Salute

Alcol e giovani: il ruolo dei genitori

Sempre più ragazzi iniziano a bere già all'inizio dell'adolescenza. Ecco tre semplici regole per aiutarli

Focus di Luigi Gallimberti (puoi chiedergli un consulto), direttore della divisione di tossicologia clinica delle farmacodipendenze all’Azienda ospedaliera Università di Padova

Il problema del consumo di alcol tra i giovani è sempre più frequente. Emblematico può essere considerato il caso di un giovane attore come Daniel Radcliffe, in quanto rappresenta ciò che sta per accadere a tanti ragazzi che come lui hanno iniziato a bere alcolici nell’adolescenza. Il protagonista di Harry Potter confessa di avere cominciato a esagerare a 16 anni per fare fronte allo stress rappresentato dal successo cinematografico che lo aveva travolto. Ora ha smesso, ma il suo cervello rimarrà ferito da quella esperienza per tutta la vita. Di fronte agli stress dovrà sempre lottare contro la voglia di ubriacarsi e non è per nulla scontato che riuscirà sempre ad averla vinta.

Gruppo San Donato

LE STATISTICHE
Oggi, come segnala l’Organizzazione mondiale della Sanità, i giovani cominciano a bere sempre prima: quelli italiani, in particolare, detengono il triste record di essere primi in graduatoria tra alcune decine di Paesi industrializzati, con circa il 20% di maschi e il 15% di femmine che già a 11 anni iniziano a consumare alcol regolarmente almeno una volta la settimana.

I RISCHI
Pochi sanno, genitori compresi, che il cervello umano matura completamente attorno ai 20 anni e che l’ultima zona della corteccia a maturare è quella posta dietro alla fronte, poco sopra agli occhi. In quell’area cerebrale hanno sede la coscienza, la volontà, la capacita critica e la maggior parte delle funzioni cognitive. Una quantità di alcol, che nell’adulto non provocherebbe alcun danno, in un cervello giovane può causarne di molto gravi: la maturazione cerebrale di tale zona, fondamentale per la maturazione dell’intera personalità, sarà ritardata e resa malfunzionante.

PERCHÉ SI COMINCIA?
Occorre sgombrare il campo da luoghi comuni, in particolare da quello di chi pensa che chi inizia a bere così giovane lo fa perché ha dei problemi. Non è così, o almeno può essere così per una piccola minoranza. La maggior parte dei giovani comincia per curiosità, perché spinta dal gruppo dei coetanei in un vero e proprio rito di iniziazione, perché sollecitata dalle pressioni pubblicitarie, perché invogliata da bevande a scarso contenuto alcolico e molto gradevoli al palato prodotte proprio per loro. Ma, qualunque sia il motivo, il risultato finale non cambia.

Il contatto precoce tra alcol e cervello porterà alla formazione di nuovi neurocircuiti, tanto più difficili da modificare quanto più precoce è stato questo contatto. Il primo passaggio è abusare dell’alcol, condizione che consente al giovane di tornare indietro contando sulla propria volontà, ma lo stadio successivo, cioè l’alcoldipendenza, è irreversibile.
IL RUOLO DEI GENITORI
Molti genitori di oggi, in apparenza inconsapevoli dei rischi che corrono i loro figli, sembrano incapaci di adottare delle precauzioni. In oltre dieci anni di ricerca scientifica nel campo della prevenzione il nostro gruppo ha individuato tre regole che abbiamo chiamato d’oro perché, se applicate dai genitori, potrebbero prevenire molti problemi di abuso alcolico nei loro figli.
Non mettere il carro davanti ai buoi. I bambini, fin da quando vengono al mondo, dovrebbero ricevere dei premi, delle gratificazioni sempre e solo dopo aver fatto qualcosa per meritarselo. Oggi, invece, si assiste a una tendenza sempre più diffusa a usare la ricompensa come incentivo invece che come premio (per esempio, «ti compro il motorino se mi prometti che andrai bene a scuola»).
Il sonno è sacro: fino all’adolescenza i ragazzi dovrebbero dormire almeno dieci ore per notte, iniziando a farlo tra le 20.30 e le 22. Quando possono cominciare a uscire la sera, dovrebbero rientrare, fino alla maggiore età, entro la mezzanotte.
Pochi soldi in tasca. Non bisogna togliere al proprio figlio il piacere di meritarsi settimanalmente la sua paghetta: andrebbe data, però, nella misura in cui è stato capace di guadagnarsela. I nostri studi hanno mostrato che i ragazzi che hanno circa 15 euro in tasca la settimana non bevono e rientrano prima di mezzanotte, chi ne ha fino a 30 inizia a bere almeno un’unità alcolica ogni settimana e a rientrare tardi, mentre chi ne ha oltre 50 tende a bere più di cinque unità alcoliche e a rincasare molto tardi.
Luigi Gallimberti (puoi chiedergli un consulto), direttore della divisione di tossicologia clinica delle farmacodipendenze all’Azienda ospedaliera Università di Padova – OK Salute e benessere

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