Benessere

Capelli e sonno: l’attrito sul cuscino provoca calvizie?

Studi scientifici spiegano cosa incida davvero sulla caduta dei capelli e quali accorgimenti adottare per proteggerli, soprattutto in autunno, quando la perdita è più intensa

Capita spesso di vedere capelli sul cuscino al mattino e chiedersi: lo sfregamento notturno può veramente causare diradamento o calvizie? Di notte la pelle si rigenera, le cellule si riparano, ma i capelli sono sottoposti a movimenti, frizioni e pressioni continue. Negli ultimi anni, diversi studi scientifici hanno cercato di capire quanto davvero le abitudini notturne — la posizione in cui dormiamo, il tipo di cuscino o la federa che scegliamo — possano influenzare la salute della chioma. Dalla meccanica del capello agli effetti dello stress, ecco come il sonno influisce sui capelli e cosa possiamo fare per proteggerli.

Sonno e capelli: perché lo sfregamento notturno danneggia la chioma

Il capello è una struttura fibrosa composta principalmente da cuticola (le scaglie protettive esterne) e corteccia (la parte interna ricca di proteine). L’attrito ripetuto — per esempio quando la testa si muove sul cuscino — può sollevare e consumare la cuticola, indebolendo la struttura e portando a splitting (spaccature longitudinali) e rottura del fusto. È, in sostanza, un problema di meccanica dei materiali applicato al capello: la frizione e i carichi ripetuti favoriscono la comparsa di microfratture. Ciò significa che quello che trovi sul cuscino non sempre sono capelli caduti dalla radice, ma spesso capelli spezzati. La rottura del fusto non equivale a una calvizie permanente, ma se il danno meccanico è cronico può far apparire la chioma più sottile e meno voluminosa.

Calvizie e sonno: quanto influiscono stress e qualità del riposo

La perdita di capelli “diffusa” (detta telogen effluvium) è spesso collegata a eventi che alterano il ciclo di crescita del capello: stress sistemico, febbri, interventi chirurgici, cambiamenti ormonali o carenze nutrizionali. La mancanza cronica di sonno o i disturbi del sonno aumentano i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, che può alterare la durata delle fasi di crescita e favorire un maggior numero di capelli in fase telogen (riposo e caduta). Diversi studi su biomarcatori come il cortisolo nel capello hanno mostrato una correlazione tra qualità del sonno, stress e caduta più accentuata. In parole semplici: dormire male non fa cadere i capelli, ma può creare condizioni fisiologiche che rendono la perdita più probabile.

Caduta dei capelli in autunno: colpa del cambio di stagione o del sonno?

La perdita di capelli quotidiana è normale: in media si perdono 50–100 capelli al giorno. Fa parte del naturale ricambio: mentre alcuni capelli cadono, altri ricrescono. Tuttavia, se la perdita è superiore a 150 capelli al giorno e dura più di 2–3 settimane, o se si nota un diradamento visibile, è consigliabile una valutazione dermatologica per escludere condizioni come il telogen effluvium o altre forme di alopecia.

Studi hanno inoltre dimostrato una stagionalità del ciclo del capello: la percentuale di capelli in fase telogen tende ad aumentare in estate, con un picco di caduta in autunno. Non si tratta di calvizie, ma di una fase fisiologica di ricambio sincronizzato dopo lo stress estivo (raggi UV, sudore, lavaggi frequenti). In autunno si può perdere più capelli del solito, ma nella maggior parte dei casi è un fenomeno temporaneo.

Sonno e capelli: strategie per ridurre la rottura

Le superfici su cui appoggiamo la testa fanno la differenza. Le federe in seta o raso riducono l’attrito, proteggendo la cuticola e limitando la rottura dei capelli rispetto al cotone, che è più ruvido e assorbente. Centri esperti del sonno, come la Sleep Foundation, confermano che questi materiali aiutano anche a preservare gli oli naturali del capello e a ridurre l’effetto crespo.

Pratiche utili:

  • Scegli federe in seta o raso (o indossa un bonnet in seta) per minimizzare l’attrito durante il sonno;
  • Evita di dormire con i capelli bagnati: quando sono umidi, le fibre capillari sono più fragili e soggette a rottura (University of Utah Healthcare);
  • Raccogli i capelli in una treccia morbida o in una coda bassa per limitare lo sfregamento tra le ciocche e il cuscino. Anche raccoglierli in un foulard di seta può proteggere la chioma da trazione e sfregamento prolungato.

La posizione migliore per dormire

La posizione in cui dormiamo influisce non solo sulla postura e sulla pelle, ma anche sulla salute dei capelli. Dormire di fianco, infatti, concentra la pressione su aree localizzate del cuoio capelluto — in particolare tempie e zona retroauricolare — aumentando il rischio di sfregamento e rottura meccanica del fusto.

La posizione supina (a pancia in su) è generalmente considerata la più “neutra”: distribuisce il peso in modo uniforme, riducendo l’attrito e lo stress localizzato sui capelli. Chi non riesce a dormire supino può alternare i lati durante la notte o utilizzare cuscini ergonomici, che riducono la frizione.

Dormire di fianco e capelli: strategie rinforzanti

Per rinforzare la chioma si possono utilizzare sieri o lozioni topiche da applicare la sera: aiutano a migliorare la qualità del fusto e l’aspetto di densità. Tuttavia, se la perdita riguarda la radice (come nella alopecia androgenetica o nel telogen effluvium severo), servono terapie mirate e una valutazione dermatologica.

Tra i trattamenti con solide evidenze scientifiche c’è il minoxidil, approvato e supportato da numerosi trial clinici e revisioni Cochrane per l’alopecia androgenetica. Tra gli ingredienti cosmetici, caffeina, peptidi e adenosina mostrano risultati promettenti nel favorire la microcircolazione e la forza del capello, ma servono studi più robusti per confermarne l’efficacia. In ogni caso, è fondamentale parlarne con il dermatologo prima di iniziare qualsiasi trattamento, anche cosmetico.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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