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Aspettativa di vita torna come prima del Covid

Ci sono però anche ombre pesanti: aumentano i decessi tra i giovani per suicidi, overdose e alcol

Gli ultimi dati emersi dall’indagine Global Burden of Disease (GBD), pubblicata su The Lancet e presentata al World Health Summit di Berlino, mostrano che l’aspettativa di vita mondiale ha recuperato i valori pre-pandemici: 76,3 anni per le donne e 71,5 anni per gli uomini.

Tuttavia, nonostante il progresso complessivo, emergono segnali di allarme: in alcune fasce di età, in particolare tra adolescenti e giovani adulti, i tassi di mortalità sono in aumento a causa di suicidi, overdose e consumo di alcol.

Ritorno ai livelli pre-pandemici: cosa dicono i dati

Nel 2023, l’aspettativa di vita globale è ritornata ai livelli pre-Covid, con un guadagno di oltre 20 anni rispetto al 1950. Il tasso di mortalità standardizzato per età risulta diminuito del 67% rispetto a metà Novecento. Inoltre, ogni Paese e territorio preso in esame presenta miglioramenti, anche se con disuguaglianze marcate tra regioni.

Disparità geografiche nell’aspettativa di vita

Nonostante il progresso globale, persistono forti differenze territoriali:

  • Nelle zone ad alto reddito l’aspettativa di vita supera 83 anni. 
  • In Africa subsahariana, alcune regioni presentano valori intorno ai 62 anni.

Queste differenze riflettono disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, nelle condizioni socioeconomiche, nell’educazione sanitaria e nell’ambiente.

Il paradosso dei giovani: mortalità in aumento tra adolescenti e giovani adulti

Mentre le mortalità complessive calano, alcuni gruppi d’età mostrano una tendenza inversa. In particolare, tra i 20 e i 39 anni, soprattutto in Nord America ad alto reddito tra il 2011 e il 2023, si registra un aumento dei decessi legato a suicidi, uso di sostanze e alcol.

Nella fascia 5-19 anni, invece, l’aumento dei decessi è segnalato in Europa orientale, Nord America e nei Caraibi, a causa di incidenti, violenze e problemi legati alle sostanze.

Un segnale di crisi emergente per la salute pubblica

Questo fenomeno provoca preoccupazione tra gli esperti, che definiscono la crescita della mortalità giovanile una crisi emergente. Serve un intervento mirato per supportare la salute mentale, contrastare l’abuso di sostanze e rafforzare politiche preventive.

Le nuove sfide: malattie non trasmissibili e fattori di rischio

Lo studio GBD rileva che ormai quasi due terzi della mortalità e morbilità globale è attribuibile a malattie non trasmissibili: in testa, cardiopatia ischemica, ictus e diabete.

Il Covid-19, che nel 2021 aveva assunto un ruolo di prim’ordine tra le cause di morte, è scivolato al ventesimo posto nel 2023.

I fattori di rischio modificabili

Secondo gli autori del GBD, quasi la metà delle morti e disabilità potrebbero essere prevenute intervenendo sui fattori di rischio più rilevanti:

Queste evidenze invitano a politiche sanitarie che puntino sulla prevenzione primaria e la modifica degli stili di vita.

Qual è la portata dello studio GBD?

Il progetto Global Burden of Disease coinvolge oltre 16.500 scienziati e ricercatori da tutto il mondo.
Essi analizzano dati su 375 malattie e infortuni, e 88 fattori di rischio, stratificati per età, sesso, paesi e regioni.

Copertura storica e prospettive future

La serie di studi parte dal 1990 e arriva al 2023 (con proiezioni fino al 2050), offrendo un quadro completo delle tendenze sanitarie globali.

È possibile infatti analizzare come la mortalità e la perdita di salute si siano evolute in base a cause specifiche, territori e gruppi demografici.

Focus per fasce d’età: progressi e criticità

Il documento entra anche nello specifico per le varie differenze di età:

I più piccoli: calo marcato della mortalità infantile

La diminuzione dei decessi nella fascia 0-5 anni è stata la più accentuata in assoluto.
Tra il 2011 e il 2023, l’Asia orientale ha registrato una riduzione del 68% nel tasso di mortalità infantile, grazie a migliori condizioni sanitarie, vaccinazioni e nutrizione.

Fascia 5-14 anni e giovani donne in Africa subsahariana

Il GBD rileva che la mortalità nei bambini 5-14 anni in Africa subsahariana, dal 1950 al 2021, è risultata superiore alle stime precedenti, per via delle malattie infettive, tubercolosi e lesioni accidentali.

Inoltre, tra le giovani donne (15-29 anni), la mortalità è risultata 61% più alta rispetto alle stime precedenti, per via di mortalità materna, incidenti stradali e meningite.

Implicazioni e raccomandazioni per la salute pubblica

Christopher Murray, direttore dell’IHME, definisce i risultati del GBD “un campanello d’allarme”: l’evoluzione dei fattori di rischio e il rapido invecchiamento della popolazione impongono risposte sanitarie più strutturate e preventive.

L’invito è ad agire con politiche integrate che affrontino sia le malattie non trasmissibili sia la prevenzione degli esiti in giovani adulti, con attenzione alla salute mentale, all’uso di sostanze e alle disuguaglianze sanitarie.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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