Salute

I farmaci in commercio contro il colesterolo

La dieta non è sufficiente? Statine, fibrati ed ezetimibe sono i principali medicinali per combattere l'ipercolesterolemia

L’alimentazione corretta, da sola, in alcuni casi non è sufficiente per riportare nella norma i valori del colesterolo nel sangue. Per abbassare l’ipercolesterolemia, allora, può essere necessario ricorrere ai farmaci, ma sempre dopo aver consultato un medico. Ecco i principali in commercio.

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Statine

Ne esistono almeno sette tipi diversi e riducono del 20-50% il colesterolo cattivo, inibendo direttamente la sintesi di questa sostanza nel fegato. Le statine non vanno utilizzate dalle donne in gravidanza o durante l’allattamento, o insieme a terapie con i fibrati e sono rimborsate solo agli infartuati, ai diabetici, a chi ha colesterolo alto di famiglia o un’evidente malattia cardiovascolare in corso.

Gruppo San Donato

Fibrati

Aumentano il colesterolo buono Hdl del 10-20% e nello stesso tempo abbassano i trigliceridi del 40-45%. Fanno sentire la loro azione su un recettore, Ppar alfa, che è coinvolto nei meccanismi di regolazione dei trigliceridi. Interferiscono anche con la proteina Apo A1, che aumenta la produzione del colesterolo buono. Sono indicati per i diabetici e le persone con ipertrigliceridemia familiare o sindrome metabolica. Controindicazioni: gravidanza, allattamento o terapia con le statine.

Ezetimibe

È la molecola che impedisce al colesterolo, sia a quello prodotto dal fegato, sia a quello introdotto con la dieta, di essere assorbito dall’intestino, perché blocca una proteina essenziale per questa operazione: la Npc1l1.

«Quando il farmaco è uscito in Italia nel 2006», ricorda Gianfranco Parati, primario di cardiologia all’ospedale San Luca di Milano, «era proposto esclusivamente in associazione con una statina, la simvastatina. Ciò ne precludeva l’uso a un numero non indifferente di pazienti: quelli nei quali si verificano gli effetti indesiderati delle statine, come crampi e problemi renali. Oggi l’ezetimibe è presente sul mercato anche da solo, il che ne ha ampliato le possibilità d’impiego». È controindicato in gravidanza, allattamento o se associato ad alcuni farmaci come ciclosporine o antifungini azolici.

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