Salute

Dopo le feste si torna in ufficio: occhio a e-mail e aria viziata

Una scarsa ventilazione peggiora la resa sul lavoro, mentre un controllo troppo frequente della posta aumenta lo stress

E alla fine l’Epifania tutte le feste si è portata via, facendoci ripiombare in ufficio svogliati e appesantiti da qualche chilo di troppo. Non fate quella faccia: si sapeva che prima o poi sarebbe arrivato questo momento, quindi tanto vale fare il possibile per renderlo un po’ meno difficile da affrontare.

Per cominciare bene, appena arrivati sul posto di lavoro, cercate di aprire la finestra per fare un bel ricambio d’aria, da ripetere magari anche nella pausa pranzo. L’aria viziata può infatti rallentare il cervello facendo crollare la vostra efficienza. A dirlo è una ricerca delle università statunitensi di Harvard e Syracuse, pubblicata sulla rivista Environmental Health Perspectives.

Gruppo San Donato

Lo studio ha coinvolto 24 lavoratori scelti fra architetti, manager, informatici, ingegneri ed esperti di marketing, che sono stati messi a lavorare per una settimana in uffici che presentavano una diversa qualità dell’aria: nel primo ufficio sono state riprodotte le condizioni che si trovano comunemente in molti ambienti di lavoro, con alte concentrazioni di composti organici volatili come quelli emessi da computer e fotocopiatrici; nel secondo ufficio sono state invece ricreate condizioni più salubri con concentrazioni più basse di composti organici volatili; nel terzo ambiente le concentrazioni ridotte sono state aiutate anche da una migliore ventilazione; infine, nel quarto e ultimo ufficio, si sono ricreate alte concentrazioni di anidride carbonica, indipendentemente dalla ventilazione. I test cognitivi eseguiti a fine giornata su ciascun lavoratore hanno dimostrato che chi lavora in ambienti più salubri e ben ventilati è due volte più efficiente rispetto a chi respira aria viziata: i miglioramenti più significativi riguardano la capacità di elaborare strategie, usare le informazioni e reagire nelle situazioni di emergenza.

Se questi dati vi hanno convinto e avete già cambiato l’aria, allora sedetevi alla scrivania e tirate un bel respiro. Iniziate a programmare la vostra giornata lavorativa e soltanto in un secondo momento aprite la casella di posta elettronica. La valanga di e-mail che vi sommerge ogni giorno può infatti trasformarsi in una potente fonte di stress: la cosa più pericolosa non è tanto il numero dei messaggi ricevuti, ma il modo con cui viene gestito il loro flusso, come dimostrano gli psicologi del Future Work Centre di Londra nello studio presentato al congresso annuale della British Psychological Society of Occupational Psychology.

La ricerca è stata condotta su 2.000 lavoratori britannici per valutare in maniera scientifica e rigorosa il loro rapporto con le e-mail. I risultati hanno rivelato che oltre la metà delle persone studiate era schiava delle notifiche che lampeggiano e trillano su computer e smartphone all’arrivo di ogni messaggio, mentre il 62% del campione viveva praticamente tutto il tempo con la casella e-mail aperta sotto gli occhi. Quando la posta elettronica diventa il primo e ultimo pensiero di giornata, allora, la situazione si fa ancora più grave: i lavoratori più stressati sono proprio quelli che hanno la pessima abitudine di leggere le e-mail appena svegli al mattino e a tarda sera prima di andare a letto. Alla luce di questi dati, gli psicologi hanno elaborato tre semplici consigli per resistere alla quotidiana inondazione di e-mail. Prima regola: smettetela di leggere la posta all’alba e a notte fonda se non in casi estremi in cui ne avete realmente bisogno per questioni di lavoro urgenti. Seconda regola: pianificate la giornata lavorativa prima che le priorità di capi e colleghi vi sommergano la casella di posta. Terza e ultima raccomandazione: disattivate i segnali di notifica almeno per alcuni momenti della giornata, in modo da riprendere il controllo del vostro tempo.

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