
Il suicidio assistito è una pratica medica altamente controversa: consiste nel fornire a una persona malata i mezzi per porre fine volontariamente alla propria vita, ma è diverso dall’eutanasia attiva perché l’atto finale lo compie il paziente. In Italia il quadro normativo è complesso e ancora in evoluzione.
In questo articolo
Il vuoto normativo nazionale
Non esiste attualmente una legge nazionale che regoli pienamente il suicidio assistito. Lo Stato fa affidamento su due importanti sentenze della Corte Costituzionale:
- la sentenza “Cappato-Antoniani” (sentenza n. 242/2019) ha stabilito che il suicidio assistito è possibile, a precise condizioni;
- con la sentenza n. 66 del 2025, la Consulta ha delimitato i criteri: il paziente deve essere capace di autodeterminarsi, soffrire di una patologia irreversibile che causa “sofferenze intollerabili”, e dipendere da trattamenti di sostegno vitale.
La legge della Toscana: primo passo concreto
Nel febbraio 2025 la Regione Toscana ha approvato la prima legge regionale sul suicidio medicalmente assistito, chiamata “Liberi Subito”. Alcune caratteristiche chiave:
- una commissione multidisciplinare (anestesisti, psichiatri, medici legali, etc.) valuta le richieste;
- i tempi per l’iter sono certi: l’iter valutativo deve concludersi entro 47 giorni;
- il tutto è finanziato dal Servizio Sanitario Regionale; la procedura è gratuita;
- è garantita l’obiezione di coscienza per il personale medico che non vuole partecipare.
La legge è già entrata in vigore, ma è al centro di un acceso dibattito politico e istituzionale: il Governo nazionale l’ha impugnata. Al momento, il Governo nazionale ha 60 giorni per impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale.
Nel frattempo, la Toscana ha già autorizzato il suo primo suicidio assistito legale: un caso simbolico e molto discusso nella cronaca nazionale.
I punti chiave del dibattito etico e giuridico
Mancando una legge nazionale, il dibattito è continuo. I principali punti sono:
- Autonomia vs tutela della vita: la sentenza 242/2019 ha aperto la strada al suicidio assistito solo a chi è lucidissimo e autonomo, ma la legge nazionale manca ancora.
- Equità territoriale: solo la Toscana ha una legge chiara oggi. Altre regioni non hanno regolato la materia, creando disparità.
- Sicurezza e controlli: la legge regionale toscana stabilisce criteri stretti, ma molti critici temono che senza una legge nazionale unificata manchino garanzie uniformi.
- Ruolo della medicina palliativa: il suicidio assistito non è pensato per tutti, ma per persone con sofferenze “intollerabili” non alleviabili diversamente.
La situazione regione per regione sul suicidio assistito in Italia
La situazione fuori dalla Toscana è molto frammentata e non uniforme:
- Emilia-Romagna: ha adottato atti amministrativi (delibere di giunta) per attuare la sentenza della Corte Costituzionale sul suicidio assistito, ma non ha una legge regionale vera e propria.
- Puglia: sono presenti delibere o linee guida operative per le ASL su fine vita / suicidio assistito.
- Veneto, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia: in queste regioni proposte di legge simili a quella toscana sono state respinte o bloccate.
- Altre regioni con proposte pendenti: Valle d’Aosta, Lazio, Abruzzo, Campania, Calabria, Marche, Liguria, Sardegna. In molte di queste la proposta esiste ma l’iter legislativo non è ancora concluso.
- Regioni senza iniziative note: secondo fonti legali e politiche, non sono attualmente attivi progetti legislativi su suicidio assistito in alcune regioni come Molise e Trentino-Alto Adige.
Principali Paesi europei: come gestiscono il suicidio assistito o il fine vita
Per capire meglio il contesto italiano, vale la pena guardare anche ciò che avviene in altri Paesi.
- Svizzera: l’assistenza al suicidio è legale dal 1941, purché il motivo non sia “egoistico”.
- Germania: Oggi l’assistenza al suicidio è legale, ma è priva di una legge chiara nazionale: non ci sono linee guida vincolanti su dosi letali o prescrizioni mediche.
- Francia: nel maggio 2025 l’Assemblea Nazionale francese ha approvato una legge che autorizza l’“aid in dying”, ossia l’aiuto nella morte, per adulti con malattie irreversibili che provocano una sofferenza insopportabile, sia fisica che psicologica. Il progetto di legge stabilisce criteri molto rigorosi: il paziente deve essere capace di decidere in modo informato, fare la richiesta volontariamente e ripeterla dopo un periodo di riflessione.
- Spagna: l’eutanasia medica è legale dal 2021.




