre mesi si è di fronte a una sinusite cronica.
  • Si parla infine di sinusite ricorrente quando si hanno più di tre-quattro episodi acuti l’anno.

Secondo la sede, si distinguono sinusiti mascellari, frontali, etmoidali, sfenoidali. In rapporto all’estensione, la malattia può essere monolaterale o bilaterale, interessare più seni (polisinusite) o tutti i seni (pansinusite). Sotto il profilo clinico si parla di:

  • forme chiuse, quando l’essudato non può fuoriuscire dalla cavità del seno per occlusione dell’orifizio naturale;
  • di forme aperte nel caso contrario.

Si distinguono inoltre sinusiti purulente e non purulente. Se manca un sufficiente drenaggio per edema della mucosa, per deviazione alta del setto nasale o per ipertrofia del turbinato medio, la malattia si cronicizza.

Diversi livelli di gravità

Un team di ricercatori statunitensi ha classificato le sinusiti croniche in quattro tipi di diversa gravità, in base alla presenza di polipi nasali e del riscontro di granulociti eosinofili (spesso indicativi di una malattia allergica):

  1. sinusiti con polipi e alti livelli di eosinofili: sono sicuramente le peggiori. I polipi, anche se si eliminano, col tempo tendono a riformarsi. Di conseguenza anche l’infiammazione si ripresenta;
  2. con polipi e livelli nella norma di eosinofili;
  3. senza polipi ma con alti livelli di eosinofili;
  4. sinusiti senza polipi e eosinofili nella norma, sono invece quelle più facilmente risolvibili.

Tutto ciò significa che le malattie allergiche, nelle quali appunto i granulociti eosinofili sono aumentati nel sangue o sono riscontrabili nel secreto nasale mediante una citologia nasale, sono un fattore di rischio importante nella nascita delle sinusiti e ancor più nella loro cronicizzazione. In questi casi si instaura un’infiammazione mucosale persistente o intermittente che favorisce l’occlusione sinusale e la successiva sovrainfezione batterica.

Quali possono essere le cause della sinusite?

Scambiata per un raffreddore che non passa, la sinusite nasce quasi sempre come complicazione di una rinite. Il muco, ristagnando a lungo nelle cavità nasali a causa del raffreddore o dell’allergia, diventa area fertile per virus, batteri, o più raramente funghi, che si trovano nelle cavità comunicanti con il naso.

Ma le situazioni che possono favorire la sinusite possono anche essere:

  • infezioni dei denti (esistono sinusiti abbastanza particolari che nascono per un problema a un molare che si propaga al seno mascellare con continuità),
  • il nuoto,
  • i tuffi,
  • un trauma del massiccio facciale,
  • una cattiva respirazione nasale,
  • le deformità del setto nasale e la presenza di polipi.
  • A questi si aggiungono fattori ambientali che possono promuoverla o aggravarla, come l’inquinamento, l’aria condizionata, il fumo.

In poche parole, sono importanti tutte le condizioni che in forma acuta o continuativa danno problemi al funzionamento del nostro naso. I seni paranasali si mantengono sani solo se viene conservata la loro funzione ostiale. In altri termini vanno mantenute pervie le loro comunicazioni con il naso, attraverso le quali possono mantenersi aereati.

Quali sono i sintomi?

I sintomi della sinusite sono abbastanza caratteristici.

  • Nelle forme acute, tipica è infatti la sensazione di qualcosa che comprime dall’interno del volto e che si sposta con i movimenti del capo.
  • Questo spesso dà origine a forti mal di testa, comuni sia alle forme acute sia a quelle croniche della malattia, più accentuate al mattino. Il paziente avverte cefalea, un senso di peso e di oppressione alla fronte e alla radice del naso, senso di gonfiore agli zigomi e dolore che può irradiarsi alle arcate dentarie superiori (disturbi che invece sono assenti nel raffreddore).
  • A volte il fastidio può interessare anche gli occhi. Il dolore si accentua alla pressione delle trigger-zone (o zone grilletto), sotto gli zigomi, sulle arcate sopraciliari, alla radice del naso.
  • Un altro sintomo classico, anche nelle forme croniche, può essere il cosiddetto naso chiuso. Spesso (non sempre) si hanno abbondanti secrezioni nasali. In genere tendono a scendere verso la gola anziché verso le narici. Altre volte invece rimangono imprigionate nei seni perché l’ostio che li mette in comunicazione con le fosse nasali è ostruito. Queste ultime sono le forme peggiori, caratterizzate da un violento dolore causato dalla compressione che le secrezioni esercitano sulle pareti dei seni.
  • Altri sintomi possono essere febbricola, tosse, alitosi e mal d’orecchie. Le vertigini possono essere un sintomo accompagnatorio di molti attacchi sinusali.

