
Nei mesi freddi un italiano su tre beve una tisana quasi ogni sera. Un’abitudine che coinvolge soprattutto le donne tra i 30 e i 60 anni e che riflette la diffusa ricerca di benessere naturale e di momenti di calma consapevole nella routine quotidiana. Ma se la scelta delle erbe è spesso al centro dell’attenzione, l’acqua con cui si prepara la bevanda resta un ingrediente “invisibile” ma determinante. La scienza e gli esperti concordano: la qualità influisce non solo sul gusto, ma anche sull’efficacia dei principi attivi contenuti nelle piante.
Già nell’antica Cina, nel lontano 758 d.C., il maestro di tè Lu Yu, nel suo trattato The Classic of Tea, spiegava che l’acqua ideale per le infusioni doveva provenire da un ruscello di montagna a scorrimento rapido. L’acqua, diceva, non era solo un veicolo, ma parte integrante dell’esperienza sensoriale e del beneficio della bevanda. Oggi, anche se non tutti abbiamo accesso a un torrente alpino, possiamo seguire la stessa filosofia di purezza scegliendo consapevolmente il tipo di acqua più adatto alla preparazione delle tisane.
In questo articolo
Tisane: quale acqua scegliere
L’acqua del rubinetto, meglio se filtrata
In molte zone italiane, l’acqua di rubinetto filtrata rappresenta l’opzione più sostenibile e, se depurata correttamente, anche la più adatta alla preparazione delle tisane. L’importante è ridurre la durezza e i residui minerali in eccesso, che possono alterare gusto e aroma. Un semplice test casalingo può aiutare a capire la qualità dell’acqua: portatela a ebollizione e annusatela. Se si avverte un odore minerale o metallico, probabilmente è troppo dura e va filtrata.
L’acqua in bottiglia: non tutte sono uguali
Se l’acqua di rubinetto è eccessivamente calcarea, si può optare per un’acqua di sorgente in bottiglia, preferendo però formati in vetro per ridurre l’impatto ambientale. Attenzione però agli estremi:
- L’acqua minerale molto ricca di sali può lasciare un retrogusto metallico.
- L’acqua distillata, troppo povera di minerali, rende invece la tisana piatta e priva di corpo.
L’acqua perfetta per le infusioni ha pH neutro (circa 7) e residuo fisso inferiore a 100 mg/l. È quella che gli esperti definiscono “equilibrata”: né troppo dura né troppo dolce, capace di valorizzare il bouquet aromatico delle erbe.
I principi attivi delle erbe si legano meglio alle molecole dell’acqua pura
«L’acqua non è un semplice liquido neutro – spiega Lorenzo Malara, esperto di purificazione e CEO di Virtus Italia – ma un elemento vivo, capace di influenzare il modo in cui il nostro corpo assorbe i nutrienti. Una tisana preparata con acqua depurata risulta più gradevole e più efficace: i principi attivi delle erbe si legano meglio alle molecole dell’acqua pura e vengono assimilati più facilmente».
A supporto di questa affermazione, uno studio pubblicato sul Journal of Food Science ha dimostrato che calcare, cloro e metalli pesanti possono alterare la composizione chimica degli infusi, riducendo la concentrazione di antiossidanti e fitocomposti benefici. Un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ha inoltre rilevato che, in alcune aree urbane, l’acqua del rubinetto contiene tracce di microplastiche e nitrati, sostanze che – pur restando entro i limiti di legge – possono incidere su sapore e purezza della bevanda.
Perché preferire un’acqua depurata per le tisane
Scegliere un sistema di microfiltrazione domestica consente di eliminare impurità e restituire all’acqua un equilibrio minerale ideale per le infusioni. I vantaggi sono evidenti:
- Aroma più intenso: le erbe rilasciano al meglio i loro oli essenziali.
- Principi attivi più biodisponibili: la purezza favorisce l’estrazione e l’assorbimento dei nutrienti vegetali.
- Meno residui e maggiore digeribilità: niente retrogusti amari né sensazione di pesantezza.
- Un gesto ecologico: meno bottiglie di plastica e minore impatto ambientale.
La guida alla tisana perfetta
- Scegli l’acqua giusta: depurata o oligominerale leggera (residuo fisso < 100 mg/l).
- Temperatura: riscalda senza far bollire – 80-90°C è l’ideale.
- Dosaggio: 2-3 grammi di erbe secche (circa un cucchiaino) per 200 ml d’acqua.
- Infusione: 5-10 minuti, coprendo la tazza per non disperdere gli aromi.
- Dolcificazione naturale: un cucchiaino di miele o una goccia di limone, evitando zuccheri raffinati.
Un rituale che fa bene al corpo e alla mente
Preparare una tisana è molto più che scaldare dell’acqua e immergere delle erbe: è un rito quotidiano di equilibrio e presenza. Il profumo che si diffonde, il calore della tazza tra le mani, il tempo sospeso dell’attesa: tutto concorre a creare una pausa di benessere autentico. «In autunno, la tisana è più di una bevanda – conclude Malara – È una piccola forma di meditazione liquida, che ci ricorda quanto anche l’acqua, nella sua purezza, possa diventare un alleato prezioso per la salute e l’equilibrio quotidiano».




