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Così gli alberi combattono lo smog

Testo di Lorenzo Mannella,blogger di GALILEO Lo sentiamo ripetere come un mantra: gli alberi migliorano l’aria delle città. Ma le approssimazioni non bastano: l'importante è quantificare i reali benefici apportati dai polmoni verdi che, oltre a immagazzinare l'anidride carbonica, agiscono come un grande tampone, in grado di assorbire parte delle polveri sottili inquinanti (Pm10) prodotte dalle attività umane. Ecco allora che a fare i calcoli arrivano i ricercatori della University of Southampton: il loro studio, pubblicato sulla rivista Landscape and Urban Planning, stima l'effetto che avrà un incremento del numero di piante sull'aria di Londra.

Testo di Lorenzo Mannella,
blogger di GALILEO

Lo sentiamo ripetere come un mantra: gli alberi migliorano l’aria delle città. Ma le approssimazioni non bastano: l’importante è quantificare i reali benefici apportati dai polmoni verdi che, oltre a immagazzinare l’anidride carbonica, agiscono come un grande tampone, in grado di assorbire parte delle polveri sottili inquinanti (Pm10) prodotte dalle attività umane. Ecco allora che a fare i calcoli arrivano i ricercatori della University of Southampton: il loro studio, pubblicato sulla rivista Landscape and Urban Planning, stima l’effetto che avrà un incremento del numero di piante sull’aria di Londra.

Gruppo San Donato

La strategia chiave per la qualità dell’aria consiste nel piantare soprattutto alberi sempreverdi che espongono le foglie durante tutto l’anno e raccolgono molti più inquinanti rispetto alle piante stagionali. Sfruttando il modello di calcolo Ufore (Urban Forest Effects Model), gli scienziati hanno calcolato che oggi gli alberi rimuovono ogni anno tra le 850 e le 2.100 tonnellate di Pm10 presenti su Londra. Sembra una quantità immensa, ma in realtà rappresenta solo tra lo 0,7 e l’1,4 per cento delle polveri sottili prodotte in città.

Successivamente, i ricercatori hanno ipotizzato diversi scenari di incremento del numero di alberi, che andranno a coprire il 30 per cento dell’area urbana londinese negli anni a venire (oggi occupano il 20 per cento). Analizzando l’impatto delle sempreverdi nelle aree più inquinate, gli scienziati hanno calcolato che la quantità di Pm10 sequestrata dalle foglie potrebbe crescere fino a 1.100 – 2.300 tonnellate l’anno entro il 2050. In pratica, verrebbe tolto dalla circolazione circa il 1,1 – 2,6 per cento del totale degli inquinanti.

Nonostante il lieve incremento nella percentuale di particolato rimosso, la presenza delle nuove piante potrebbe produrre maggiori effetti benefici in alcune aree chiave. «Le polveri sottili mettono a rischio la salute umana», spiega Peter Freer-Smith, coautore dello studio e direttore scientifico della commissione nazionale Forest Research: «Possono aggravare i casi di asma, e per questo l’abbattimento del Pm10 può avere effetti importanti, soprattutto intorno alle scuole».

Ovviamente gli alberi non possono essere l’unica soluzione all’inquinamento dell’aria. Per risolvere il problema è necessario adottare delle soluzioni a monte, che riducano la quantità di particelle pericolose immesse nell’atmosfera. Per adesso, il governo inglese ha comunque deciso di promuovere il piano di incremento delle aree verdi su scala nazionale. Si chiama Big Tree Plant: per partecipare basta piantare un albero e averne cura nel corso degli anni.
Lorenzo Mannella

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