
Una novità terapeutica importante apre nuove prospettive per chi convive con l’emicrania: è disponibile anche in Italia, in regime di rimborsabilità, rimegepant, il primo e ad oggi unico anti-CGRP orale approvato con duplice indicazione. Questo farmaco innovativo può essere usato sia per il trattamento acuto degli attacchi di emicrania, sia per la prevenzione negli adulti con almeno 4 episodi al mese.
Grazie alla sua formulazione orodispersibile, rimegepant si assume facilmente senza bisogno di acqua, anche durante un attacco, semplificando la gestione della malattia. I dati clinici dimostrano che una sola dose può ridurre dolore e sintomi associati già entro due ore, con un beneficio che si mantiene fino a 48 ore. Se assunto regolarmente, permette di diminuire frequenza e intensità degli episodi, restituendo ai pazienti maggiore controllo sulla propria vita.
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Perché rimegepant è una svolta nella cura dell’emicrania
Fino a oggi, le opzioni terapeutiche per l’emicrania erano limitate e spesso non sufficienti. I triptani, ad esempio, funzionano solo per alcuni pazienti e non sempre sono tollerati. L’arrivo di un farmaco orale specifico contro il CGRP (la proteina coinvolta nei meccanismi del dolore emicranico) rappresenta un passo avanti significativo perché:
- unisce trattamento e prevenzione in un’unica molecola;
- è pratico e discreto, quindi migliora l’aderenza terapeutica;
- amplia le possibilità di cura anche per chi non risponde ad altre terapie;
- riduce il rischio di abuso di farmaci sintomatici, una delle cause principali di cronicizzazione.
Emicrania: molto più di un mal di testa
L’innovazione farmacologica è cruciale se consideriamo quanto sia diffusa e invalidante l’emicrania. In Italia riguarda circa 6 milioni di persone, soprattutto donne (tre volte più degli uomini), ed è una delle principali cause di disabilità al mondo secondo il Global Burden of Disease.
A differenza di un comune mal di testa, l’emicrania è una patologia neurologica cronica caratterizzata da attacchi ricorrenti di dolore pulsante, spesso associati a nausea, vomito, ipersensibilità a luce, rumori e odori. Chi ne soffre può trovarsi costretto a interrompere qualsiasi attività, cercando sollievo solo in una stanza buia e silenziosa.
L’impatto sociale ed economico
Oltre al dolore fisico, l’emicrania pesa su vita sociale, relazioni e lavoro. In Italia il costo complessivo di questa patologia è stimato in 20 miliardi di euro l’anno, di cui oltre il 90% legato alla perdita di produttività. Gran parte di questo impatto deriva dal cosiddetto presenteismo, cioè continuare a lavorare durante l’attacco con performance ridotte e aggravamento dei sintomi.
Quasi otto persone su dieci dichiarano che l’emicrania ha avuto un impatto negativo sulla loro carriera. Eppure molti preferiscono non parlarne per paura di essere giudicati, alimentando uno stigma che rende la malattia ancora più invisibile.
Una nuova fase per i pazienti
Per anni l’emicrania è stata sottovalutata e sottodiagnosticata. Oggi, grazie all’arrivo di terapie innovative come rimegepant, si apre una nuova fase: più possibilità di cura, più personalizzazione e un approccio che mira a ridurre il peso della malattia non solo sul singolo, ma anche sulla società.
Come sottolineano gli specialisti, la sfida è duplice: curare il dolore e superare i pregiudizi che ancora circondano questa patologia. Rendere visibile l’emicrania significa restituire dignità ai pazienti, migliorare i percorsi di cura e garantire che nessuno debba più sentirsi solo davanti a una malattia così invalidante.