Il tumore dell’endometrio interessa il corpo dell’utero ed è estremamente frequente, soprattutto nel post menopausa. In due donne su dieci con questo tumore è presente un deficit nella riparazione genetica che prima dell’avvento dell’immunoterapia rendeva questi tumori particolarmente difficili da trattare. Recentemente l’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato l’indicazione in prima linea dell’immunoterapia a base del farmaco dostarlimab in combinazione con la chemioterapia nelle donne con deficit nella riparazione genetica dMMR .
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Nuovi farmaci contro il tumore dell’endometrio: i risultati dei test
«Una combinazione che riduce del 72% il rischio di progressione della malattia rispetto alla sola chemioterapia» conferma Domenica Lorusso, direttore del programma di ginecologia oncologica dell’Humanitas San Pio X di Milano.
«Nel caso specifico, a due anni, il 61,4% delle pazienti trattate con dostarlimab e chemioterapia era libero da progressione o morte rispetto al 15,7% delle pazienti trattate con la sola chemioterapia standard. A tre anni, il 78% delle pazienti trattate con dostarlimab e chemioterapia era vivo rispetto al 46% delle pazienti trattate con la chemioterapia. Questi dati mostrano che stiamo guarendo queste donne: un verbo, guarire, che non avrei mai immaginato di poter usare per tumori recidivanti o che esordiscono al quarto stadio. A questo punto non è utopia pensare che alcuni gruppi di pazienti potrebbero addirittura beneficiare della sola immunoterapia senza chemioterapia».
Cos’è il tumore dell’endometrio?
Il tumore dell’endometrio interessa il corpo dell’utero ed è estremamente frequente, con un trend in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. Si tratta infatti di una neoplasia del post menopausa, con una diagnosi intorno ai 60 anni.
«Oggi nel campo dei tumori ginecologici stiamo assistendo a una rivoluzione epocale» commenta Nicoletta Cerana, presidente di ACTO Italia-Alleanza contro il tumore ovarico. «Dopo i successi della medicina personalizzata nella cura del tumore ovarico, accogliamo con entusiasmo questa opportunità terapeutica che apre nuove speranze di vita non solo a ogni donna che sta lottando contro un tumore avanzato dell’endometrio, ma anche ai suoi familiari. Perché non bisogna mai dimenticare la tremenda capacità che un tumore femminile ha di ripercuotersi sul futuro dell’intera famiglia. Non a caso si dice che se sta bene la donna, sta bene la società».