In particolare

In conclusione possiamo dire che:

  • si ha dolore a livello della guancia nelle sinusiti mascellari;
  • avvertiamo dolore della palpebra superiore nelle sinusiti frontali;
  • le sinusiti etmoidali e sfenoidali si manifestano con cefalea, dolori infraorbitali e retrorbitali;
  • nelle sinusiti croniche il sintomo caratteristico è rappresentato dall’abbondante essudato nasale o rinofaringeo. I sintomi però possono essere sfumati e non di rado è presente soltanto la tosse.

Quali sono le complicazioni della sinusite?

Le complicazioni sono più frequenti nelle sinusiti croniche purulente e sono:

  • faringiti,
  • tonsilliti,
  • laringotracheiti,
  • bronchiti per propagazione del processo infettivo per via discendente.
  • Neuriti ottiche retrobulbari, meningiti sierose o purulente, trombosi del seno cavernoso e longitudinale sono complicanze tardive e temibili.
  • Soprattutto nella prima infanzia, per l’instaurarsi di alcune concause anatomiche, si possono verificare alcune complicanze oculari che si manifestano all’inizio con un marcato edema palpebrale.

Quando andare dall’otorino 

Bisogna rivolgersi all’otorinolaringoiatra per cominciare una cura idonea se si ha qualcuno di questi disturbi per più di due settimane:

  • dolore vivo alla fronte o agli zigomi, che si accentua alla pressione;
  • sensazione costante di pesantezza quando si tiene abbassata la testa;
  • voce di timbro nasale;
  • presenza di muco denso e giallastro (dovuto al pus prodotto dall’infezione batterica);
  • febbre;
  • tosse;
  • anosmia, cioè incapacità di percepire gli odori.

La sinusite non va trascurata, perché può diventare cronica.

La diagnosi

Per essere certi di avere a che fare con una sinusite l’esame clinico è il primo passo. L’otorinolaringoiatra si avvale della rinoscopia attraverso l’endoscopio a fibre ottiche. Si tratta di uno strumento che esplora buona parte delle cavità nasali e lo stato degli osti dei seni paranasali. Se rimane qualche dubbio, vale la pena eseguire una Tac (tomografia computerizzata), che è oggi l’indagine radiologica in grado di offrire una diagnosi sicura.

Quali sono le terapie anti sinusite?

Nelle forme acute di sinusite causate da batteri, eventualità molto comune, l’infezione si cura bene con una terapia a base di antibiotici da seguire per otto-dieci giorni. A questi si possono aggiungere i decongestionanti nasali e gli antinfiammatori locali. Quando il dolore è troppo forte, si ricorre agli antidolorifici.

Ma è necessario agire anche all’origine della sinusite, curando un’eventuale carie dentale o evitando tuffi e immersioni se è il nuoto a favorire l’infiammazione. Nel caso di sinusite ricorrente in individui allergici, è utile ricorrere periodicamente agli antistaminici che contribuiscono a evitare le ricadute.

Per scegliere le cure, nelle forme croniche occorre innanzitutto individuare i fattori predisponenti (per esempio allergie, i polipi o il setto nasale deviato). Se non si riescono a scoprire e ad eliminare, l’efficacia dei farmaci è molto ridotta. I lavaggi con soluzione fisiologica (o con semplice acqua a cui si aggiunge un pizzico di sale) sono un rimedio efficace, se eseguiti con costanza. Sempre nelle forme croniche, è dimostrata la validità della crenoterapia a cicli annuali presso centri termali.

Quando ricorrere alla chirurgia per la sinusite?

Se i trattamenti medici non sortiscono alcun effetto, la chirurgia è una necessaria alternativa. Scopo dell’intervento è eliminare gli ostacoli che impediscono alle fosse nasali di drenare le secrezioni e ripristinare la comunicazione di aria tra naso e seni paranasali. A seconda dei casi, si tratta di rimuovere polipi, aggiustare un setto nasale deviato, calibrare gli osti naturali dei seni paranasali sotto guida endoscopica, rimuovere mucose ipertrofiche.

Gli interventi più semplici si eseguono in day-hospital, con chirurgia endoscopica e in anestesia locale, anche con l’ausilio di nuovi sistemi “baloon”. Questo procedimento permette nei casi indicati la dilatazione degli osti con un approccio mininvasivo. Gli interventi per il drenaggio delle raccolte purulente sono da evitare durante la fase acuta, ma sono indispensabili in presenza di complicanze.

Focus di Alberto Staffieri (puoi chiedergli un consulto), già direttore della Clinica otorinolaringoiatrica dell’Università di Padova.

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