Il cancro continua a far paura. Ma oggi, accanto alla sofferenza, i numeri raccontano anche una storia diversa: in Italia si muore meno di tumore.
Negli ultimi dieci anni la mortalità oncologica è diminuita del 9%, un risultato che colloca il nostro Paese al di sopra della media europea e restituisce il senso di un progresso reale, fatto di diagnosi più precoci, terapie più efficaci e percorsi di cura sempre più strutturati.
Non è la fine del problema. Ma è un segnale chiaro: la direzione è quella giusta.
In questo articolo
Meno diagnosi in Europa, calo più marcato in Italia
Per la prima volta, anche il numero complessivo delle diagnosi mostra un’inversione di tendenza.
Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea, in Europa si registra un calo dell’1,7% dei nuovi casi di cancro. In Italia la riduzione è ancora più evidente: -2,6%.
Un fenomeno legato in parte al calo demografico, ma anche a un dato molto concreto: la diminuzione dei tumori del polmone negli uomini, strettamente collegata alla riduzione del fumo.
I numeri del cancro in Italia 2025: cosa dicono davvero
Il quadro emerge dal volume “I numeri del cancro in Italia 2025”, presentato a Roma e giunto alla quindicesima edizione.
Si tratta del documento ufficiale di riferimento sull’epidemiologia oncologica italiana, realizzato grazie al lavoro congiunto di AIOM, AIRTUM, Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening, PASSI, PASSI d’Argento e SIAPeC-IAP.
Per il 2025 sono stimate circa 390.000 nuove diagnosi, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2024. Ma dietro questa apparente immobilità si nasconde un dato positivo: le diagnosi non aumentano, mentre la mortalità continua a scendere.
Tumori più frequenti: i decessi calano in modo netto
Negli ultimi dieci anni la riduzione dei decessi è stata particolarmente marcata per alcune delle neoplasie più diffuse:
- Tumore del polmone: –24%
- Tumore del colon-retto: –13%
Nel 2022 in Italia sono stati stimati 192.000 decessi per cancro, con un tasso di 256 morti ogni 100.000 abitanti, inferiore del 3,1% rispetto alla media UE.
In termini assoluti, significa circa 6.800 morti in meno rispetto alla media dei Paesi europei.
Si sopravvive di più dopo la diagnosi
Meno morti significa anche più persone che vivono più a lungo dopo il cancro.
In Italia la sopravvivenza a cinque anni è superiore alla media europea per molte delle neoplasie più comuni:
- Mammella: 86% (UE 83%)
- Colon-retto: 64,2% (UE 59,8%)
- Polmone: 15,9% (UE 15%)
Numeri che riflettono il progresso delle terapie, ma anche una migliore organizzazione dei percorsi di cura e una maggiore attenzione alla diagnosi precoce.
Uomini e donne: due storie diverse
Dietro i dati complessivi si nascondono dinamiche differenti.
Nei prossimi anni il numero assoluto di nuove diagnosi potrebbe stabilizzarsi o iniziare a diminuire. Il calo riguarda soprattutto gli uomini. Un esempio emblematico è il tumore del polmone:
- Uomini: –16,7% di nuove diagnosi tra il 2003 e il 2017
- Donne: +84,3% nello stesso periodo
Un andamento che riflette i cambiamenti nei comportamenti, in particolare nel consumo di tabacco, e che rende sempre più urgenti strategie di prevenzione mirate anche alla popolazione femminile.
Screening in aumento: il Sud recupera, ma il divario resta
La prevenzione secondaria sta dando risultati concreti.
Tra il 2020 e il 2024 l’adesione agli screening oncologici organizzati è cresciuta in modo significativo:
- Mammografia: dal 30% al 50%
- Screening colon-retto: dal 17% al 33%
- Screening cervicale: dal 23% al 51%
Particolarmente importante il recupero del Sud, dove in cinque anni le adesioni sono addirittura triplicate.
Nel 2024 oltre 16 milioni di persone sono state invitate ai programmi di screening e 6,4 milioni hanno effettuato i test.
Eppure le differenze territoriali restano ampie.
Nord e Sud: la prevenzione non è uguale per tutti
Nel 2024 la copertura della mammografia ha raggiunto:
- 62% al Nord
- 51% al Centro
- 34% al Sud
Lo screening del colon-retto resta sotto il livello accettabile del 50% in tutte le macro-aree, con il Sud fermo al 18%.
Un divario che si riflette anche nelle cure.
Curarsi fuori Regione: quando la sanità costringe a spostarsi
Nel 2023 in Italia sono stati effettuati 66.351 interventi per tumore della mammella.
L’8% è avvenuto fuori Regione, ma al Sud la quota sale al 15%, contro il 5% del Nord.
In Calabria quasi un intervento su due viene eseguito fuori Regione.
Stili di vita: la prevenzione parte da qui
Accanto alle cure, resta centrale la prevenzione primaria.
In Italia:
- il 24% fuma
- il 43% è in sovrappeso
- il 27% è sedentario
Il futuro si gioca sulla prevenzione
I numeri raccontano un’Italia che, sul fronte oncologico, sta migliorando.
Ma raccontano anche un Paese attraversato da disuguaglianze profonde.
La sfida dei prossimi anni è tutta qui: prevenire di più, diagnosticare prima, curare meglio, senza lasciare indietro nessuno. La strada è lunga. Ma ormai è tracciata.
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