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Nanomedicina, la nuova frontiera contro il cancro

Nanomedicina, la nuova realtà, la promessa del futuro. Anzitutto farmaci "grandi" pochi nanometri, cioè un metro diviso un miliardo di volte.

È la novità utilizzata, per la prima volta, nella terapia del cancro e, nella specie, in quello della mammella.

Una particella “nana” grande 130 miliardesimi di metro (nanometri) composta da un farmaco antitumorale attivo inglobato in una buccia di albumina (componente normale del sangue), iniettata nel malato si dirige verso la cellula tumorale. Questa cellula, affamata perennemente di sostanze nutritive, risucchia voracemente la particella con l’albumina. Ma, una volta dentro, l’albumina si consuma presto e scopre il chemioterapico che essa celava.

Gruppo San Donato

Il farmaco specifico (Nab Paclitaxel – nome non commerciale) così, trovandosi proprio nel cuore del maligno, attacca lo scheletro della cellula cattiva e lo spezzetta disperdendone struttura, funzioni e capacità di moltiplicazione ed aggressione. Quella nanoparticella, in altri termini, si comporta come un cavallo di Troia, come una polpetta avvelenata che – dice il prof. Paolo Marchetti dell’università di Roma – inganna la cellula mostrandole cibo buono (albumina di cui essa è ghiotta) e nascondendo il Nab-Paclitaxel che, solo in questo modo, può raggiungere il nemico.

I vantaggi: concentrazione maggiore di farmaco dove serve, azione antitumore accentuata, meno effetti collaterali, minore necessità di farmaci antiallergici e per protezione dalla tossicità del farmaco. A differenza dei farmaci taxani, cui esso appartiene, il Nab-Paclitaxel è solubile in acqua. Gli altri, invece, bisogna diluirli con sostanze tensioattive ricche di effetti collaterali (allergia e/o ipersensibiltà e neuropatie) che richiedono il ricorso a cortisone e antistaminici.

«Questa nuova strategia, che copre il principio attivo con albumina e lo rende solubile, è un passo avanti ed ha dimostrato aumento sensibile della sopravvivenza delle pazienti e riduzione della progressione del tumore. Ottime performance anche nel cancro del pancreas».

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