
L’uso dei lettini abbronzanti è associato a un aumento di quasi tre volte il rischio di melanoma, il tumore cutaneo più aggressivo. A rafforzare ulteriormente l’allarme arriva un nuovo studio internazionale condotto dalla Northwestern Medicine e dall’Università della California di San Francisco, pubblicato sulla rivista Science Advances.
In questo articolo
Melanoma: un tumore sempre più frequente
Il melanoma è senza dubbio il tumore della pelle più pericoloso. Se diagnosticato in fase avanzata può essere letale, mentre individuato precocemente ha ottime probabilità di guarigione.
In Italia la sua incidenza è in costante crescita, soprattutto tra i giovani adulti. È uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e oggi rappresenta il terzo tumore più diffuso prima dei 50 anni, in entrambi i sessi. Negli ultimi vent’anni i casi annuali sono più che raddoppiati, passando da circa 6.000 a quasi 13.000, con stime che arrivano fino a 17.000 nuovi casi l’anno.
Perché i lettini solari sono pericolosi
Da tempo la comunità scientifica ha acceso i riflettori sulla pericolosità delle lampade abbronzanti. Già nel 2009 l’Organizzazione mondiale della sanità le ha classificate come cancerogene di classe 1, allo stesso livello di fumo, amianto e arsenico. Proprio per questo, dal 2011 in Italia i lettini solari sono vietati ai minorenni e alle donne in gravidanza, perché associati a un aumento significativo del rischio di tumori cutanei, in particolare melanoma.
Lo studio: più melanomi e più mutazioni del DNA
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno confrontato le cartelle cliniche di 3.000 utilizzatori di lettini abbronzanti con quelle di altrettante persone che non li avevano mai usati. I risultati sono chiari: chi ricorre alle lampade solari sviluppa più melanomi nel tempo e ha un rischio di ammalarsi quasi triplo. Non solo. I melanomi compaiono più spesso in aree del corpo normalmente poco esposte al sole, come glutei e parte bassa della schiena, un segnale diretto dell’effetto delle radiazioni artificiali.
Grazie a sofisticate tecnologie di sequenziamento del DNA a singola cellula, gli scienziati hanno analizzato i melanociti (le cellule che producono melanina) prelevati da pazienti operati di melanoma. Nelle persone che avevano usato lettini abbronzanti, le cellule mostravano quasi il doppio delle mutazioni cancerose, molte delle quali tipicamente associate allo sviluppo del melanoma.
Secondo Pedram Gerami, primo autore dello studio, «servirebbero campagne di informazione rivolte soprattutto ai giovani e avvertenze chiare sui lettini, simili a quelle presenti sui pacchetti di sigarette».
Scottature, sole e neve: chi rischia di più
Tutti i tumori nascono da danni al DNA che fanno perdere il controllo della crescita cellulare. Sappiamo che la causa principale è l’esposizione ai raggi UV sia naturali, sia artificiali. Il rischio dipende da molti fattori: fototipo, intensità del sole, durata dell’esposizione e luogo. Le scottature, spesso sottovalutate, rappresentano un fattore chiave, soprattutto se ripetute nel tempo.
A essere più esposte sono le persone con pelle chiara, occhi chiari, capelli biondi o rossi e lentiggini, ma anche chi ha molti nei, congeniti o acquisiti. Attenzione anche alla montagna: in alta quota e sulla neve, le radiazioni UV sono più intense, anche quando il cielo è coperto.
Nei sospetti: come riconoscere i segnali d’allarme
Non conta solo la dimensione o il colore di un neo, ma soprattutto i cambiamenti nel tempo. È fondamentale imparare a osservare la propria pelle e rivolgersi al dermatologo in caso di dubbi.
Il metodo più utilizzato è la regola dell’ABCDE:
- A come asimmetria
- B come bordi irregolari
- C come colore non uniforme
- D come diametro in aumento
- E come evoluzione nel tempo
Prevenzione e screening: l’arma più efficace
La prevenzione resta lo strumento più potente contro il melanoma. La diagnosi precoce consente una probabilità di guarigione superiore al 90%. Evitare lettini abbronzanti, proteggersi dal sole e controllare periodicamente la pelle non è solo una buona abitudine: è una scelta che può salvare la vita.




