Psicologia

Cuffing season: perché in autunno aumenta la voglia di stare in coppia?

Gli psicologi spiegano che il desiderio di un partner nei mesi freddi ha radici biologiche, emotive e sociali

Le giornate si accorciano, le temperature si abbassano e, quasi all’improvviso, anche chi giurava amore alla libertà inizia a desiderare qualche abbraccio, una cena a lume di candela e una serie da guardare in due. È la cuffing season, la “stagione dell’accoppiamento” che da anni spopola sui social e nelle conversazioni dei single anglosassoni e che, ormai, è arrivata anche da noi. Ma di cosa si tratta? È un bisogno biologico, un effetto del meteo o una moda che ci fa sentire tutti più “romantici” quando fuori piove?

Che cos’è la cuffing season

Il termine cuffing season viene dall’inglese to cuff, ovvero “incatenarsi” a qualcuno ma non in senso negativo: piuttosto come “farsi legare” per i mesi freddi. Tradizionalmente, si indica il periodo tra ottobre e febbraio, quando aumenta il desiderio di stare in coppia. Nata come espressione ironica nei Paesi anglosassoni, la cuffing season è diventata un vero fenomeno socioculturale anche in Italia, soprattutto tra i 25 e i 40 anni. Su Google le ricerche del termine crescono puntualmente ogni anno tra novembre e gennaio, e su TikTok l’hashtag supera ormai i 300 milioni di visualizzazioni. Segno che, sì: la voglia di “legarsi” quando fa freddo contagia tutti.

Perché d’inverno abbiamo più bisogno di legami

Dietro la cuffing season non c’è solo romanticismo. Gli psicologi spiegano che il desiderio di un partner nei mesi invernali ha radici precise: biologiche, emotive e sociali. Con la riduzione delle ore di luce, il nostro organismo produce meno serotonina (l’ormone del buonumore) e più melatonina, che tende ad aumentare la stanchezza e la malinconia. È il terreno perfetto perché emerga quel senso di solitudine tipico delle stagioni buie.

Secondo gli esperti del National Institute of Mental Health, questa condizione può sfociare nel cosiddetto SAD (Seasonal Affective Disorder), una forma di depressione stagionale che colpisce circa il 10% della popolazione dei Paesi occidentali. Secondo gli esperti, quando l’umore cala, il cervello cerca spontaneamente strategie per risollevarsi e il contatto umano, l’intimità, il sentirsi visti sono potenti regolatori emotivi. Non è solo una moda: in inverno cresce davvero il bisogno di connessione e calore umano.

In autunno cresce l’attività sulle app di dating

Non è una percezione. Secondo un’analisi del dating site Sister Wives, gli utenti delle app di incontri sono 30% più attivi a ottobre e 33% più attivi a gennaio rispetto ai mesi estivi. Un altro studio di Dating.com conferma che le interazioni tra single aumentano del 30% nei mesi freddi, mentre su Badoo in inverno le donne ricevono il 105% in più di match: un match si verifica quando due persone si mettono reciprocamente “mi piace”, è il segnale che l’interesse è ricambiato e consente di iniziare una conversazione privata. Gli esperti chiamano questo comportamento strategic seasonal dating: molti utenti si iscrivono o riattivano i profili in autunno, pianificando inconsciamente di arrivare alle feste “in coppia”. In Italia, anche Bumble e Meetic confermano un’impennata di nuove iscrizioni in autunno. Un segnale chiaro: la cuffing season è diventata parte anche del nostro modo di vivere la socialità digitale.

Il lato psicologico del bisogno di connessione

Le motivazioni alla base della cuffing season sono molteplici e si intrecciano tra psicologia, cultura e biologia. Non si tratta solo di un capriccio romantico o di un effetto del marketing natalizio: è una risposta complessa a come il corpo e la mente reagiscono ai cambiamenti stagionali.

