
La nuova piattaforma nazionale sulle liste d’attesa, attesa da mesi e annunciata circa un anno fa dal ministro della Salute, è finalmente online. Lo strumento offre una prima fotografia dei tempi di attesa per visite ed esami medici nel 2025, evidenziando sia segnali incoraggianti che criticità persistenti.
In questo articolo
Visite urgenti: il Servizio Sanitario Nazionale risponde con tempestività
I dati pubblicati si riferiscono ai primi cinque mesi del 2025. Comprendono circa 23 milioni di prenotazioni tra prime visite specialistiche ed esami diagnostici. Di queste, quasi un milione sono state effettuate nel weekend, segno che le misure contro le liste d’attesa iniziano a dare frutti, almeno parziali.
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) mostra una buona capacità di risposta quando si tratta di prestazioni urgenti o brevi:
- Classe U (urgente): prestazioni erogate entro 72 ore
- Classe B (breve): entro 10 giorni
- Classe D (differibile): entro 30 o 60 giorni
- Classe P (programmabile): entro 120 giorni
Secondo i dati, queste scadenze vengono rispettate soprattutto nei casi urgenti e brevi, meno nelle classi differibili e programmabili.
Buoni risultati per oncologia e diagnostica per immagini
Tra le aree più virtuose si segnalano:
- Prime visite oncologiche: effettuate in media entro 2-3 giorni se urgenti, e tra i 3 e i 10 giorni in classe B.
- Esami di imaging urgenti (TAC, risonanze, radiografie): svolti per lo più entro 1-2 giorni.
Non mancano però anomalie anche tra le urgenze: alcuni esami come la colonscopia hanno registrato tempi fino a 190 giorni, mentre l’elettromiografia o la gastroscopia mostrano ancora criticità localizzate.
Prestazioni differibili e programmabili: attese troppo variabili
La situazione si complica quando si tratta di visite non urgenti. Nonostante una parte significativa venga rispettata nei tempi previsti, le differenze territoriali e di struttura sono ancora marcate.
Esempi di tempi di attesa nel 2025
I tempi di attesa in questi casi variano molto da Regione a Regione
- Visita oculistica programmabile: da 20 a 239 giorni (media: 86 giorni)
- Visita urologica: da 20 a 173 giorni
- Visita dermatologica: da 32 a 253 giorni
Esami diagnostici
Lo stesso avviene per gli esami diagnostici
- Ecografia capo e collo: da 15 a 254 giorni
- Spirometria: da 14 a 203 giorni
- Elettrocardiogramma da sforzo: da 13 a 159 giorni
Anche per esami legati a percorsi di screening, i ritardi sono evidenti:
- Mammografia programmabile: da 14 a 320 giorni (ma il 50% è eseguito tra 62 e 110 giorni)
- Colonscopia: da 23 a 360 giorni
Liste d’attesa sanità: molti cittadini rifiutano la prima disponibilità
Un altro dato significativo riguarda i rifiuti da parte degli utenti: in oltre il 25% dei casi, fino a quasi il 60%, i cittadini rifiutano la prima disponibilità proposta dal Centro Unico di Prenotazione (CUP). Questo contribuisce ad allungare ulteriormente i tempi complessivi.
Fiaso: “Intelligenza artificiale e dati per una sanità più efficiente”
Secondo Giovanni Migliore, presidente di Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere), la nuova piattaforma rappresenta uno strumento fondamentale per monitorare e migliorare le liste d’attesa. Ma da sola non basta: «Serve un impegno collettivo basato su tecnologia, formazione e trasparenza dei dati» ha dichiarato Migliore.
In particolare, l’intelligenza artificiale può offrire un supporto decisivo:
- Analizzando le reali esigenze cliniche
- Ottimizzando la gestione delle risorse
- Offrendo soluzioni mirate per liste d’attesa, pronto soccorso e medicina territoriale
Cosa ci dicono i primi dati sulle liste d’attesa 2025?
La pubblicazione della piattaforma Agenas rappresenta un passo avanti nella trasparenza dei dati sulla sanità pubblica italiana. Se da un lato le prestazioni urgenti risultano generalmente erogate nei tempi previsti, dall’altro permangono ritardi e forti disomogeneità nelle visite e negli esami programmabili.
Per ridurre le liste d’attesa sanitarie, occorrono investimenti mirati, tecnologia, e una maggiore flessibilità organizzativa, a partire da un uso più efficiente delle strutture nei giorni festivi e nei weekend. Solo così sarà possibile garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute in tempi certi.