News

Scoperti i neuroni “Facebook” che ci spingono a raccontarci sui social

Attenzione a non usarli troppo, però: gli adolescenti si ribellano ai genitori che postano troppe foto e informazioni su di loro

Ogni volta che aprite il vostro profilo su Facebook non resistite alla voglia di mettere in piazza i fatti vostri a suon di foto e post? Tutta colpa dei “neuroni social”, che ci trasformano in vere e proprie portinaie del web spingendoci a raccontare e condividere la nostra vita privata. Lo dimostra uno studio dell’Università Libera di Berlino pubblicato su Scientific Reports.

I ricercatori hanno chiesto a 35 volontari di completare un questionario per valutare la frequenza con cui aggiornavano il profilo Facebook con foto e nuove informazioni. Poi li hanno sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale per valutare l’attività del cervello “a riposo” e le interconnessioni presenti fra le diverse aree della corteccia cerebrale.

Gruppo San Donato

Incrociando i risultati hanno scoperto che le persone più disposte a raccontarsi online hanno una maggiore connessione tra la corteccia prefrontale dorsolaterale e altre due aree del cervello: la corteccia prefrontale mediale e il precuneo. E’ stato inoltre osservato un forte scambio di informazioni tra il precuneo e la corteccia orbitofrontale laterale.

Se anche voi avete “accendete” facilmente queste regioni del cervello raccontando i vostri fatti privati sui social, fate attenzione: non tutti potrebbero gradire.

A bacchettarvi potrebbero essere i vostri figli. Ebbene sì, proprio loro: i millennials, i ragazzini che usano tablet e smartphone come una protesi del proprio braccio, arrivando a chattare perfino sotto le lenzuola. Che ci crediate o no, i teenager sono i più critici verso le abitudini social dei genitori. A rivelarlo è uno studio frutto della collaborazione tra l’Università di Washington e quella del Michigan.

La ricerca, presentata al congresso dell’Association for Computing Machinery, ha preso in esame oltre 200 famiglie con figli di età compresa fra i 10 e i 17 anni, analizzando le abitudini in tema di tecnologia. I risultati hanno dimostrato che i figli sono due volte più preoccupati dei genitori per l’eccessiva condivisione sui social di informazioni personali da parte degli altri membri della famiglia. «Molti ragazzi hanno detto di trovare il contenuto imbarazzante e di sentirsi frustrati quando i loro genitori continuano a farlo», spiega la ricercatrice Sarita Schoenebeck. Sarà forse che i figli adolescenti hanno sempre temuto i racconti fatti alle loro spalle dai genitori? Oppure sta davvero aumentando la consapevolezza dei più giovani sui rischi legati alla privacy sul web? Qualsiasi sia la spiegazione, occhio a quello che postate online, prima che qualcuno vi urli “mamma, non mi taggare!”.

POSSONO INTERESSARTI ANCHE:

Facebook è come la cocaina

Lo smartphone? Gli italiani lo custodiscono per non essere “smascherati”

Donna-oggetto: il vero pericolo viene da Facebook

Senti anche tu le vibrazioni “fantasma” con lo smartphone in tasca?

Anziani meno soli e più attivi con Skype e Facebook

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio