
In Italia la voglia di vivere in modo sano è diffusa, ma spesso non si traduce in azioni concrete. Secondo la versione italiana dello STADA Health Report 2025, che fotografa la situazione della sanità e della salute nel nostro Paese, soltanto il 60% degli italiani adotta uno stile di vita salutare, nonostante il 98% dichiari di riconoscere l’importanza di prendersi cura del proprio benessere psicofisico. Il dato è di nove punti percentuali sopra la media europea, che si attesta al 51%.
Un dato che mostra un forte divario tra consapevolezza e pratica quotidiana. Anche sul fronte della prevenzione, l’approccio rimane ambivalente: cresce l’attenzione verso visite ed esami di controllo, ma un italiano su tre non effettua alcun check-up.
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Uno sguardo al futuro della salute
Lo STADA Health Report fotografa un’Italia a metà strada tra consapevolezza e azione. La sfida è trasformare la voglia di salute in comportamenti concreti e accessibili a tutti, valorizzando la prevenzione, il benessere mentale e un sistema sanitario inclusivo.
«Siamo ormai impegnati da anni a fornire ai governi, alle regioni, alle istituzioni sanitarie e anche al grande pubblico i dati relativi allo stato di salute della sanità europea in generale e italiana in particolare» ha spiegato Salvatore Butti, General Manager & Managing Director di EG STADA Group. «Siamo convinti che per migliorare la situazione occorra l’impegno di tutti e noi facciamo la nostra parte con i fatti, non con le parole. Per questo le iniziative che appoggiamo mirano a rendere tangibile la convinzione che il benessere psicofisico sia fondamentale per la società: con il report diamo uno strumento di analisi della situazione e con il Tour della Salute offriamo a migliaia di cittadini la possibilità di eseguire visite e screening in modo completamente gratuito».
Le difficoltà nel mantenere abitudini salutari
Il report – condotto su oltre 27.000 persone in 22 Paesi, di cui 2.000 in Italia – evidenzia che quattro italiani su dieci non riescano a mantenere buone abitudini. Tra i principali ostacoli ci sono:
- la mancanza di motivazione (39%),
- il poco tempo a disposizione (36%),
- le difficoltà economiche (29%).
Un peso significativo deriva anche dal benessere psicologico: solitudine, stress lavorativo e preoccupazioni economiche limitano la capacità di prendersi cura di sé. Solo l’8% di chi affronta disagi psicologici riesce ad accedere a un supporto terapeutico adeguato, frenato da costi elevati o dubbi sull’efficacia delle cure.
Prevenzione e screening: progressi ma non per tutti
Negli ultimi due anni l’adesione ai programmi di screening oncologici e check-up è aumentata – dal 57% del 2023 al 68% del 2025 – soprattutto tra le donne. Tuttavia, il 32% degli italiani continua a non sottoporsi ad alcun controllo medico, principalmente per motivi economici, scarsa informazione, difficoltà di accesso ai servizi sanitari, ma anche perché pensa di non averne bisogno.
Fiducia nel sistema sanitario e ruolo della tecnologia
La fiducia degli italiani nel Servizio Sanitario Nazionale resta stabile al 48%, al di sotto della media europea, che è al 58%. Rimane invece alta la considerazione verso medici di base e farmacisti, figure a cui il 58% della popolazione si rivolge regolarmente. Particolarmente apprezzato il ruolo delle farmacie che riescono a raggiungere i cittadini ovunque, anche nei piccoli paesi, che spesso fanno fatica ad avere una rete di professionisti medici sul territorio.
Cresce anche l’apertura verso l’uso dell’Intelligenza Artificiale in sanità: il 43% degli italiani si dichiara favorevole a consulti digitali, apprezzando soprattutto la disponibilità 24 ore su 24 e il risparmio di tempo. Siamo tra i più “contemporanei” tra gli europei: la media del Vecchio Continente si ferma infatti al 39%. Tuttavia, quasi la metà degli intervistati sottolinea l’importanza di mantenere centrale il fattore umano.
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