
Appena il 17 % delle persone che smette di assumere antidepressivi manifesta sintomi, e solo il 3 % li sperimenta in modo grave. È questo in estrema sintesi il risultato di una recente revisione su JAMA Psychiatry, che ha analizzato 50 studi randomizzati con oltre 17.000 partecipanti.
Tuttavia, c’è un punto molto controverso: la maggior parte dei dati proviene da chi ha preso antidepressivi per poche settimane o mesi. Questo vuol dire che la ricerca sottostima fortemente ciò che capita a chi assume questi farmaci da anni .
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Lunga durata = rischio maggiore
Studi riportano che chi assume antidepressivi per più di due anni ha una probabilità dieci volte superiore di manifestare sintomi da sospensione, con effetti severi in un caso su quattro. In alcuni casi, questi sintomi persistono per mesi o più di un anno, riducendo la qualità di vita e la capacità di lavorare .
Sintomi comuni e spesso fraintesi
Il distacco dagli antidepressivi (detto “discontinuation syndrome“) può causare:
- capogiri, nausea, insonnia, sensazione di “scosse elettriche” nella testa, irritabilità;
- sintomi emotivi come ansia, mood disturbato, attacchi di panico.
Spesso queste manifestazioni vengono scambiate per ricadute depressive, rendendo difficile capire se si tratti di sintomi del farmaco o del disturbo.
Esperti avvertono: serve cautela
Secondo specialisti dell’Università di Oxford e Freiburg, la ricerca attuale non analizza quanto basta gli effetti cronici legati a un uso prolungato. Pur riconoscendo la qualità della meta-analisi, alcuni ricordano che serve molta più ricerca su chi ha preso antidepressivi per anni.
Cosa fare per interrompere in sicurezza
Ecco i consigli per smettere in modo corretto con l’assunzione degli antidepressivi:
- Mai interrompere bruscamente – è fondamentale ridurre gradualmente la dose.
- Il tapering “iperbolico” necessario per riduzioni infinitesimali negli stadi finali. Si tratta di una strategia di riduzione progressiva del dosaggio di un farmaco in modo graduale e sempre più lento, seguendo un andamento simile a quello di una curva iperbolica.
- Pianificazione personalizzata con il medico, monitorando sintomi e adattando i tempi.
- Supporto psicologico o terapeutico per aiutare a distinguere tra sintomi di sospensione e reale recidiva.
- Educazione del paziente sui potenziali effetti, riducendo il rischio che sintomi fisici vengano catalogati come “nocebo”.
Per riassumere
Interrompere un antidepressivo può essere più complesso di quanto molti pensano. Sebbene i dati clinici suggeriscano sintomi meno frequenti, sono proprio i pazienti a lungo termine che hanno mostrato le reazioni più severe e durature. La sospensione dovrebbe quindi avvenire in modo graduale, personalizzato e monitorato, con l’aiuto del medico e del supporto terapeutico.