  • Meno luce, più introspezione: con l’arrivo dell’autunno, la luce diminuisce, le giornate si accorciano e il ritmo della vita rallenta. Questo tempo più lento e riflessivo favorisce una maggiore introspezione emotiva: ci si guarda dentro, si tirano le somme di ciò che è stato e, spesso, emerge il bisogno di calore umano e vicinanza. Le ore passate in casa, le serate sul divano o i fine settimana più tranquilli creano l’ambiente perfetto per desiderare una presenza accanto, qualcuno con cui condividere la quotidianità in modo semplice e rassicurante.
  • Pressione sociale: le festività, le cene di famiglia e le vacanze invernali portano inevitabilmente a confrontarsi con l’immagine della coppia come forma di “compiutezza”. È in questo periodo che molti sperimentano una sottile pressione, quasi invisibile, a non essere soli. Il cosiddetto FOMO — la paura di restare esclusi o di “non avere nessuno” quando tutti sembrano accompagnati — si amplifica proprio mentre fuori fa freddo e dentro si accende la voglia di calore.
  • Bisogno di stabilità: la cuffing season arriva in un periodo dell’anno in cui si fa il bilancio dei mesi trascorsi e spesso anche della vita sentimentale. Si ripensa ai mesi trascorsi, si proiettano desideri e obiettivi per il nuovo anno, e questo spesso include anche la sfera sentimentale. Così il desiderio di stabilità diventa naturale, quasi fisiologico: un modo per sentirsi ancorati mentre tutto intorno cambia.

Come scrive Psychology Today, la cuffing season è l’incontro tra un bisogno fisiologico di calore e una cultura che celebra l’amore come forma di successo personale.

Quando la cuffing season diventa una trappola emotiva

Il rischio? Scambiare il bisogno momentaneo di compagnia per un innamoramento autentico. Molte relazioni nate in cuffing season finiscono infatti con l’arrivo della primavera: secondo un sondaggio britannico, circa il 30% dei single ammette di “lasciare” il partner quando il clima torna mite. Succede perché la relazione nasce da un impulso di compensazione, la paura della solitudine o la ricerca di validazione, più che da una reale affinità. Il risultato può essere un legame intenso ma fragile, spesso sbilanciato nelle aspettative.

Come vivere bene la cuffing season

La cuffing season, se affrontata con consapevolezza, può diventare un momento prezioso per conoscersi meglio, per rallentare e riscoprire il valore del legame umano. Non è necessariamente la stagione delle coppie “forzate”, ma può trasformarsi in un invito alla connessione autentica con gli altri, ma anche con se stessi.

1. Riconoscere il proprio stato d’animo

Il primo passo è imparare a riconoscere il proprio stato d’animo. L’inverno porta con sé una fisiologica malinconia: meno luce, più introspezione, più silenzi. Accettare questi sentimenti senza giudicarli è già un gesto di cura. La solitudine, se ascoltata, può insegnare molto: può diventare uno spazio fertile, un tempo per capire davvero di cosa abbiamo bisogno — e non solo cosa ci manca. Spesso, invece, corriamo a riempire quel vuoto: cerchiamo una relazione per colmare un’assenza, per trovare conforto immediato. Ma è qui che la cuffing season rischia di diventare una trappola emotiva. Come spiegano gli psicologi, le scelte sentimentali dettate dal bisogno di sicurezza tendono a generare legami più fragili, nati da una paura piuttosto che da un desiderio autentico.

2. Non forzare la coppia

Vivere bene la cuffing season significa anche non forzare la coppia, ma lasciare che le connessioni nascano con naturalezza. Il freddo passerà, ma le emozioni restano: costruire un legame solo per “svernare insieme” spesso porta a delusioni. Al contrario, concedersi il tempo per conoscere, per ascoltare, per osservare come ci si sente accanto a qualcuno può trasformare un flirt stagionale in un incontro vero.

3. Prendersi cura del proprio equilibrio interiore

Fondamentale è anche prendersi cura del proprio equilibrio interiore. La luce naturale, l’attività fisica regolare, la vita sociale e l’esposizione al sole sono alleati importanti contro l’umore basso e la tendenza all’isolamento. È nei mesi più freddi che il corpo e la mente hanno bisogno di routine sane, di momenti di piacere, di contatti che nutrono davvero. E poi c’è la qualità delle relazioni: in inverno, quando la vita rallenta, abbiamo l’occasione di dedicarci a legami più profondi, non solo romantici. Amicizie, rapporti familiari, connessioni autentiche possono dare calore e senso di appartenenza quanto — e a volte più — di una relazione di coppia.

4. Capire da dove nasce quel desiderio

In fondo, la cuffing season ci ricorda una verità semplice: non c’è nulla di sbagliato nel desiderare vicinanza, soprattutto nei mesi più freddi. Ma ciò che fa la differenza è capire da dove nasce quel desiderio. Se arriva dalla paura di restare soli, rischia di diventare un’illusione. Se nasce, invece, dal piacere di condividere, può essere un’esperienza di crescita.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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