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Cresce la diffusione dei “superbatteri”: l’allarme dell’OMS

Ormai una infezione su sei dipende dall'antibiotico resistenza. L'Italia è il Paese che conta più decessi nell'Unione europea

Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i batteri resistenti ai farmaci continuano a diffondersi a livello globale, con alcuni “superbatteri” che aumentano tra il 5% e il 15% ogni anno.

A livello mondiale, una infezione batterica confermata in laboratorio su sei risulta resistente al trattamento antibiotico. Questa stima deriva da un’analisi su 104 Paesi che rappresentano il 70% della popolazione mondiale. È la prima volta che vengono rese disponibili cifre così ampie e dettagliate.

Infezioni da antibiotico resistenza: le differenze regionali nella resistenza

Ci sono differenze anche significative. Ecco le principali:

  • Le aree con i tassi più elevati di resistenza antimicrobica (AMR) sono il Sud-est asiatico e la regione del Mediterraneo orientale, dove circa un’infezione su tre risulta resistente.
  • In Europa, la proporzione è molto più contenuta: circa una infezione su dieci è resistente.
  • Anche nella regione del Pacifico occidentale i tassi sono relativamente bassi: una infezione resistente ogni undici.

Yvan Hutin, direttore del settore AMR dell’OMS, ha dichiarato: «I risultati sono profondamente preoccupanti. La resistenza antibiotica non solo è diffusa e in crescita, ma è distribuita in modo disomogeneo. Dove le cure di qualità sono meno accessibili, la probabilità di infezioni resistenti aumenta».

Impatto sulla salute e proiezioni future

Il rapporto non quantifica direttamente le conseguenze sanitarie dell’AMR, tuttavia gli autori richiamano stime già note: nel 2021 la resistenza agli antibiotici ha contribuito a 4,7 milioni di morti, con 1,14 milioni dovuti direttamente a batteri resistenti.

Un altro studio, pubblicato su The Lancet nel 2024, prevede che senza un’azione globale efficace il numero di decessi annui potrebbe crescere del 70 % entro il 2050.

Il rapporto OMS analizza otto patogeni di particolare rilevanza per la salute pubblica, con dati su casi provenienti da infezioni invasive (es. batteriemie). Le infezioni più spesso resistenti si riscontrano:

  • nel tratto urinario: circa un caso su tre
  • nel sangue: circa un caso su sei
  • con minore frequenza nel tratto gastrointestinale e nelle infezioni da gonorrea.

I ricercatori hanno mostrato particolare preoccupazione per la crescente resistenza agli antibiotici di prima linea nei batteri che causano infezioni del sangue, spesso implicati in sepsi, insufficienza d’organo e mortalità.

Dati italiani sulle infezioni da antibiotico-resistenza

Per contestualizzare la situazione globale, è importante inserire i dati relativi all’Italia, dove l’antibiotico-resistenza rappresenta una sfida sanitaria significativa.

  • In Europa si stimano oltre 670.000 infezioni da batteri resistenti ogni anno, con circa 35.000 decessi. Di questi, 12.000 morti si verificano in Italia, che si posiziona quindi al primo posto nell’UE per numero assoluto di morti da AMR.
  • Nel 2019, l’Italia ha registrato 8.800 decessi attribuibili direttamente all’AMR e 35.800 morti associate (cioè in cui la resistenza ha contribuito).
  • L’Italia è responsabile di circa un terzo dei decessi causati da AMR in Europa (~11.000) secondo le stime legate al Piano nazionale per il contrasto dell’antibiotico-resistenza (PNCAR) 2022-2025.

Andamenti dei batteri resistenti

I principali batteri che mostrano resistenza sono:

  • Staphylococcus aureus (MRSA): la percentuale di isolati resistenti alla meticillina è in diminuzione e nel 2023 si attesta al 26,6 % (era stabile al 30 % nel biennio 2021-2022).
  • Enterococcus faecium – resistenza alla vancomicina: è cresciuta dall’11,1 % del 2015 al 32,5 % nel 2023.
  • Streptococcus pneumoniae: nel 2023 la resistenza alla penicillina è sostanzialmente stabile al 12,9 %, mentre quella all’eritromicina mostra un lieve incremento (dal 24,9 % al 26,2 %).
  • Escherichia coli: nel 2023 la resistenza alle cefalosporine di terza generazione è salita al 26,7 % (era 24,2 % nel 2022). Anche la resistenza agli aminoglicosidi è passata dal 13,2 % al 14,5 %; quella ai fluorochinoloni è salita dal 31,6 % al 34,1 %.
  • Un rapporto AIFA segnala che per Klebsiella pneumoniae la percentuale di casi resistenti alle cefalosporine di terza generazione è passata dal 52,7 % al 55,2 % fra il 2018 e il 2023, e la resistenza ai fluorochinoloni è stabile al 50 %.

Uso di antibiotici in Italia

Com’è noto uno dei principali problemi dell’antibiotico resistenza

  • Nel 2022, oltre 3 italiani su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici durante l’anno, con prevalenza crescente con l’età.
  • Il consumo complessivo antibiotico in Italia supera del 15 % la media europea.
  • Nel settore ospedaliero, l’Italia è sesta nell’UE in termini di consumo antibiotico.
  • Secondo il dossier AIFA 2024, in Italia nel biennio 2022-23 si sono verificati 430.000 ricoveri con infezione correlata all’ospedalizzazione (pari all’8,2 % dei ricoverati), contro una media UE del 6,5 %. Inoltre, nel 44,7 % delle degenze è stato prescritto un antibiotico (contro una media UE del 33,7 %).

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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