
Negli ultimi anni il padel è diventato uno degli sport più amati dagli italiani: campi affollati, tornei amatoriali e sempre più appassionati che si avvicinano a questa disciplina, incuriositi dalla sua dinamicità e dal clima di socialità che si respira.
Il padel conquista perché è facile da apprendere, coinvolgente e adatto a tutte le età. Tuttavia, giocare senza preparazione, con gesti improvvisati o senza un’adeguata condizione fisica, significa esporsi a un rischio concreto di infortuni.
Per capire meglio come proteggersi e quali sono i traumi più frequenti, abbiamo parlato con il dottor Roberto Pozzoni, Responsabile dell’Unità Operativa di Traumatologia dello Sport e Chirurgia Artroscopica dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio.
In questo articolo
I traumi più frequenti: caviglia, ginocchio e spalla
«Nel padel osserviamo molto spesso traumi di tipo distorsivo, che possono interessare sia gli arti inferiori sia quelli superiori», spiega il dottor Pozzoni. Le parti del corpo più colpite sono:
- Caviglia: le distorsioni sono tra le lesioni più comuni. Coinvolgono il complesso capsulo-legamentoso anterolaterale e, nei casi più seri, anche il tendine di Achille. Non a caso, la caviglia è una delle articolazioni più sollecitate, perché deve sostenere scatti, arresti improvvisi e cambi di direzione repentini.
- Ginocchio: qui gli infortuni riguardano spesso il legamento crociato anteriore, i legamenti collaterali e i menischi. Sono strutture fondamentali per la stabilità e il controllo dei movimenti, ma vulnerabili quando ci si muove con rotazioni brusche o in appoggio scorretto.
- Spalla: la cuffia dei rotatori e il cercine glenoideo sono le strutture più esposte alle sollecitazioni, a causa dei colpi ripetuti, con rischio di sublussazioni e lussazioni.
«Non dimentichiamo – aggiunge l’ortopedico – che il padel si gioca in uno spazio ristretto, dove non è raro urtare contro l’avversario o contro le pareti. Anche questi impatti diretti possono provocare traumi significativi, che non vanno mai sottovalutati».

Tecnica e prevenzione: il gioco sicuro inizia dall’allenamento
Molti si avvicinano al padel attratti dal divertimento immediato, senza considerare la necessità di apprendere i gesti tecnici corretti. «Una tecnica scorretta – sottolinea Pozzoni – non riduce soltanto la prestazione, ma può alterare la biomeccanica del movimento e aumentare il rischio di lesioni. Basti pensare a un cambio di direzione eseguito male o a un appoggio sbagliato: piccoli errori che possono trasformarsi in distorsioni o lesioni più serie».
Il consiglio dello specialista è chiaro: soprattutto nelle fasi iniziali, affidarsi a un istruttore qualificato. Imparare fin da subito le basi tecniche – dalla postura corretta all’esecuzione dei colpi principali – non significa solo ottenere migliori risultati, ma anche proteggersi dagli infortuni.
La preparazione fisica: allenare il corpo a giocare
Dietro ogni partita di padel si nascondono centinaia di micromovimenti: scatti, accelerazioni, frenate improvvise, colpi rapidi. Per affrontare tutto questo il corpo deve essere pronto.
«Allenarsi per il padel – spiega Pozzoni – vuol dire costruire una base solida che renda le articolazioni più stabili e i muscoli pronti a rispondere agli stimoli del gioco».
Gli aspetti fondamentali di una buona preparazione sono:
- Rinforzo muscolare mirato: gambe forti e stabili, core allenato (addominali e lombari) e spalle solide sono la migliore protezione contro gli infortuni.
- Propriocettività: esercizi che allenano il controllo neuromuscolare e riducono il rischio di distorsioni.
- Elasticità muscolare: stretching regolare e allungamenti dinamici prevengono contratture e strappi.
Se l’infortunio arriva: come curarsi
Nonostante tutte le attenzioni, può capitare di farsi male. La gestione dipende dalla gravità del trauma.
- Nelle forme lievi – come distorsioni di primo grado – spesso è sufficiente il protocollo conservativo: riposo, ghiaccio, fisioterapia mirata e graduale recupero funzionale.
- Nei casi più seri, invece, può essere necessario ricorrere alla chirurgia. «Una rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio può richiedere una ricostruzione chirurgica – spiega Pozzoni –. Lo stesso vale per le lesioni recidivanti della spalla, dove la chirurgia artroscopica consente interventi mininvasivi e tempi di recupero più rapidi».
All’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, centro di eccellenza per la chirurgia ortopedica, queste tecniche mininvasive sono ormai una prassi consolidata, con risultati che permettono agli sportivi – professionisti e amatori – di tornare in campo in sicurezza.
I consigli pratici dell’ortopedico
Chi vuole avvicinarsi al padel dovrebbe farlo con gradualità. «L’errore più frequente – ricorda Pozzoni – è passare da una vita sedentaria a un’attività intensa nel giro di pochi giorni. Il corpo ha bisogno di adattarsi con progressività».
Ecco le raccomandazioni dell’esperto:
- Scegliere avversari del proprio livello: partire con partite troppo impegnative aumenta il rischio di sovraccarichi e gesti improvvisati.
- Non dimenticare il riscaldamento: dieci minuti di mobilità articolare e attivazione muscolare possono fare la differenza.
- Incrementare l’intensità poco alla volta, ascoltando il proprio corpo e senza strafare.
Galeazzi-Sant’Ambrogio: l’ospedale per chi ama lo sport
Il padel non è più una moda passeggera: oggi milioni di italiani lo praticano regolarmente. E come ogni attività fisica, richiede consapevolezza e il supporto di specialisti competenti.
In caso di infortunio, potersi rivolgere a strutture di eccellenza come l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio fa la differenza. Qui, ricerca scientifica, tecnologie avanzate e un’équipe multidisciplinare garantiscono ai pazienti – dagli atleti professionisti agli amatori – diagnosi rapide, trattamenti all’avanguardia e percorsi di recupero personalizzati.
«Il padel è uno sport divertente, sociale e stimolante – conclude Pozzoni –. Con le giuste attenzioni, una buona preparazione e l’aiuto di centri specializzati in caso di bisogno, si può continuare a praticarlo a lungo e in totale sicurezza».
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