
La sanità italiana può contare su eccellenze riconosciute, ma la distanza tra le migliori strutture e quelle che arrancano resta ancora ampia. Lo conferma l’ultimo Programma Nazionale Esiti (PNE) dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), che ha analizzato le performance di 1.117 ospedali pubblici e privati in otto grandi aree cliniche: oncologia, cardiochirurgia, sistema nervoso, apparato cardiocircolatorio, gravidanza e parto, ortopedia, chirurgia oncologica e fratture del femore.
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Solo 15 ospedali raggiungono l’eccellenza: il divario Nord-Sud è ancora evidente
Dallo studio emergono solo 15 ospedali “eccellenti”, cioè capaci di raggiungere o superare tutti gli standard fissati dalla legge del 2015. E il dato più rilevante è geografico: 14 su 15 si trovano al Centro-Nord. La Lombardia guida la classifica con cinque strutture, seguita dal Veneto con tre. Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria ne contano una ciascuna. In particolare, due strutture si distinguono ottenendo risultati eccellenti in tutte le aree: l’Ospedale di Savigliano, in Piemonte, e l’Ospedale di Mestre, in Veneto.
Ospedali migliori in Italia: la top 15
Sono 15 le strutture ospedaliere in Italia che, valutate su almeno 6 aree cliniche su 8, hanno raggiunto nel 2024 un livello alto o molto alto:
- Ospedale Bolognini (Lombardia), 6 aree valutate;
- Ospedale di Montebelluna (Veneto), 6 aree valutate;
- Ospedale Bentivoglio (Emilia Romagna), 6 aree valutate;
- Ospedale di Città di Castello (Umbria), 6 aree valutate;
- Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia), 7 aree valutate;
- Fondazione Poliambulanza (Lombardia), 7 aree valutate;
- Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia), 7 aree valutate;
- Istituto clinico Humanitas (Lombardia), 7 aree valutate;
- Ospedale di Cittadella (Veneto), 7 aree valutate;
- Ospedale Fidenza (Emilia Romagna), 7 aree valutate;
- Pof Lotti Stabilimento di Pontedera (Toscana), 7 aree valutate;
- Stabilimento Umberto I – G.M. Lancisi (Marche), 7 aree valutate;
- A.O.U. Federico II di Napoli (Campania), 7 aree valutate;
- Ospedale di Savigliano (Piemonte), 8 aree valutate;
- Ospedale di Mestre (Veneto), 8 aree valutate.
Al Sud, l’unica eccellenza riconosciuta è l’AOU Federico II di Napoli. Su 117 ospedali valutati in tutte e otto le aree, solo due raggiungono livelli alti o molto alti in ogni ambito.
Ospedali da migliorare: 198 strutture sotto la sufficienza
Sul fronte opposto, il PNE evidenzia che 198 ospedali presentano criticità tali da richiedere audit volontari di miglioramento. Le difficoltà maggiori riguardano:
- gravidanza e parto,
- area cardiocircolatoria.
Ancora una volta il Sud è in affanno: 51 ospedali critici in Campania, 43 in Sicilia, 19 in Puglia, 12 in Calabria. Ma nemmeno il Nord è immune: in Lombardia vengono segnalate 14 strutture da migliorare.
Ospedali migliori in Italia: cardiologia, oncologia, sistema nervoso
Nell’area cardiocircolatoria, valutata con sette indicatori, i migliori risultati si concentrano in Lombardia, con due centri di eccellenza anche nel Lazio. La creazione delle reti cardiologiche hub & spoke ha infatti ridotto gli infarti trattati in strutture non qualificate, con un calo del 21% in dieci anni.
Per il sistema nervoso, le performance migliori si registrano soprattutto al Centro-Nord.
Nella chirurgia oncologica il podio va a Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, con buone performance anche in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania e Sicilia.
Gravidanza e parto: molte eccellenze, ma i cesarei restano troppo alti
Sono 53 le strutture che ottengono un punteggio molto alto nella gestione di gravidanza e parto, concentrate soprattutto al Nord. Ma l’Italia continua ad avere un problema storico: i parti cesarei, che scendono dal 25% del 2015 al 22% del 2024, restano ben oltre lo standard del 15% indicato dall’OMS.
Nel Sud le percentuali superano spesso il 25%, con picchi dal 30 al 35%. Persistono inoltre punti nascita con meno di 500 parti l’anno, nonostante la legge ne preveda la chiusura.
Ortopedia e chirurgia mininvasiva: tecnologie in crescita
Nel settore osteomuscolare, 231 strutture raggiungono un livello molto alto, soprattutto al Nord. L’approccio mininvasivo e la chirurgia robotica continuano a crescere, riducendo complicanze e accelerando i tempi di recupero. In ambito urologico, gli interventi robotici superano ormai l’80% dei casi.
Le parole del ministro Schillaci: bene l’oncologia, male il divario territoriale
Presentando i dati, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato i miglioramenti nella chirurgia oncologica:
- carcinoma mammario: dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024
- tumore del polmone: dal 69% all’83%
- carcinoma prostatico: dal 63% all’82%
Nonostante i progressi, Schillaci riconosce un divario Nord-Sud ancora significativo, soprattutto per interventi complessi come:
- tumore del pancreas: solo il 28% eseguito in centri ad alto volume
- tumore del retto: in peggioramento, dal 30% al 22% di interventi in centri specializzati
Le soglie del DM70 da aggiornare
Giovanni Baglìo, direttore scientifico del PNE, sottolinea che il sistema migliora quando le soglie nazionali sono chiare e aggiornate. Ma molte di quelle introdotte con il DM70 del 2015 non coprono tutte le patologie e dopo dieci anni necessitano di revisione.
Esempi critici:
- per il tumore del retto non esistono soglie nazionali e i risultati peggiorano
- per il bypass aortocoronarico la concentrazione degli interventi resta insufficiente
La grande assente: la sanità territoriale
Il monitoraggio dell’assistenza territoriale è ancora lacunoso. Agenas può contare solo su indicatori indiretti come ospedalizzazioni evitabili e accessi impropri in Pronto Soccorso.
I dati mostrano che:
- per lo scompenso cardiaco non ci sono miglioramenti significativi
- nel diabete l’ospedalizzazione per complicanze gravi, come le amputazioni, è doppia rispetto alla mediana nazionale
La prossima sfida sarà valutare l’attuazione del DM77 del 2022, che ridisegna l’assistenza territoriale nell’ambito del PNRR. Una riforma ancora in fase iniziale, ma cruciale per ridurre i divari e garantire cure omogenee in tutto il Paese.




