Salute

Pressione alta e disfunzione erettile

In troppi sono convinti che i farmaci contro l'ipertensione possano influire sulle loro prestazioni. Uno studio sostiene che è assolutamente falso

Pressione alta e disfunzione erettile spesso vanno a braccetto. I maschi con ipertensione hanno il doppio delle possibilità di sviluppare questo disturbo, rispetto a chi ha i valori della pressione normali. E uno dei motivi che inducono gli uomini a trascurare le pillole antipertensive e a lasciarle sul comodino (soprattutto i betabloccanti e i diuretici) è il timore di andare incontro a problemi imbarazzanti in camera da letto.

Pressione alta e disfunzione erettile: i betabloccanti e i diuretici non influiscono sulle prestazioni a letto

Un nuovo studio condotto da Charalambos Vlachopoulos dell’Università Nazionale Capodistriana di Atene, in Grecia, presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia, smentisce questa convinzione radicata. Il trial ha arruolato 365 uomini con disfunzione erettile e nessun precedente per diabete e malattie cardiovascolari. I risultati hanno evidenziato che tra gli uomini affetti da ipertensione non sono le medicine a fare la differenza. Questi farmaci danneggiano la funzionalità sessuale negli uomini che hanno una pressione normale o con valori al limite.

Gruppo San Donato

Il problema per chi è iperteso è che le arterie sono danneggiate

Questo accade perché chi ha l’ipertensione ha già le arterie danneggiate e, quindi, soffre di disfunzione erettile sia con le medicine che senza. La pressione alta danneggia le pareti delle arterie e le indurisce e le restringe e riduce l’afflusso di sangue al pene. La disfunzione erettile, quindi, è un segnale di allarme del danno ai vasi sanguigni. In tutti gli altri casi, invece, il danno alle arterie ancora non c’è, oppure è minimo, e quindi sono i farmaci ad avere questo effetto secondario.

Quali sono gli esami da fare?

Quando la pressione supera 140 di massima e 90 di minima, allora c’è un problema, che va monitorato costantemente perché non peggiori. Se i valori si discostano troppo dal limite, è necessario intraprendere al più presto un’adeguata terapia farmacologica.

«Va invece valutato attentamente il ricorso ai farmaci nei casi definiti di pre ipertensione, ovvero quando i valori sono a ridosso di quelli considerati patologici». Guido Grassi è direttore della divisione di clinica medica dell’ospedale San Gerardo di Monza e presidente della Società italiana per l’ipertensione arteriosa (Siia).

«Per prima cosa è necessario sincerarsi che non ci sia già in atto un danno d’organo tramite una serie di esami:

  • un’ecocardiogramma per controllare che il cuore non ne risenta, con l’ispessimento delle pareti che provoca l’affaticamento della camera cardiaca.
  • Poi va accertato un eventuale un danno ai reni tramite un esame del sangue che evidenzi la microalbuminuria.
  • È utile anche un ecodoppler dei tronchi sovraortici per verificare che non vi siano placche ateroscelorotiche nelle carotidi».

La pre ipertensione

Una pre ipertensione, specie se asintomatica, può quindi essere controllata anche senza farmaci, che, come tutte le medicine, non sono privi di effetti collaterali.

«Soprattutto nel caso in cui sia presente una sindrome metabolica concomitante, cioè sovrappeso fino a obesità, accompagnata da colesterolo e trigliceridi alti, si può proporre al paziente un cambiamento dello stile di vita, che consiste essenzialmente nella perdita di peso tramite una dieta adatta e un aumento dell’attività fisica. Basta anche solo mezz’ora tre volte alla settimana per fare la differenza».

È poi importante seguire una dieta povera di sale e, per i fumatori, abolire le sigarette. «Anche i più giovani con valori di pre ipertensione, con una massima di 130-35 e una minima di 85-90, hanno bisogno di essere sottoposti a controlli frequenti almeno una volta all’anno, oppure ogni otto mesi se c’è alterazione nell’elettrocardiogramma. Anche in questo caso è necessario sottoporsi a esami delle funzionalità renale e delle carotidi».

Leggi anche…

Mostra di più

Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
Pulsante per tornare all'inizio