
Le autorità sanitarie hanno chiesto ai medici di base la massima attenzione sui sintomi di Dengue e chikungunya. Ormai da qualche anno le malattie tropicali trasmesse dalle zanzare causano il rischio di focolai autoctoni nel nostro Paese, cioè generati qui da noi, senza che i contagi arrivino dall’estero.
Recentemente i casi di Dengue registrati nel nostro Paese sono aumentati notevolmente, e non solo tra chi ha viaggiato all’estero. Il clima più caldo e umido, unito alla presenza sempre più diffusa della zanzara tigre (Aedes albopictus), ha creato le condizioni ideali perché questi virus possano diffondersi anche da noi.
In questo articolo
Che cosa sono la Dengue e la chikungunya?
Si tratta di due infezioni virali trasmesse principalmente dalla puntura delle zanzare. I sintomi possono essere molto simili tra loro e comprendono:
- febbre alta,
- forti dolori articolari e muscolari,
- mal di testa,
- stanchezza,
- talvolta eruzioni cutanee.
La Dengue, nei casi più gravi, può causare anche complicazioni emorragiche che richiedono il ricovero in ospedale. La chikungunya, invece, è famosa per i dolori articolari molto intensi che possono durare settimane o addirittura mesi.
Perché ora anche in Italia?
I motivi sono diversi e si intrecciano tra loro:
- da una parte, ci sono sempre più viaggiatori che rientrano da Paesi in cui queste malattie sono endemiche, come alcune zone del Sud America e del Sud-Est asiatico. Se queste persone, una volta tornate, vengono punte da una zanzara tigre locale, il virus può diffondersi sul territorio;
- dall’altra parte, il cambiamento climatico ha reso il nostro ambiente più favorevole a questi insetti: estati più lunghe e più umide, meno gelate invernali che uccidano le larve, e città con molte zone in cui l’acqua stagnante favorisce la proliferazione delle zanzare.
Quali sono le zone più a rischio?
Secondo gli esperti, le aree più vulnerabili sono le grandi città e le zone costiere, dove la densità di popolazione è alta e dove le zanzare trovano facilmente acqua stagnante in cui riprodursi: sottovasi, tombini, secchi lasciati all’aperto, grondaie o persino giocattoli dimenticati in giardino. Le periferie urbane, dove talvolta la manutenzione del verde e la gestione dei rifiuti sono meno curate, sono particolarmente a rischio.
Come possiamo proteggerci?
La prevenzione, come spesso accade in questi casi, parte da piccoli gesti quotidiani:
- eliminare i ristagni d’acqua dentro e fuori casa;
- usare zanzariere e repellenti cutanei soprattutto nelle ore in cui le zanzare tigre sono più attive, cioè di giorno e al tramonto;
- indossare abiti chiari e coprenti se ci si trova in zone a rischio.
Le istituzioni, intanto, stanno rafforzando i sistemi di sorveglianza per individuare tempestivamente i casi e monitorare la presenza delle zanzare infette. Ma la collaborazione dei cittadini è fondamentale.
Quanto è alto il rischio in Italia?
Negli ultimi anni, i casi autoctoni (cioè trasmessi da zanzare italiane) sono stati ancora relativamente pochi, ma significativi. La Dengue, ad esempio, ha già fatto registrare alcuni piccoli focolai, mentre la chikungunya è stata responsabile di episodi più consistenti nel 2007 e nel 2017.
Il rischio non è quindi immaginario: i virus ci sono, le zanzare anche, e il clima sta cambiando rapidamente. La prevenzione, la vigilanza e la corretta informazione possono però fare la differenza.
La buona notizia: possiamo fare molto per proteggerci
Anche se parlare di Dengue e chikungunya in Italia può sembrare preoccupante, è importante sapere che si tratta di malattie che possono essere prevenute con accorgimenti semplici e che, nella maggior parte dei casi, guariscono senza complicazioni. Ma proprio perché prevenire è più facile che curare, è bene non abbassare la guardia.
Conoscere il problema, sapere cosa fare e agire insieme — cittadini e istituzioni — è il primo passo per evitare che queste malattie diventino un’emergenza anche da noi.